Gloria! di Margherita Vicario (Festival di Berlino – Concorso)

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Ci sono (e per fortuna!) dei film che dividono in modo profondo e possono provocare immediatamente impressioni e giudizi opposti. Gloria! sembra, di sicuro, un’opera (di debutto cinematografico, poi) della nota musicista e cantante Margherita Vicario, molto divisiva. Ed infatti alla proiezione stampa i buh e gli applausi al festival si sono variamente intrecciati – cosa che accadrà, forse, quando uscirà anche nelle sale italiane ad aprile.

Ma veniamo al dunque: siamo nell’anno di grazia del 1800, ad un cambio quindi di secolo dopo il terremoto politico e culturale del 1789 e l’ascesa dell’astro Napoleone; il luogo, è, invece, il Collegio di Sant’Ignazio, un decrepito, malmesso orfanotrofio/istituto musicale femminile con annessa chiesa, da qualche parte nelle vicinanze di Venezia. In esso vivono trovatelle e giovani con o senza padri legittimi o illegittimi, sotto un regime monacale dove a comandare sono, appunto, le suore e un vecchio, bisbetico maestro di cappella Don Perlina (un fantastico Paolo Rossi) che ha perso l’ispirazione a comporre e deve, anche chiedere perdono a Dio per il suo amore proibito nei riguardi di un giovane (aspirante) controtenore squattrinato che gli spilla soldi di continuo.

La protagonista del film è, invece, la giovane Teresa (Galatea Bellugi) che fa “la Muta” e abita nell’orfanotrofio-collegio da domestica silenziosa e solitaria, costretta ai lavori più umili di casa. Nessuno sospetta che, invece, possiede un talento straordinario con cui percepire l’armonia dell’universo e rimodellare la realtà attraverso una musica innovativa e fuori dai canoni dell’epoca.

Il collegio è in gran subbuglio alla sconvolgente notizia riguardo ad un annunziato, prossimo arrivo del nuovo Pontefice Pio VII, il primo insediato sul Trono papale a Venezia, dato che Roma è occupata dagli odiati francesi. È prevista quindi la sua presenza al Collegio con una visita alla chiesa e un concerto in suo onore che, però, il maestro di cappella ormai privo di capacità creative non riesce, giorno dopo giorno, a comporre. In questo frangente Teresa scopre che è arrivato quasi segretamente ed è stato messo in un magazzino nascosto, uno strumento quasi del Diavolo, dato che si tratta di un meraviglioso strumento musicale, nuovo di zecca e assolutamente sconosciuto: il pianoforte che andrà di lì a breve a sostituire il clavicembalo e il fortepiano.

Intorno alla ragazza e a questa rivoluzionaria “macchina da musica” si andrà allora, con intrighi molto vari, a riunire un fantastico quartetto di archi di giovani donne che poi si riveleranno essere le migliori e più dinamiche allieve del Sant’Ignazio. E da tale bizzarra e talentuosa cellula segreta rivoluzionaria di giovani musiciste e compositrici, nascerà allora una nuova musica che coglierà tutti di sorpresa, nel corso di diversi eventi e rivelazioni.

Paolo Rossi si appella al Signore

Dobbiamo per forza limitarci nel raccontare la trama del film per non togliere allo spettatore il piacere – se tale lo troverà nell’abandonarsi al narrato – di seguire le vicende che Margherita Vicario ci racconta in questa sua opera prima. Dove si tratta sostanzialmente dell’immaginazione e del talento di tante compositrici e musiciste che, nei decenni e nei secoli, non si sono potute affermare pubblicamente e che sono state cancellate della nostra memoria collettiva.

Ma intendiamoci subito: per fortuna non abbiamo a che fare con un film ideologico che vuole (pur giustamente) rivalutare una pagina dimenticata e negletta della storia della musica vista dalla parte femminile. Svisando e svariando tra toni drammatici e momenti invece buffi o divertenti, Gloria! è un’opera collettiva, piacevole e altamente “pop”, in cui la ricostruzione storica dell’Ottocento veneziano molto bella, precisa ed accurata – complimenti, dunque, alla fotografia, alle scelte scenografiche e dei costumi  oltre ai strumenti musicali d’epoca – si accompagna ad una totale inventiva sonora che niente ha a che fare con quella dell’epoca. La regista ha giustificato tale scelta affermando che non si conoscono i suoni dell’epoca e quindi li ha inventati di sana pianta lei. Infine da non trascurare la bravura delle giovani attrici che lo interpretano come fosse un coro che segue lo spartito.

Pur con qualche forzatura stilistica e qualche piccola caduta di tono, si tratta, a nostro giudizio, di un film leggero e divertito, con cui si rompe quel basso continuo mortuario che sembra essere la chiave principe del Concorso di questa Berlinale 2024. E ci auguriamo che anche la Giuria sia di questo nostro stesso avviso e lo ricordi nel palmarès finale, confidando anche nella presenza dell’attrice e cineasta Jasmine Trinca.

In sala dall’11 aprile 2024


Gloria!Regia: Margherita Vicario; sceneggiatura: Margherita Vicario, Anita Rivaroli; fotografia: Gianluca Palma; montaggio: Christian Marsiglia; musica: Margherita Vicario, Dade; scenografia: Luca Servino, Susanna Abenavoli; costumi: Maria Montalto; interpreti: Galatea Bellugi, Carlotta Gamba, Veronica Lucchesi, Maria Vittoria Dallasta, Sara Mafodda, Paolo Rossi, Elio, Natalino Balasso, Anita Kravos, Vincenzo Crea, Jasmin Mattei, Gioele Pagura; produzione: tempesta, Rai Cinema, tellfilm; origine: Italia/Svizzera, 2024; durata: 100 minuti; distribuzione: 01 Distribution

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