Sabato, domenica e lunedì di Edoardo De Angelis

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La sacralità della domenica: le tradizioni culinarie, l’attesa e l’aspettativa del giorno di riposo dedicato alla famiglia e al grande pranzo capace di riunire tutti i cari in un unica tavolata.

E al centro della tavola – e dell’analisi – il nucleo familiare, tradizionale sì, ma in un momento di grande cambiamento socio-economico che vede le donne al centro di questa grande rivoluzione.

Sabato, domenica e lunedì  (presentato in anteprima allo scorso Festival di Torino) è il secondo titolo della trilogia di Edoardo De Angelis tratto dalle opere di Eduardo De Filippo, inaugurato con Natale in casa Cupiello e che si conclude con Non ti pago.

Il trittico realizzato da De Angelis fa parte, in realtà, di un progetto realizzato per omaggiare i 120 anni dalla nascita di Eduardo, e rientra in un progetto di più ampio raggio che rimanda anche ai recenti Qui rido io (di Mario Martone, https://close-up.info/2909-2/) – focalizzato sulla figura di Scarpetta – e ai I fratelli De Filippo (di Sergio Rubini, https://close-up.info/?s=I+fratelli+De+Filippo). Il grande interesse suscitato dai  testi  di De Filippo  evidenzia sempre di più la profonda eredità culturale  lasciata dal noto e amatissimo autore regista e attore teatrale napoletano.

Tornando al trittico di riferimento, i tre film scelti da De Angelis hanno un elemento in comune: la famiglia, analizzata al microscopio nelle sue crisi e contraddizioni

In particolare, come accennato,  Sabato, domenica e lunedì, scritta nel 1959 da De Filippo si focalizza sulla crisi di una famiglia borghese alla fine degli anni 50 in un momento di grande rivoluzione sociale e agli albori del miracolo economico:  Donna Rosa, nel fine settimana è intenta a preparare il suo prodigioso ragù, elemento indispensabile del pranzo domenicale al quale sono invitati anche i vicini Iannniello. Don Peppino, dapprima in disparte e sempre a rimuginare, esplode poi  in un moto di rabbia e di gelosia incontrollata proprio la domenica fraintendendo la giovialità e la cortesia del vicino Luigi Ianniello e accusando lui e la sua consorte di una scandalosa tresca.

La messinscena filmica realizzata da De Angelis si struttura, in maniera molto lineare, in tre parti: la serenità apparente del Sabato ovvero l’attesa che si manifesta nella preparazione del pranzo e i primi sintomi di insofferenza di Peppino Priore (Sergio Castellitto), sempre pronto a bofonchiare e a brontolare.

Il Sabato è la serenità prima dell’esplosione, quindi,  la quiete prima della tempesta. 

La Domenica: la  tavolata che riunisce tutti, le chiacchiere conviviali, le interazioni amichevoli tra donna Rosa e Luigi Ianniello e poi, lo sbotto di gelosia che disgrega l’unità e l’armonia già precaria.

Il Lunedì, ovvero il maldestro tentativo di ricomporre il puzzle i cui i pezzi sono sparpagliati qui e la, alla rinfusa.

La struttura riproposta da De Angelis segue uno schema abbastanza omogeneo, fedele al testo originale. Il contesto di riferimento è una famiglia borghese che esibisce la sua ricchezza sfacciatamente: una bella villa  a Posillipo, piena di sfarzi e nel cui giardino vive un cammello, una famiglia che indossa abiti e  sete pregiate. Non la Napoli umile tipica del contesto di riferimento di De Filippo, ma una famiglia agiata che vive, però, con difficoltà i recenti cambiamenti sociali e le trasformazioni del mondo contemporaneo.

Ed è questo il cuore della crisi, della famiglia e anche di Peppino Priore, ben interpretato da Sergio Castellitto: il nucleo tradizionale familiare sposta il suo asse di riferimento nella donna,  unico elemento di unità, capace di dialogo e di spirito di indipendenza.

Donna Rosa è al centro di tutto, ma non solo. La figlia Giulianella è decisa a tentare la fortuna nel mondo dello spettacolo (poco incoraggiata dal padre Peppino e dal fidanzato  fermi sui loro fondamenti perbenisti) e Pietra, seconda figlia, manifesta il desiderio di essere indipendente e di gestire una sua attività. 

È un universo sociale che cambia, e le donne cavalcano l’ onda del cambiamento e delle novità. 

È invece in crisi involutiva la figura della famiglia patriarcale,  il maschio padre-padrone, che non viene più ascoltato come prima, semmai deriso dalle figlie e dalla sorella dopo la scenata di gelosia della domenica.

Sergio Castellitto, che nella prima parte del film lavora per sottrazione, sembra letteralmente mettersi in disparte, accennando solo a qualche moto di insofferenza e lasciando la scena a Donna Rosa (una brava Fabrizia Sacchi), che nella prima parte è il cuore della vicenda e che non ha bisogno di dimostrazioni o di scenate per essere il centro.

Efficaci e ben misurate quindi le interpretazioni dei due protagonisti, che si alternano ad essere il fulcro della messinscena: il sabato è caratterizzato da Donna Rosa, temperamento vivace, sicuro e capace di unire gli aspetti tradizionali della moglie- mamma e di accogliere, al tempo stesso le novità del mondo che cambia.

Castellitto, che prima si era fatto da parte, esplode di botto, rendendo visibile e molto credibile la sua crisi, ovvero quella dell’uomo abituato ad essere il centro di tutto e non più capace di orientarsi e che si mostra goffo anche nel maldestro tentativo di recuperare  il giorno successivo.

De Angelis rimane fedele al testo, adattando dignitosamente l’ opera di De Filippo e non concedendosi,  allo stesso tempo, grandi guizzi di originalità: unico elemento di rottura è la colonna sonora, ben presente – e a tratti quasi invadente – ma allo stesso tempo coinvolgente e capace di sottolineare e di scandire i vari momenti della crisi.

La musica di Enzo Avitabile evidenzia infatti, con il giusto ritmo, lo scambio degli sguardi di traverso, le battute al vetriolo, e soprattutto i momenti di attesa, pieni però di un’ ansia densa che prepara la piece alla catastrofe.

Nel complesso Sabato, domenica e lunedì risulta apprezzabile per il fedele adattamento al testo originale, per il  il giusto ritmo e per l’efficace interpretazione dei protagonisti.

Manca, però,  il quid in più capace di renderlo veramente indimenticabile.

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Sabato, domenica e lunedì  Regia e sceneggiatura: Edoardo De Angelis; fotografia:  Paolo Camera; montaggio: Mario Marrone; musica: Enzo Avitabile; interpreti: Sergio Castellitto, Maria Vera Ratti, Fabrizia Sacchi, Maria Rosaria Omaggio, Margherita Laterza, Giampaolo Fabrizio,  Adriano Pantaleo, Liliana Bottone, Tony LaudadioGianluca Di GennaroGiulia Pica, Ginestra Paladino, Nunzia Schiano, Antonio Fiorillo; produzionePicomedia, Rai Fiction; origine:  Italia 2021; durata: 111′.

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