Teatro: La sparanoia – atto unico senza feriti gravi purtroppo di Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri

Tu hai sta sinistra mentale che non ti fa bene!

Due giovani in abito grigio e cravatta enorme ruotano attorno a uno stendino. Ciò che li contraddistingue è “essere nella merda” perché a trent’anni vivono in un paese nel quale le televisioni sono in mano alla destra, il ministro delle Politiche Giovanili vuole mangiarsi i giovani e la DIGOS è ovunque perché i ragazzi hanno “questi cazzo di fumogeni”! Non che possano fare molto con quelli:

Uno sciopero! Anzi, un’assemblea! Anzi, meglio una… merenda!

Sì, una merenda la possiamo fare!

Per non parlare dei padri boomer, pronti a richiamare i giovani all’ordine e spingerli così a comprare metri quadri di casa, anzi, almeno un metro quadro dove comprimere camera, salotto, bagno, primo piano con vista. Dopotutto di questi ragazzi di sinistra non bisogna fidarsi perché sono

Droga droga droga droga degrado e…ancora droga droga droga!

E la sinistra che fa? Che fa per loro? Nulla! Una stanca sinistra incapace di fare la rivoluzione, in pasto al radical chicchismo che morde e ti porta via con sé nel democristianismo travestito, al quale ribellarsi pare una battaglia persa:

Io non mi piego alla quinoa!

Ma forse ciò che rimane è la cara vecchia psicologa, a cui raccontare la propria disperazione:

Mi faccia essere di destra, dottoressa… mi faccia comprare i bitcoin!

Progettato, scritto e ideato da Niccolò Fettarappa, al suo secondo lavoro teatrale, La Sparanoia – atto unico senza feriti gravi purtroppo lo vede accompagnato alla regia e sul palcoscenico da Lorenzo Guerrieri in quello che è un “atto di aggressione polemica e poetica”. Opera della durata di un’ora e un quarto, vede agitarsi sulla scena una serie di personaggi slegati tra loro ma comunque nell’orbita del timido compagno Niccolò e delle sue fantasie politiche, tra “attentati e timidezza”. Affianco a lui passa l’amico Lorenzo, il colonello della caserma vicina, Fidel Castro con residenza a Miami e altri che partecipano o attentano al suo tentativo di creare un nucleo armato terrorista, con il fine di rivoltare lo Stato.

Spettacolo dal buon ritmo, prende a piene mani da quella comicità demenziale arguta di cui il duo (uno e duo) Rezza&Mastrella si è fatto prima pioniere e poi esponente per decenni. Le battute ricalcano quel genere di umorismo, dietro un riferimento basso si ha sempre l’arguzia del pensato e del capovolgimento intellettuale. Insieme alla comicità, da Rezza viene presa la componente corporea nonché l’utilizzo di oggetti comuni pronti a diventare altro: uno stendino muta in prigione o tribuna politica o banco giornalistico, delle cravattone determinano il cambio personaggio e un metroquadro di gommapiuma può essere una casa intera.

Il discorso politico invade ovviamente il testo: la destra viene mostrata per l’assetata di sangue che è, la sinistra per la mollezza che la contraddistingue e i giovani per la timidezza nonché spavento nei riguardi del mondo. Meglio rifugiarsi in tisane, lavatrici di capi delicati, un po’ alla Moretti di Palombella rossa. Il fare circonvoluto morettiano, dopotutto, ha eco nello spettacolo. Nonostante la mancanza di una trama lineare, la corsa politica è il vero fil rouge del testo e lo spettacolo tutto corre a precipizio verso il finale.

La sparanoia – atto unico senza feriti gravi purtroppo è uno lavoro fresco e interessante, che fa della carica e del continuo rilancio la propria prima forza. Uno spettacolo d’impatto, intellettuale. Vive di forti spinte che mandano avanti lo spettacolo, senza però contrapporvi momenti di pausa/calma o comunque una varianza utile ad aprire il ventaglio di stili, di emozioni. Non si può dire che sia piatto, monotono piuttosto, benché sia un tono acceso ed energico e quindi lontano dalla noia. Si conti, e sottolinei, inoltre la bravura di leggere la nostra contemporaneità, uno dei punti di valore del lavoro.

I due attori sono bravi, si godono il testo e hanno una padronanza eccezionale della scena, un poco di acerbità tuttavia tocca loro e lo spettacolo tutto. Data la giovane età di Fettarappa, ci si può aspettare buonissime cose in futuro, magari la capacità di evolvere ulteriormente i modelli da cui ha attinto o la possibilità di diversificarsi. Migliorando parola e corpo, sfruttando i silenzi. La visione scenica, certo già vi è.

Dal 26 al 30 marzo al Teatro Vascello, Roma.


La sparanoia – atto unico senza feriti gravi purtroppo di Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri; progettato, ideato e scritto: Niccolò Fettarappa; assistente alla regia: Giulia Bartolini; contributo intellettuale: Christian Raimo; durata: 75’; produzione: SARDEGNA TEATRO – AGIDI, Con il sostegno di Armunia Teatro, Spazio Zut, Circuito Claps, Officine della cultura.

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