Teatro: L’ Avaro Immaginario di Enzo De Caro

Ok.  Enzo De Caro continua a riscuotere successo con lo spettacolo che ha esordito in prima assoluta al Teatro Campania Festival, a Villa Floridiana a giugno 2023, fino ad arrivare al Teatro Parioli di Roma, in una sala affollata, continuando in una tournée che attraverserà tutta Italia.

L’iconico testo messo in scena dall’attore e regista partenopeo rappresenta un traguardo importante per un uomo di teatro, perché nei sette quadri con relativi prologò e epilogò, confluiscono oltre che la storia immaginifica di Oreste Bruno da Nola, discendente del celebre filosofo, anche tutte le idee di ribaltamento del sistema teocratico, nonché uno scorcio della storia del Seicento durante l’epidemia della peste. E’ proprio durante questo lasso di tempo, che la famiglia di Oreste, decide di fuggire dall’Italia e vagare per l’Europa in cerca di applausi, mettendo in scena i loro spettacoli.

Molière e il suo teatro rappresentano per De Caro un viatico moto importante verso un’altra figura fondamentale ovvero Edoardo De Filippo: vi sono evidenti assonanze tra il drammaturgo e regista francese e il grande artista napoletano. In entrambi si racchiudono valori fondamentali per il teatro europeo e la concezione di “Compagnia teatrale” intesa come famiglia e un modo assolutistico di vivere l’esistenza.

 

Enzo De Caro rappresenta senza ombra di dubbio uno degli ultimi erede  della dinastia degli attori eduarduani e la sua reale compagnia è formata da artisti formidabili: attori Nunzia Schiano, Luigi Bignone, Carlo Di Maio, Massimo Pagano, Giorgio Pinto, Fabiana Russo, Ingrid Sansone.

Insieme riescono a ricreare con verità assoluta il senso di precarietà tipica delle compagnie di giro seicentesche, sempre alla ricerca di una soluzione per poter sopravvivere, con grande umiltà ma non perdendo mai la dignità, valore fondante del vero teatro di cui De Caro ci parla nello spettacolo.

Lo spettacolo è diviso in sette quadri, un prologo e un epilogo, momenti che scandiscono un viaggio fisico e psicologico attraverso l’Europa, fuggendo dalla peste e andando verso Parigi e Molière.

E’ nella parte centrale che però la vera storia si sviluppa donandoci una fotografia dell’umanità dei personaggi che ci ricorda proprio quella dei personaggi delle commedie  di De Filippo.

De Caro riesce a sovrapporre senza artifici o forzature più piani stilistici e narrativi, creando un plot ricco di suggestioni e verità Un viaggio nel teatro, quello di Molière, un viaggio nel tempo, quello del Seicento, reale e immaginario, di Oreste Bruno da Nola, e la sua famiglia. È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière. Ma anche una fuga: dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza.

L’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo con quella francese di Molière, ci fa avvertire l’importante eredità del rivoluzionario pensiero di zio Filippo, zio prete,  poi rivelatosi Giordano.
In particolare, L’Avaro e  Il Malato Immaginario sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita, è stato davvero sottile.

“L’avaro immaginario: Uno spettacolo che promette già di essere uno dei più importanti della stagione”


L’avaro immaginario  – Adattamento Regia: Enzo De Caro;  Musiche: Nino Rota; Scene: Luigi Ferrigno; Costumi: Ilaria Carannante; Disegno Luci: Luigi Della Monica; interpreti: Enzo De Caro, Nunzia Schiano, Carlo Di  Maio, Massimo Pagano, Giorgio Pinto, Fabiana Russo, Ingrid Sansone, Luigi Bignone; Produzione: I due della città del sole.

 

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