La donna per me di Marco Martani

  • Voto

Un gruppo di maschi tra i trenta e i quaranta anni che si riuniscono per l’addio al celibato di uno di loro, nel pub di una cittadina di provincia,  e cominciano a guardarsi in giro  interrogandosi su quante possibilità di flirt l’imminente futuro sposo andrà a perdersi all’indomani del suo matrimonio. No, non è l’incipit un film italiano degli anni ’80 con Jerry Calà e Marina Suma (Chi ricorda Un ragazzo, una ragazza di Marco Risi?), ma de La donna per me, il ritorno alla regia , a distanza di 16 anni da Cemento armato, di Marco Martani, sceneggiatore caro tanto alla neo commedia nostalgico sentimental/sociologica di Fausto Brizzi (Notte prima degli esami e derivati in testa), che ai tanto bistrattati (talvolta a ragione) cinepanettoni di Neri Parenti: un collegamento tra la comicità goliardica, aggressiva, basicamente fisica della coppia Boldi-De Sica e quella più affettuosa e  intimista, seppur orgogliosamente nazional-popolare, di un romanticismo post adolescenziale e  dell’eterna guerra di Maschi contro femmine.

Se l’opera prima virava tutta in un’interessante se pur non risolta prospettiva di noir urbano con pennellate di mélo, qui si torna alle venature rosa, rinfrescate, si fa per dire, da un’idea di certo non nuovissima: il protagonista Andrea, per una sorta di corto circuito temporale, si troverà a rivivere la stessa giornata, cioè quella prima delle sue nozze, il momento in cui comincia il film, ma in panni e personalità diverse, a seconda della donna che ha fantasticato di conoscere nel parterre del pub all’inizio: siamo in un incrocio tra il capostipite del genere, Ricomincio da capo di Harold Ramis (parliamo del 1993, sic!) in cui il cinico anchorman Bill Murray cambiava il senso e la direzione della sua esistenza rivivendo fino allo sfinimento la stessa giornata, e, con un salto che ci porta ai giorni nostri, al Doctor Strange nel multiverso della follia, perché il buon Andrea si ritrova in una possibile versione di se stesso, giocando come al solito con le polarità (dall’avvocato di uno studio legale senza scrupoli al trapper analfabeta).

Questa condizione di continui mutamenti non modifica però la consapevolezza di Andrea che, con questo escamotage, mantenendo una visione alternativa su se stesso, può trarre la lezione per tornare da Laura, l’eterna fidanzata , l’unica della quale è veramente innamorato, la donna per lui ( e coi riferimenti pop si torna ancora più indietro, all’hit discotecara e spensierata di fine anni’70, Tu sei l’unica donna per me di Alan Sorrenti).

Ora confessiamo che inizialmente , la sensazione di essere fuori tempo massimo nel continuare a parlare in quel modo di uomini e donne (lui un po’ bravo ragazzo, un po’ vitellone, lei idealista sul lavoro e interdipendente nella relazione…), ignorando decenni di cambiamenti sociali, culturali e antropologici ( e sappiamo che in una commedia come questa la precisone e l’attenzione rispetto alla contemporaneità dei caratteri sono fondamentali se si cerca anche l’affondo satirico e di costume), fa venire voglia di interrompere la visione o, quantomeno, visto che parliamo di un prodotto destinato alle piattaforme digitali (Sky cinema e Nowtv) di cambiare canale …. ma nel corso dello svolgimento della trama succede qualcosa per cui questo comunque non memorabile film si guadagna una sua grazia peculiare e in particolare i due personaggi principali, Laura e Andrea (interpretati con buona affinità da Andrea Arcangeli e Alessandra Mastronardi), hanno  una loro plausibilità e verità. Paradossalmente, il limite maggiore, quello dell’essere fuori dal tempo (per un film che riflette sul tempo, in qualche maniera) diventa il suo punto di forza , con un sottotesto di malinconia per quello che è stato e per quello che poteva essere che, almeno in parte, riscatta il già visto, il già detto, il già confezionato.

C’era quella vecchia canzone,  adatta al mood demodé intorno a cui Martani orchestra i suoi variegati rendez vous, che diceva “Se giudichi un libro dalla copertina, allora giudichi lo sguardo dall’amante” (The look of love degli ABC, 1982),  intendendo una stretta corrispondenza tra il modo in cui qualcosa si presenta e il suo contenuto, la sua essenza.  La donna per me, nel suo minimalismo con ambizioni metafisiche, interrompe questa dicotomia e lentamente prende quota; contraddice l’aplomb paludato del suo vestito vagamente stantio, reggendo, con una sapienza di scrittura che sa più di mestiere , l’arco di un racconto senza sorprese ma senza neanche sbavature o incongruenze.

Certo, la visione che esprime al fondo il film è di un conservatorismo desolante, con il biasimo travestito da ridicolizzazione dell’eccesso o dell’inconsueto (c’è anche un’orrida macchietta gay che compare per qualche secondo e fa scappare il protagonista non abbastanza pronto, forse, per quella versione di sé …), ma anche in quel caso c’è al fondo una convinzione (il sentimento puro e unico contro l’effimero della promiscuità affettiva e sessuale che dura una sola notte) inclinata da “quel qualcosa che manca”, come ripete Laura incontrando e reincontrando Andrea, e questo non sembra essere solo la ricerca dell’altro nella complementarità della coppia. Il contorno di amici diventa man mano uno sfondo avvitato su se stesso di gag e battute a ripetizione e i luoghi familiari e quotidiani si fanno sempre più opachi, stanchi, indifferenti. Il capolinea di un modo di vivere (e di raccontare) la realtà dentro e intorno a se stessi,  che magari non ha più niente da dire e, sapendolo, mette in scena la sua decadenza. Ed è deprimente che quel vuoto incolmabile e vago, potenzialmente pronto ad accogliere tante altre possibilità di vite e incontri, venga incasellato  nel  controcampo finale di un uomo che piange, non capiamo bene se per quello che sa di aver perso o quello che è convinto di aver ritrovato.

In prima, lunedì 23 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno.


La donna per me – Regia: Marco Martani; sceneggiatura : Marco Martani e Eleonora Ceci; fotografia: Maurizio Calvesi; montaggio: Luciana Pandolfelli; interpreti: Andrea Arcangeli, Alessandra Mastronardi, Eduardo Scarpetta, Stefano Fresi, Francesco Gabbani, Massimo Wertmuller, Pamela Villoresi, Cristiano Caccamo; origine: Italia 2022; durata: 103′; produzione: Lucky Red, Rai Cinema e Sky.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *