Appuntamento a Land’s End di Gillies MacKinnon

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Con due anni e mezzo di ritardo rispetto all’uscita nel Regno Unito, arriva in sala il film di Gillies McKinnon, settantacinquenne regista scozzese, che in Italia viene distribuito da Trent Film con il titolo Appuntamento a Land’s End, laddove il titolo originale suonava molto più sobriamente The Last Bus, in entrambi i titoli è comunque presente il carattere definitivo, terminale dell’intero plot che è riconducibile non tanto al modello cinematografico del road movie quanto al modello più letterario, se non addirittura mitico, del nostos, il ritorno a casa.

Un ritorno, in questo frangente, a una casa che non c’è più, che un tempo c’era, ma che è stata abbandonata da una giovane coppia in seguito a un lutto che ha segnato le loro vite, al punto da indurli non solo ad andarsene, ma ad andare nel luogo più lontano possibile dalla località in cui avevano stabilito la loro Heimat: dalla punta più a sud-ovest della Cornovaglia (Land’s End, appunto) alla punta più a nord-est della Scozia che risponde al nome di John O’Groats, 1407 km in tutto – sarebbe come, in Italia, andare dalla Vetta d’Italia a Lampedusa). Questa precisione geografica rende la sceneggiatura, mi sia consentito dirlo, un tantino meccanica.

È trascorsa una sessantina d’anni e Tom, pur malandatissimo e in preda a una specie di lotta contro il poco tempo restatogli, è rimasto solo e ha deciso, del resto lo aveva promesso, di compiere il percorso a ritroso, di tornare a Land’s End, con due obiettivi che lo spettatore intuisce abbastanza presto, visto che la moglie non c’è più e visto che strada facendo si capisce quella fu, illo tempore, la ragione che indusse la giovane coppia ad andarsene. Niente spoiling, per carità, salvo il fatto che Tom per una sorta di cocciuta, a tratti patetica, testardaggine mista a residualità, ha non solo deciso di tornare a Land’s End, ma ha deciso di farlo utilizzando gli stessi strumenti che i coniugi utilizzarono allora, autobus di linea – che, naturalmente non accelerano il percorso, anzi complicano un itinerario già di per sé non esattamente lineare – sostando in b&b, talora modernizzati talora rimasti nello stato piuttosto spartano e primitivo di allora.

Attraversando il Regno Unito, prima la Scozia, poi l’Inghilterra, Tom si imbatte in un variegato campionario di umanità, in una articolata serie di individui che rappresentano svariate generazioni, etnie, modalità antropologiche. Si potrebbe dire che le estremità geografiche della cartina del Regno Unito corrispondono agli estremi antropologici con i quali il protagonista deve confrontarsi, provando sempre ad atteggiarsi con gentilezza, fermezza, riservatezza e un pizzico di ironia ,anche al cospetto di situazioni non esattamente gradevoli

L’80% del film è sulle fragili e solidissime spalle – sia concesso il bisticcio – di Timothy Spall, celebre ma forse non abbastanza celebrato attore britannico che recita il ruolo di un uomo per lo meno di vent’anni più vecchio di lui, essendo l’attore nato “soltanto” nel 1957. Spall è semplicemente grandioso nel restituire la figura di quest’uomo segnato dalle fatiche e dai lutti della vita, sempre elegantissimo e dignitoso, a tratti irrigidito in una maschera di risolutezza e di dolore.

L’altro 20% del film è invece sulle spalle del paesaggio: paesaggio scozzese, paesaggio inglese, un po’ irrealistico forse perché piove troppo poco, pochi, pochissimi lacerti urbani. Un paesaggio, quasi sempre visto dai finestrini dei vari autobus con i quali Tom compie il viaggio, che a mio avviso finisce per risultare un po’ troppo estetizzante e stucchevole. E il film, invece, è gradevole, ancorché un po’ ripetitivo e qua e là patetico.

In sala dal 25 gennaio 2024


Appuntamento a Land’s End  (The Last Bus) – Regia: Gillies MacKinnon; sceneggiatura: Joe Ainsworth; fotografia: George Geddes; montaggio: Anne Sopel; interpreti: Timothy Spall (Tom), Ben Ewing (Tom da giovane), Phyllis Logan (Mary), Natalie Mitson (Mary da giovane); produzione: Hurricane Films, Head Gear Films; origine: Gran Bretagna, 2021; durata: 87′; distribuzione: Trent Film

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