Reflections/Vidblysk di Valentyn Vasjanovyč in anteprima gratuita a Roma, Milano e Venezia in segno di solidarietà con il popolo ucraino

Il film ucraino Reflection (Vidblysk) di Valentyn Vasjanovyč, ambientato durante la guerra del Donbass del 2014 e in concorso alla 78. Mostra di Venezia 2021, in segno di solidarietà con l’Ucraina sarà proiettato gratuitamente a

  •  Roma al Cinema Troisi (7 marzo) alle ore 19.10, introdotto dal Presidente della Biennale, Roberto Cicutto.
  •  Milano all’Anteo Palazzo del Cinema (9 marzo) introdotto dal Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, Alberto Barbera.
  •  Venezia al Cinema Rossini (10 marzo) introdotto da Federico Gironi.

In segno di solidarietà con i cineasti e tutto il popolo ucraino, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, le sale cinematografiche Troisi di Roma, Anteo Palazzo del Cinema di Milano, il Circuito Cinema del Comune di Venezia e il distributore italiano Wanted, organizzano tre proiezioni gratuite a Roma (7 marzo), a Milano (9 marzo) e a Venezia (10 marzo) del film Reflection (Vidblysk) del regista ucraino Valentyn Vasjanovyč, ambientato durante la guerra del Donbass del 2014 e presentato in concorso alla 78. Mostra di Venezia 2021.

In sala dal 17 marzo.

Ripubblichiamo qui la nostra recensione da Venezia https://close-up.info/3383-2/ 

 

Con Reflection (Vidblysk), il regista ucraino Valentyn Vasyanovych è tornato al Lido – dopo la vittoria del Concorso di “Orizzonti” nel 2019 con Atlantyda/Atlantis – in uno dei film più controversi di questa edizione della Mostra. Diversi fischi hanno accolto la proiezione stampa qualche giorno fa ma a nostro modesto avviso abbastanza ingiustamente perché, a scriverne a distanza, il film, pur non essendo trai preferiti assoluti della Competizione, resta comunque impresso nella memoria di questa Venezia, nolente o volente.

E non solo e non certamente, per le forti scene di tortura che si vedono – per quanto mi riguarda, sono restato molto più turbato dalle sequenze dell’aborto in L’évenément (https://close-up.info/levenement/) – bensì per la struttura metaforica che esibisce. Inizia quasi fosse un film patriottico sulla guerra Russia-Ucraina nel Dombass nel 2014 e si conclude con una sorta di riconciliazione del protagonista alla vita – una guerra che, d’altronde, lo stesso regista aveva raccontato a suo modo nel precedente Atlantyda e se la nostra fugace memoria non ci inganna, più o meno nello stesso stile.

One-man-band (ha scritto, diretto, fotografato e montato questo film), Vasyanovych contende a Oleh Sentsov – anche lui qui a Venezia nelle “Giornate degli Autori” con Nosorih (https://close-up.info/nosorih-rinoceronte/) – la palma di regista segnato dal recente conflitto russo-ucraino e, come il collega, il più riconosciuto internazionalmente.

È di sicuro un solido regista Arthouse Vasyanovych che ha studiato cinema in Polonia e che ha come riferimenti culturali evidenti l’opera di Tarkovskij e un certo cinema dello sguardo e dell’osservazione degli anni Settanta. Perciò è prigioniero del suo stile fatto di inquadrature fisse e studiate, a volte di una lunghezza che riesce a irritare persino i suoi più accesi sostenitori ma anche, viceversa, a permettere allo spettatore attento di riflettere su quanto gli si offre per effetto della macchina da presa.

A guidare la nascita di questo Vidblysk è una immagine che ha colpito il regista e su cui ha affermato: «ho iniziato a lavorare a questa storia ispirato da un piccione che si è schiantato contro la nostra finestra, mentre volava ad alta velocità, lasciando un segno allo stesso tempo bello e orrendo. Mia figlia di dieci anni ha visto tutto: l’impronta precisa delle ali, la traccia di sangue lasciata dall’impatto della testa, le piume attaccate al vetro. Nei giorni successivi, eravamo turbati da quanto era successo. Le sue preoccupazioni, domande, attese di risurrezione miracolosa, la negazione dell’irreversibilità di questo evento e i tentativi di comprendere la morte dal punto di vista infantile mi hanno spinto a scrivere una storia sulla relazione tra un padre e una figlia addolorati per la morte di una persona amata».

La metafora del piccione che si rivela nella parte finale del film, consegnandogli un senso che non è solo quello di una tragica avventura bellica, conferisce un preciso senso alla storia di un chirurgo Serhiy (Roman Lutskyi) che in missione viene catturato dalle forze militari o paramilitare russe in una zona di guerra dell’Ucraina orientale. Mentre è prigioniero, assiste a spaventose scene di violenza e alla morte di un ufficiale amico Andrij (Andriy Rymaruk) attuale amante della moglie Olha (Nadia Levchenko). Rilasciato a seguito di uno scambio di prigionieri (per altro una sequenza bellissima che si svolge in una livida alba), l’uomo torna alla sua comoda vita a Kiev e tenta di ricostruirsi una vita elaborando il lutto di quella terribile esperienza e insieme il rapporto con la figlia e l’ex moglie.

Vidblysk alterna, nel suo stile meditabondo, lentezze esasperanti (come la scena in cui Serhiy pulisce dei dischi nella sua bella casa borghese) a parti molto riuscite come, per esempio, oltre alla ripresa dello scambio dei prigionieri, una lunga sequenza beffarda e insieme agghiacciante, sempre a mdp fissa, in cui compare la macchina della morte (sul cui portellone si legge a grandi lettere la scritta “Aiuti umanitari della Federazione Russa”) dove vengano cremati i cadaveri dei nemici uccisi.

In definitiva Vasyanovych ci lascia intuire, nelle pieghe del discorso, che la verità non sta solo da una parte o dall’altra della barricata – ovviamente è esplicito nel denunziare (e mostrare) i crimini di guerra dei soldati russi ma sotto sotto ci fa capire che anche i suoi connazionali non sono stati degli impeccabili “stinchi di santo”. Consegnandoci quindi un film certo imperfetto e contraddittorio ma di una, a tratti, grande forza espressiva.

Curioso quindi che dalle due parti del conflitto – se non ufficialmente in guerra ma che continuano a esserlo di fatto – siano venuti due film che condannano la violenza e il terrore. Dall’Ucraina questo film, dalla Russia Kapitan Volkonogov Bezhal (https://close-up.info/3333-2/).


 Reflection (Vidblysk) – Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio: Valentyn Vasyanovych; scenografia: Vladlen Odudenko; interpreti: Roman Lutskyi, Nika Myslytska, Nadia Levchenko, Andriy Rymaruk, Ihor Shulha;  produzione: Arsenal Films (Iya Myslytska,Valentyn Vasyanovych), Forefilms (Vladimir Yatsenko, Anna Sobolevska); origineUcraina, 2021; durata: 125′; distribuzione: Wanted.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *