Teatro: Ciarlatani di Pablo Remón

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Lo spettacolo Ciarlatani, in tournée questi giorni in Campania e dopo una data romana di grande successo all’Argentina, si rivela una vera e propria  soluzione di scrittura cinematografica all’interno del racconto teatrale, senza mai separare realmente i due mondi, ma creando una sublime sovrapposizione dei piani narrativi, che alla fine si integrano in maniera naturale e funzionale.

È come se l’autore avesse voluto intrecciare due emisferi speculari, complementari ma non uguali: il teatro e il cinema, connessi grazie all’interdipendenza dei personaggi.

Lo spettacolo, che ha esordito con successo  al Festival di Spoleto l’anno scorso è tratto dall’opera narrativa omonima scritta dallo stesso regista Pablo Remón, vincitore del Premio Nacional de Literatura Dramática 2021.

Il protagonista è interpretato da un toccante Silvio Orlando, di ritorno all’Argentina in veste di più personaggi che lo valorizza nelle sue sfumature più diversificate, mostrando il lavoro svolto in un’assoluta profondità delle varie individualità. I personaggi di Orlando sono perlopiù lontani ma contigui, cosi come lo sono i mondi che attraversano il plot, i quali si inseguono e si intersecano.

La protagonista femminile Anna Velasco, interpretata dall’attrice Francesca Botti, sostituita da Valeria Solarino nella tappa romana, è un personaggio chiave: infatti incarna l’emblema dell’incertezza dell’artista di fronte all’incontrollabile mondo dello spettacolo, nonché le fragilità che spesso contraddistinguono le personalità del teatro e del cinema. Come nella realtà la ragazza lavora in piccole produzioni di opere classiche, poi la sua carriera si blocca per finire a svolgere mestieri come l’insegnante di pilates e a recitare per spettacoli per l’infanzia nel fine settimana.

Mentre Anna cerca il personaggio che la lancerà e le darà il successo, Diego Fontana è un regista di successo di film commerciali che si sta avventurando in una grande produzione: una serie da girare in tutto il mondo, con star internazionali. Un incidente grave crea in lui  una crisi personale che lo costringe a rivedere la sua carriera. I due personaggi sono collegati dalla figura del padre di Anna, Eusebio Velasco, regista di culto degli anni ’80, scomparso e isolato dal mondo.
In Ciarlatani sono contenute diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari, che grazie a una trama intricata vengono rese possibili dalle varie interconnessioni.

Il rispetto di Diego per il suo collega, ormai scomparso, che gli fa pensare alla figlia come protagonista della nuova serie, di cui ne discute in una scena surreale  – ricca di ritmo e verve – assieme al produttore cocainomane.

In questo mondo che ondeggia tra il reale e il verosimile tutto sembra essere relativamente importante nel finale dello spettacolo, che non vogliamo anticipare, ma di cui vorremmo sottolineare il significato morale e filosofico: la salvezza non potrà mai risiedere veramente nell’arte, come spesso supponiamo ma nell’arte di capire cosa è importante nelle nostre vite.

Prossime date: 6/7 aprile Massa, 8 aprile  Pietrasanta, 9/10 Castelfiorentino, 12/14 aprile Udine, 15/16 Pordenone, 18/21 aprile Bolzano, 14/26 maggio Torino.


Ciarlatani  di Pablo Remón (traduzione italiana di Davide Carnevali da Los Farsantes) – Regia: Pablo Remón; interpreti: Silvio Orlando,Francesca Botti, Francesco Brandi, Blu Yoshimi; scene: Roberto Crea; luci: Luigi Biondi; costumi: Ornella e Marina Campanale; aiuto regia: Raquel Alarcón;  produzione: Cardellino srl e in coproduzione con Spoleto Festival dei Due Mondi, Teatro di Roma – Teatro Nazionale; durata: 105 minuti.

Foto: Guido Mencari.

 

 

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