How To Have Sex di Molly Manning Walker

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Nella stanza di un hotel in Grecia alcuni adolescenti inglesi in vacanza si divertono con giochi alcolici. Sono giovani affamati di vita ed esperienza, eppure nel giocare a “Non ho mai…” si sentono come indotti a ostentare la propria vita vissuta. Tara, ancora vergine, scherza con l’impacciato Badger, appena conosciuto. Skye, una delle due amiche con cui Tara è venuta in vacanza, li guarda alla distanza con un po’ di gelosia per poi esclamare “Non ho mai fatto sesso!”. Tra le risate, tutti bevono, poi Tara esce dalla stanza imbarazzata e indispettita.

 Sono ragazze dedite al travestitismo. Non solo perché indossano abiti succinti e luccicanti, ma anche perché devono fingersi molto più grandi di quel che sono, molto più vissute. Hanno 16 anni, ma ai ragazzi dicono di essere maggiorenni e tengono nascosta la verginità di Tara come fosse una mostruosità. Malgrado l’attrazione per Badger, Tara viene spinta tra le braccia del “manzo” Paddy, il cui corpo palestrato aderisce maggiormente agli standard estetici richiesti dalle giovani ragazze.

 Alla sua prima prova alla regia dopo varie esperienze come direttrice della fotografia e videomaker per clip musicali e pubblicitarie, Molly Manning Walker si immerge nell’inebriante mondo della vita notturna greca rimanendo con la camera a contatto con la pelle delle proprie protagoniste. Eppure, a dispetto della fedeltà che tale immersività promette, la regista sembra sempre prendere distanza dalla scena, spesso attraverso un leggero zoom in avanti che evidenzia l’emergere di un’inquietudine. Il film risulta più interessato a cogliere quegli impercettibili cambiamenti di tono piuttosto che non l’eccitazione del flusso notturno.

 Lo stacco nel contro campo diurno acquisisce qui una valenza morale, come un nuovo chiarore della ragione rispetto all’irrazionalità della notte. Risvegliati dalla serata alcoolica, si sono perse le tracce di Tara. Il film stesso si mette alla ricerca della sua protagonista tornando sui suoi passi, immergendosi nell’incubo della notte. Iniziano ad apparire febbrili visioni di sesso, o, meglio, di molestie sessuali. Presi dall’ebbrezza del momento, i giovani non sembrano neanche accorgersi della violenza che producono.

 L’adolescenza in How To Have Sex è un’illusione di immersività da parte di corpi inesperti che si devono travestire per poter accedere alle esperienze, ma che, giunti all’atto, rivelano tutta la loro impreparazione. Corpi sempre sul pendio, a un passo dalla catastrofe, in perenne attesa del risultato dei test sociali che gli si parano davanti (la maturità, la verginità). La regista specula finché può sulla catastrofe di Tara per rifondare moralità nei grigi spazi del consenso sessuale.

 Erano questi gli spazi prediletti dai provocatori Larry Clark e Harmony Korine. Spazi in cui libero arbitrio e alienazione, sesso e molestia, desiderio e violenza, vita e morte continuamente si confondevano complicando la presa di posizione dello spettatore. Lontani sono i tempi in cui lo spettatore veniva spiazzato dalle variegate forme del rito sessuale. Oggi il sesso va reso sicuro anche nello stesso set grazie a dei coreografi dell’intimità (intimacy coordinator).

 Questa anestetizzazione del set risulta il limite del film di Molly Manning Walker il cui sguardo paternalista può certamente risultare utile per una lezione di educazione sessuale, ma non riesce mai a sfidare il proprio pubblico, non entra mai nelle pieghe della carne e della notte. Come quel leggero zoom in avanti, il film segnala l’attimo d’inquietudine ma si ferma sempre alla superficie; denuncia le violenze psicologiche e fisiche, ma non s’avventura mai nella decostruzione dei rapporti sociali.

 In sala dal 1 febbraio 2024


How To Have SexRegia e sceneggiatura: Molly Manning Walker; fotografia: Nicolas Canniccioni; montaggio: Fin Oates; musiche: James Jacob; interpreti: Mia Mckenna-Bruce, Lara Peake, Samuel Bottomley, Shaun Thomas, Enva Lewis, Laura Ambler; produzione: Ivana MacKinnon e Emily Leo per Wild Swim, Konstantinos Kontovrakis per Heretic; origine: Regno Unito/Grecia, 2023; durata: 98 minuti; distribuzione: Teodora Film.

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