La zona d’interesse di Jonathan Glazer (Oscar per il miglior film straniero e miglior sonoro)

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Una donna bionda allo specchio prova un rossetto rosso e da fuori si avverte un rumore di spari. Si chiama Hedwig (una sempre fantastica Sandra Hüller), cura il giardino della sua splendida villa ogni mattina e pone attenzione a ogni singolo dettaglio. Sogna una vita perfetta assieme alla sua famiglia. La donna tiene in braccio un neonato che piange continuamente ed è circondata dai suoi figli.

Rudolf Höss (Christian Friedel), suo marito, nella stessa casa impartisce ordini da un telefono, si riunisce con i suoi collaboratori, partecipa con la famiglia a una gita sul lago in un’atmosfera apparentemente serena e pacifica.

A pochi metri da loro, nello stesso istante, si intravede il fumo nero, il suono di un treno e si sentono urla sparse e disperate.

Liberamente ispirato all’omonimo romanzo del 2014 di Martin Amis, The Zone of Interest, “Interessengebiet” in tedesco, racconta la ricerca di una vita perfetta e tranquilla da parte del famigerato ingegnere della morte Rudolf Höss (1901 – 1947), comandante del campo di sterminio di Auschwitz e di sua moglie Hedwig, la cui casa è letteralmente muro a muro con le pareti del famigerato KZ.  La loro vita scorre serenamente tra festeggiamenti in famiglia, lavoro, chiacchiere con amici e conoscenti, nonostante l’ inferno sia vicino, a pochi metri di distanza. Nella loro quotidianità il contrasto sonoro/visivo è dirompente e continuo e si avverte fin da subito. L’antitesi, mai esplicita ma sussurrata, vita/morte luce/oscurità produce nello spettatore l’ effetto di un pugno allo stomaco continuo e ben assestato. Non ci sono immagini dirette e troppo esplicite come, ad esempio, nel cruento  Il figlio di Saul ( László Nemes, 2015), solo piccoli indizi rivelatori disseminati qui e lì che, dapprima accennati, diventano più presenti col procedere dell’ intreccio (in realtà molto semplice).

Christian Friedel

Il segreto di un effetto disturbante ma mai troppo diretto si nasconde nelle sfumature. E allora il buio non è mai tale perché illuminato dal fuoco esterno che brucia silenziosamente; gli spari all’ esterno tuonano rumorosamente e si confondono, tra le risa sguaiate di Hedwig, indifferente a tutto ciò che accade fuori, come e forse più di suo marito Rudolf; la cenere dei corpi sfuma e si confonde tra il freddo e la neve. In The Zone of Interest viene proposta un inquietante normalità, che non prevede immagini disturbanti e troppo dirette, ma un sottotesto, soprattutto sonoro, onnipresente, incalzante, rivoltante e capace di dare un ritmo ossessivo a tutto l’ insieme.

Jonathan Glazer, a dieci anni dal visionario Under the skin costruisce in questo suo nuovo film una prigione di normalità in cui Höß, il carnefice, gestisce il suo “lavoro” scrupolosamente, come una qualsiasi pratica d’ufficio e allo stesso tempo vive la sua comoda vita fatta di festeggiamenti, visite da parte di amici, feste in piscina e favole della buonanotte sussurrate ai figli, che non sono rassicuranti ma inquietanti e spaventose, storie in bianco e nero dove la speranza sembra vana, effimera e inesistente.

Lo sguardo della famiglia Höss, dal più grande al più piccolo, è vuoto, asettico e quasi alieno. “L’ altro” è letteralmente inesistente.

I collaboratori domestici, ebrei, che devono pensare al mantenimento della splendida villa, tentano di esserci senza disturbare, camminano silenziosi a testa bassa, come fossero ombre. Le stesse ombre tornano tristemente la sera come grida, urla e, poi, come cenere.

Una prospettiva diversa, forse non totalmente originale ma potente, ossessiva e invasiva, proprio come la percezione sonora di morte che accompagna tutta la visione del film.

Da vedere assolutamente.

Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2023 – Presentato alla Festa di Roma 2023 in anteprima italiana (Sezione Best of)
In sala dal 22 febbraio 2024.


La zona d’interesse (The Zone of Interest )– Regia e sceneggiatura: Jonathan Glazer; fotografia: Lukasz Zal ; montaggio: Paul Watts; interpreti: Sandra Hüller, Christian Friedel, Ralph Herforth, Max Beck, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Lilli Falk, Wolfgang Lampl; produzione: A24, Extreme Emotions, Film4, House Productions, JW Films; origine: Gran Bretagna/ Polonia/ USA, 2023; durata: 105 minuti; distribuzione: I Wonder Pictures

 

 

 

 

 

 

 

1 thought on “La zona d’interesse di Jonathan Glazer (Oscar per il miglior film straniero e miglior sonoro)

  1. Il riferimento al Figlio di Saul è impreciso. Nonostante faccia una scelta concettualmente opposta rispetto alla Zona di Interesse, quella di tallonare le vittime al centro dell’azione invece che osservare i carnefici fuori dal campo di sterminio, non mostra mai la violenza con “immagini dirette e troppo esplicite”. Come il film inglese le confina al fuori campo e lascia che siano il suono e il volto di Saul a raccontare l’orrore di ciò che non si può mostrare.

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