Intervista a Bianca Maria Castelli, una cantattrice

Incontriamo oggi un’artista poliedrica Bianca Maria Castelli,  che ci ha colpiti per la sua versatilità, infatti oltre ad esser un’attrice e regista, è anche una notevole cantante, con uno stile al contempo struggente e sfacciato, che le permette di spaziare e intessere storie che raccontano crude realtà ma anche favole moderne. Nel suo stile vediamo indubbiamente l’influenza di echi pasoliniani e una forte ispirazione al teatro canzone di Gaber e Milva.

Da circa 30 anni Castelli è impegnata a teatro, ma è anche una psichiatra, professione molto stimolante per un’artista che si occupa di personalità e menti tutte disparate. Ha avuto l’opportunità di far parte anche di storiche compagnie come ad esempio quella del Teatro Eliseo o in quella della grande Rossella Falk. E ha lavorato con registi di lunga carriera: Antonio Calenda, Massimo Cinque, Walter Manfrè

Da oltre vent’anni canta nel gruppo “Acoustic Lane”(ex Segnali Acustici), con un repertorio reinterpretato e ed anche con pezzi originali, che spazia dal Blues allo Swing con una base di cantautorialità che si ricongiunge al teatro. Molti spettacoli  teatrali scritti e diretti dall’artista, propongono una fusione di musica e parole recitanti come in un divenire nel tempo e nello spazio che poi, in fondo, non è altro che il divenire stesso della nostra vita.

Come hai iniziato il tuo percorso teatrale?
Ho sempre avuto due passioni che, prima inconsapevolmente poi consapevolmente, hanno caratterizzato la mia vita: la follia o meglio investigare, capire la sofferenza psichica e il teatro o meglio essere un personaggio ed è quello che ho fatto: mi sono iscritta a Medicina per arrivare alla psichiatria e parallelamente ho iniziato a studiare recitazione. Non è stato facile per niente anzi mi è costato tanta, tanta fatica ma oggi dico che ne è valsa la pena!

E’ più difficile essere alla poltrona della regia o su un palco?
Non vivo la regia o essere su un palco come una difficoltà, sono dimensioni che mi fanno stare bene, a mio agio…con questo non voglio dire che sia semplice e facile anzi ma è come entrare in un altro mondo, il mondo dell’emisfero destro del nostro cervello, che quello dell’arte e della creatività!

A  quale artista contemporaneo vorresti assomigliare?
I miei riferimenti sono Anna Magnani, Eduardo De Filippo Mina, Lucio Battisti perché sono artisti che hanno fatto delle vere e proprie rivoluzioni nei propri campi di azione. Se parliamo proprio di artisti contemporanei, sono affascinata dagli attori che contano soprattutto sulla loro potenza comunicativa recitativa come ad esempio una Eleonora Danko, Viola Graziosi, Maria Paiato…

Quanto  conta la musica come accomunamento e nel suono delle parole? 
La musica, i suoni accompagnano la nostra vita, generano risonanze emotive, anche l’assoluto silenzio genera uno stato di armonia interiore o anche di sgomento e paura. Rumori, suoni assordanti possono alterare la nostra mente… musica e parole sono perennemente in connessione.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Mi piacerebbe una escursione nel mondo degli adolescenti, le loro ansie, le inquietudini, gli smarrimenti e la loro musica. Un’altra cosa che mi intrigherebbe esplorare, sono gli atti unici di Cechov…chissà…

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