MedFilm Festival 2021: Sanremo di Miroslav Mandić

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Quando gli alberi cadono producono frastuono, meno quando cadono sulla neve e il rumore della loro morte è attutito, risultando sordo. Lo stesso fanno i ricordi quando abbandonano la mente, in un sofferente silenzio. Miroslav Mandić firma un film nel quale allo spettatore si chiede lo sforzo di afferrare ciò che le immagini possono solo suggerire: la vera vicenda appartiene all’invisibilità della memoria, martoriata, laddove i sentimenti vivono il tempo della vita della farfalla, un giorno, senza mancare affatto d’intensità.

Candidato agli Oscar 2021 per la Slovenia, il film di Miroslav Mandić racconta di Bruno (Sandi Pavlin), uomo affetto dal morbo di Alzheimer. Le giornate di Bruno sono scandite dalle attività della casa di riposo, luogo tranquillo e famigliare, tra ritagli di giornali e giochi con la palla, tenerezze scambiate dai ricoverati e ritorni di reminiscenze che lo catapultano d’un tratto sulle vie del passato. Le fughe alla ricerca di Rexi e della moglie – morta anni prima – scuotono la routine dell’uomo, ma laddove non arrivano i cancelli tocca alla nebbia – metafora della malattia – recuperare il fuggitivo: da quella non vi è salvezza. Salvezza invece pare rappresentarla Duša (Silva Čušin), anche lei paziente che intesse con Bruno un rapporto di affetto fatto di gentilezze goffe e comunanza d’interessi, come la canzone Non ho l’età di Gigliola Cinquetti, cantata al Festival di Sanremo del 1964, che dà il nome alla pellicola.

Fin da subito è chiaro come Sanremo sia un film protettivo nei confronti del suo protagonista. Non lo fa mai gridare né lo richiama a voce alta, perlopiù lo accoglie in un’atmosfera candida nel quale la mdp culla Bruno lasciando che le sue derive mnemoniche abbiano il loro spazio e siano punto di giuntura con l’occhio dello spettatore. In tutto ciò, la natura è buona compagna. È un mondo umido quello che accoglie i personaggi, un mondo nel quale l’acqua si presenta sotto forma di fiume, ghiaccio e nebbia, dove laghi e mari sono citati e fissati materialmente da parte dei pazienti sul cartoncino durante un’attività creativa. L’acqua è pure ciò che Bruno e Duša cercano, sia perché essa rappresenta l’opacità della memoria («lake is a water which stands still») sia perché nel suo scorrere, e nel giocare con essa, loro riconoscono che anche nella staticità vi può essere movimento.

Il rapporto tra i due è uno dei giochi fondanti del film. Basato su dialoghi credibili, affidati anch’essi al ricordo (anche quando trattano di avvenimenti appena accaduti), mescolano la profondità di due menti stanche con una leggerezza adolescenziale che li ravviva e li rende l’unica nota variopinta nel bianco imperante della scenografia. Ne nasce una storia d’amore fatta di gesti ripetuti (bloccati nel tempo) e di movimenti innocenti che permettono all’uno di sopportare il peso del ricordo, all’altra quello della malattia, in entrambi i casi concedendo loro la possibilità di scoprire nell’altro una parte dimenticata di loro stessi. Null’altro che una ricerca placida sulle note di un When the saints go marching in al pianoforte, smozzicato.

Sanremo è quindi un film tranquillo ma non leggero, si direbbe pacato, impossibilitato a mostrare sino in fondo cosa avviene nella testa del protagonista ma capace di indicare allo spettatore quale sia la strada per intuirlo. Per farlo, chiama in aiuto il paesaggio circostante affinché ogni movimento e non-movimento dello stesso fornisca le coordinate per interpretare gli stati d’animo dei protagonisti. Il finale ci lascia con i tonfi degli alberi nella neve e Bruno di fronte a una cascata di ghiaccio: i suoi occhi stupiti non sono rivolti alla superficie, bensì al pulsare che sotto essa giace, un ricordo spento eppure vivo chiamato amore. Un amore oltre il tempo concesso all’uomo.


Sanremo – Regia: Miroslav Mandić; sceneggiatura: Miroslav Mandić; fotografia: Peter Zeitlinger; montaggio: Andrej Nagode; direzione musicale: Darko Rundek; interpreti: Sandi Pavlin, Silva Čušin, Boris Cavazza, Mojca Funkl, Lara Komar; produzione: Filmostovje, Incipit Film, RTV Slovenija; origine: Italia/Slovenia, 2020; durata: 89’.

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