Il mio regno per una farfalla di Sergio Assisi

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Sasà è un nobile decaduto, figlio illegittimo del Barone Belladonna. Nato e cresciuto sull’isola di Ischia, si vanta di esserne il Re e ha eletto a sua reggia la suite di uno storico albergo fondato dal padre. Con i suoi occhioni dolci e la sua faccia da schiaffi, Sasà seduce a suo modo un po’ tutti. Dal tavolino del bar in piazzetta, che ha istituito a suo ufficio, dietro libere donazioni, elargisce fantasiosi consigli. Donnaiolo impenitente, bugiardo incallito senza il becco di un quattrino, è un maestro di improvvisazione, ma dotato di una simpatia irresistibile e di una dialettica shakespiriana tale da riuscire sempre a volgere le situazioni in proprio favore.

Tanti, e ciascuno con le proprie caratteristiche, i personaggi che ruotano attorno al protagonista: un amico fedele e compagno di avventure che noleggia il suo gozzo per i turisti, uno strampalato avvocato, una fidanzata che, sostenuta da una madre risoluta, vuole assolutamente sposarlo, una direttrice di albergo che proprio non lo sopporta, un parroco non convenzionale, una zia che vuole privarlo di tutto. E l’amore vero, che arriva all’improvviso a destabilizzare il suo regno.

Il personaggio creato dal napoletano Sergio Assisi – lunga carriera alle spalle tra cinema, teatro e televisione – che ha scritto, diretto e interpretato questo Il mio regno per una farfalla, è interessante perché tutti possono rivedersi in lui, playboy provinciali più che di provincia, certamente, ma anche uomini impacciati che sognano Marilyn quando non riescono nemmeno con la vicina impiegata delle poste. Perché, come insegnava meravigliosamente Federico Fellini, tutti, proprio tutti desideriamo sedurre e piacere. La differenza consiste nel superare questa fase o almeno nel provare a farlo. Sasà cerca di farlo grazie a una ragazza in cerca di una farfalla bella quanto rara presente forse nella sua isola. Ogni autore declina il suo personaggio in cerca di identità attraverso caratteristiche congeniali a se stesso. Troisi non poteva fare Casanova, ma seduceva ugualmente; Siani seduce ingenuamente; Assisi seduce prima come un Don Giovanni che ama solo se stesso, poi viene sedotto dalla dolcezza e dalla responsabilità. La regia del film è buona mentre il racconto è tanto pieno di cliché da sorriderne; gli attori sono ben diretti e, se ci perdonate la nostra debolezza propria anche di Sergio Assisi, Federica De Benedittis, molto bella, è credibile nel rubare il cuore di un uomo che, forse, come tutti noi, aspettava solo quello. La libertà consiste nello scegliere la responsabilità e all’interno di essa giocare ancora qualche carta da Peter Pan o da Wendy.

Il mio regno per una farfalla può irritare la sensibilità cinefila o anche quella di uno spettatore occasionale per la sua prevedibilità, ma noi abbiamo percepito chiaro l’amore dell’autore per la storia che ha raccontato e per questo l’abbiamo apprezzata anche là dove poteva riuscire in maniera più compiuta. Il ruolo del prete, per esempio, interpretato da Giobbe Covatta, è divertente perché l’attore c’è, e così poteva essere coinvolto maggiormente nella scrittura e poi nel farsi del film.

Ad Assisi il nostro augurio che la sua opera possa piacere al pubblico, dato che si tratta, forse, di una dolce fiaba sulla ricerca di una farfalla rara quanto l’amore vero. Raro è l’amore perché non abbiamo pazienza di aspettarlo. Come anche noi non abbiamo, spesso, la pazienza nel capire il cinema e chi lo fa.

In sala dal 13 giugno 2024


Il mio regno per una farfalla– Regia: Sergio Assisi; sceneggiatura: Sergio Assisi, Filippo Bologna; fotografia: Roberto Lucarelli; montaggio: Lorenzo Peluso; interpreti: Sergio Assisi, Federica De Benedittis, Giobbe Covatta, Peppe Cantore; produzione: Gianluca Varriale, Alessandro Riccardi, Diego D’Ambrosio; origine: Italia 2024; durata: 100 minuti; distribuzione: Veikula Distribution.

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