Il punto di rugiada di Marco Risi

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Sono passati quasi dieci anni dai tempi di Tre tocchi (2014) che non si sentiva più parlare di un grande figlio d’arte come Marco Risi, a parte un’incursione un po’ bizzarra (e forse incongrua) nel cinepanettone tv – per altro il primo girato da Netflix – con Natale a cinque stelle (2018) scritto dai Fratelli Vanzina e dedicato all’appena scomparso, allora, Carlo. Era dunque con una certa attesa e curiosità che si aspettava al Festival di Torino del 2023 dove era passato in anteprima ed ora esce in sala, il ritorno del regista milanese sul grande schermo con una commedia (commedia? Chissà) tutt’altro che ridanciana o pop. Già dal titolo poetico sì ma anche abbastanza criptico oltre che metaforico, Il punto di rugiada – chi non sappia cosa sia, dovrà andare, come il sottoscritto, a compulsare un dizionario o il web per avere lumi – si intuiscono le intenzioni dell’autore riguardo a questa sua ultima opera, ambiziosa (nel senso più positivo del termine sia chiaro) e, però, al tempo stesso, ruvida se non a tratti urticante o respingente.

In un evidente confronto, anche autobiografico, con le stagioni della vita, Marco Risi – anche lui arrivato ai 72 anni – ci racconta di due giovani bene ma scapestrati, entrambi condannati a scontare una pena di un anno di lavori socialmente utili all’interno di una casa di riposo di lusso: l’uno Carlo (Alessandro Fella) ha provocato ubriaco un incidente stradale letale; l’altro Manuel (Roberto Gudese) ha l’hobby ben retribuito di spacciare droga ed è stato colto in fragrante. Dunque, i due che non sanno veramente cosa significhi la vita reale oppure la parola lavorare, si trovano immersi e a confronto con un mondo a loro completamente estraneo come quello dei vecchi, in parte svampiti, di Villa Bianca. A guidarli in questa avventura spazio-tempo, per loro lunare, che si compie per un anno di tempo dall’estate del 2018, dunque prima della pandemia, è la bella capo infermiera della struttura, Luisa (Lucia Rossi) che lavora nel luogo da diverso tempo e che forse nasconde qualcosa.

Massimo De Francovich

 Ma la scena del film (che si svolge quasi esclusivamente negli interni della lussuosa villa ospizio) è dominata, ovvio, dal mondo degli anziani, variamente e pittorescamente rappresentato nel quale troviamo, tra gli altri, un colonello autoritario e frustrato (e chi se non un bravo Eros Pagni); un poeta parecchio “rinco”  (Luigi Diberti) che declama versi guarda caso che sono di Nelo Risi, lo zio di Marco; una ex-attrice (Elena Cotta), che come quella del capolavoro wilderiano Viale del tramonto rinverdisce il suo passato vedendo i film fatti; l’ex bellone (Maurizio Micheli) che si tingerebbe di tutto, ecc., ecc., Su tutti i presenti svetta la figura, a parte, di Dino (nome che fa riferimento a chi?) Rimoldi, un fotografo disincantato e cinicone, ottimamente interpretato da Massimo De Francovich, che guarda il mondo dall’alto in basso, continua di tanto in tanto il suo amato lavoro e che riesce ad attirare l’ammirazione di uno due giovani arrivati nel purgatorio di Villa Bianca.

Da questo confronto non certo nuovo e di impianto parecchio teatrale tra giovani e vecchi – ma chi ne uscirà meglio? – Marco Risi ci consegna un film sceneggiato insieme a Francesco Frangipane e Riccardo de Torrebruna, a tratti un po’ macchiettistico e non sempre al giusto punto di condensazione, dove risaltano e valgono soprattutto l’interpretazione complessiva dell’ottimo cast con alcune punte che abbiamo già segnalato. A Il punto di rugiada che vuole essere, anche dato l’argomento, un film crepuscolare, “complice” e al servizio dei suoi personaggi manca, però, quello che era la caratteristica del grande padre Dino Risi, la zampata del leone, proprio di quell’animale che il personaggio del fotografo, sempre un Dino, ama ammirare in televisione. Con la conseguenza di consegnarci un’opera di cui si intuiscono più le intenzioni e un desiderio sentito di narrare una condizione, rispetto al pieno risultato finale.

Ps.: In meteorologia, “il punto di rugiada, denominato anche temperatura di rugiada, è la temperatura alla quale l’aria deve raffreddarsi affinché il vapore acqueo presente inizi a condensare. Il punto di rugiada fornisce informazioni sull’umidità dell’aria”

In sala dal 18 gennaio 2024


Il punto di rugiada  – Regia: Marco Risi; sceneggiatura: Marco Risi, Francesco Frangipane, Riccardo de Torrebruna; fotografia: Michele Paradisi; montaggio: Luigi Mearelli; musica: Leandro Piccioni; scenografia: Elio Maiello; interpreti: Massimo De Francovich, Luigi Diberti, Eros Pagni, Alessandro Fella, Roberto Gudese, Lucia Rossi, Elena Cotta, Erica Blanc, Maurizio Micheli, Libero Sansavini, Ariella Reggio, Valerio Binasco, Gloria Coco, Bruno Noris, Cristina Noci, Paila Pavese, Emilio Dino Conti, Giovanni Pastorenzi; produzione: Domenico Procacci, Laura Paolucci per Fandango, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Lazio; origine: Italia, 2023; durata: 112 minuti; distribuzione: Fandango.

 

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