Bellaria Film Festival (8–12 maggio) – Una presentazione del programma

“Cos’è il cinema indipendente? Sono opere capaci di farci dimenticare come, dove e perché sono nate, quindi poi capaci di farcelo domandare.“ Riparte anche quest’anno dalle parole di Enrico Ghezzi, uno degli storici direttori della manifestazione, il Bellaria Film Festival, dal 1983 spazio non solo di esposizione a forme cinematografiche inusuali, di promozione di opere pressoché invisibili, ma anche di discussione critica sul canone cinematografico, di interrogazione teorica sul concetto di “cinema indipendente” e sulle sue implicazioni produttive. Due ospiti speciali, uno internazionale e una italiana, si ergono quest’anno come emblemi d’indipendenza autoriale: Bruno Dumont, che aprirà il festival con l’anteprima nazionale del suo nuovo film, L’Empire, Orso d’Argento Premio della giuria all’ultima Berlinale e prossimamente sui nostri schermi; Alice Rohrwacher, a cui verrà assegnato il premio Filmidee per La Chimera come film più significativo dell’anno e a cui sarà dedicata una masterclass in conversazione con la direttrice artistica Daniela Persico e una mostra fotografica dal titolo “Tra le rovine, la luce” degli scatti della fotografa di scena Simona Pampallona.
Il futuro è un mare antico” recita lo slogan dell’edizione. E la programmazione tenta un’ardita esplorazione nel mare antico del cinema indipendente italiano con una rassegna in omaggio a cinque autori veramente radicali “che hanno saputo lasciare un’impronta nel cinema contemporaneo”: Paolo Benvenuti, Antonio Capuano, Giuseppe Gaudino, Franco Maresco e Corso Salani. Questi stessi sono inoltre i protagonisti del volume “Controcampo italiano: cinque registi per immaginare un Paese”, edito da minimum fax e curato da Daniela Persico, che sarà presentato durante la manifestazione. Altrettanto audace è la retrospettiva dedicata a un altro artista-artigiano del cinema, anzi, dell’animazione italiana, Simone Massi, a cui sarà conferito il Premio Speciale Gabbiano e di cui verrà presentato, insieme a una rassegna con i suoi numerosi cortometraggi, il suo primo lungometraggio, Invelle (foto sotto), già passato all’ultimo Festival di Venezia.

Il festival non si pone solo l’obiettivo di riscoprire eredità nascoste, tradizioni dimenticate, figure autoriali orgogliosamente marginali, ma anche di valorizzare il cinema indipendente contemporaneo. I tre concorsi del festival mettono in mostra opere altrettanto radicali di giovani autori, esordienti e non, italiani e internazionali. Il Premio Casa Rossa nazionale presenta opere prime o seconde ritenute le più interessanti del panorama cinematografico italiano: Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio, Patagonia di Simone Bozzelli, Rossosperanza di Annarita Zambrano e, non ancora arrivati in sala, Quell’estate con Irène di Carlo Sironi (presentato in Generation 14plus alla Berlinale, in sala dal 30 maggio) e Animale/Umano di Alessandro Pugno (in concorso al festival di Mar del Plata e in uscita a giugno).

Il Premio Casa Rossa quest’anno si sdoppia con l’introduzione del concorso internazionale. Anche qui cinque titoli, in anteprima italiana: il singaporese Dreaming & Dying di Nelson Yeo, Pardo d’oro Cineasti del presente all’ultimo festival di Locarno, lo spagnolo On the Go di Maria Gisèle Royo e Julia de Castro, il brasiliano Dormir de olhos abertos  già vincitore di “Encounters” alla passata Berlinale, diretto da Nele Wohlatz, il greco Animal di Sofia Exarchou, il francese Spirit of Ecstasy di Héléna Klotz e il tedesco Arthur & Diana di Sara Summa.

Il Concorso Gabbiano seleziona opere, lunghi e mediometraggi, in anteprima assoluta “capaci di spingere più in là il confine tra cinema di finzione e cinema documentario”: i cinque film del Concorso Gabbiano sono: i lungometraggi Il Re Fanciullo di Alessandra Lancellotti, Horkos di Marta Anatra, Song of All Ends di Giovanni C. Lorusso, Ludendo docet di Luca Ferri, Mycelia di Alessandra Stefani e i mediometraggi Le cime di Asclepio di Filippo Ticozzi, Impressio in urbe #3 – Brescia di Giuseppe Spina e Giulia Mazzone, e La fine che hai fatto di Giuliana Crociata. Tutti i film del Concorso Gabbiano saranno disponibili in streaming sulla piattaforma MyMovies ONE.

Un’edizione all’insegna della sperimentazione di forme visive e di forme di vita, di impegno stilistico e sociale, di cinema politico-poetico. Ma anche del divertimento. Non solo quello cinematografico delle scorribande nouvellevaguiane di Linda e il Pollo, presentato come Evento speciale e prossimamente in sala. A fine serata i DJ Set musicali infiammeranno la piazza di Bellaria.

A chiudere la manifestazione sarà il concerto del rapper Tormento, tra i protagonisti dell’ultimo film presentato, il documentario musicale Booliron, diretto da Francesco Figliola, che racconta i bollenti anni Ottanta e Novanta dei club della riviera romagnola in cui emerse anche in Italia il fenomeno dell’hip hop, un’altra tradizione contro-culturale forse dimenticata e tutta da riscoprire.

 

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