La casa nova per la regia di Piero Maccarinelli

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Tutta questione di sghei!

In teoria saremmo nella Serenissima di metà Settecento, in realtà rimaniamo nell’Italia dei nostri giorni. Angiolino (Iacopo Nestori) e Cecilia (Andreea Giuglea) si sono appena trasferiti nella nova casa che ancora non è pronta per i continui cambi di idee nella ristrutturazione: il geometra dice di fare così, arriva l’architetto e dice di fare cosà, ma Angiolino fa notare…e Cecilia pure… e via, senza fine. Cambiare idea è un’ottima attività mentale, meno lo è in ambito economico e infatti:

I soldi entrano a gocce ed escono a fiumi!

I nodi, o meglio le spese, vengono al pettine e Angiolino si ritrova pieno di debiti. Certo, c’è sempre la meditazione, ma quando anche quella viene meno, l’unica soluzione è rivolgersi a chi i soldi ce li ha, per esempio lo zio Cristoforo (Stefano Santospago), proprio lui che avendo speso la vita a lavorare nel campo dei salumi, ora

Puzza di mortadella!

Riusciranno i due novelli sposi a far cambiare idea allo zio? E riuscirà Menichina (Irene Giancontieri), sorella di Angiolino, a convincere lo stesso zio a favorirgli la dote necessaria per sposarsi? Non si sa, dopotutto secondo lo zio

Non c’ho scritto mona in fronte!

Una produzione Teatro di Roma, la collaborazione è dell’Accademia Nazionale Silvio d’Amico e insegnanti e allievi finiscono su palco nel ridare vita alla commedia di Goldoni. La vicenda raccontata dall’autore veneziano è come al solito equilibrata e divertente, la difficoltà stava nel traslocare il dialetto veneziano ai giorni nostri. Prima negli anni ’50 Renato Simoni e poi nel 1973 Luigi Squarzina ne avevano proposto un’edizione in lingua, questa messinscena è guidata dal regista Pietro Maccarinelli con la traduzione e l’adattamento di Paolo Malaguti: il linguaggio si svecchia e diventa comprensibile a tutti, mantiene i tratti tipici del veneziano – personaggio più, personaggio meno – e porta con sé quella carica comica che contraddistingueva la scrittura originale. Da questo punto di vista non si può che lodare il lavoro fatto, inoltre l’adattamento ai giorni nostri – i riferimenti ai social, alla vita odierna etc etc – è buono e non stona come spesso capita.

Tua sorella è una piccola stronza, e tua moglie una grande stronza!

A renderla una commedia attuale è la questione economica-sociale. Goldoni puntava il dito su una generazione dedita alla spesa senza freno, a confronto con una generazione precedente – quella dello zio Cristoforo – che il denaro se l’era guadagnato sporcandosi le mani nel sangue dei suini. O come viene detto: “sventrando maiali”! Una questione della Venezia settecentesca diventa una questione attuale: il mondo dei boomer è posto a confronto con quella degli influencer odierni. Il divertimento – con sberleffi a uno e agli altri – è così dietro l’angolo.

La casa nova è un ottimo lavoro teatrale, capace di riportare in vita Goldoni con grande naturalezza e senza imporvi al di sopra un lavoro concettuale o altri fronzoli artistici che potrebbero disturbare un’opera che ha di per sé una grande efficacia. Nulla di eccezionale la scenografia. La scelta di operare su due campi, uno in primo e l’altro in secondo piano, non aiuta la resa; le parti più interessanti avvengono proprio nel secondo piano, quello più lontano dal pubblico e l’interpretazione istrionica di Santospago ne risulta così depotenziata. Buoni i vestiti e ottimi i movimenti/posizioni nella scena, un applauso agli attori tutti.

Dal 14 al 24 marzo al Teatro India, Roma.


La casa nova di Carlo Goldoniregia: Piero Maccarinelli; traduzione e adattamento: Paolo Malaguti; costumi: Gianluca Sbicca; luci: Javier Delle Monache; musiche: Antonio Di Pofi; aiuto regia: Danilo Capezzani; assistente alla regia volontaria: Serena Spanò; costumi: Sartoria Bàste srl; interpreti: Stefano Santospago, Mersila Sokoli, Iacopo Nestori, Lorenzo Ciambrelli, Edoardo De Padova, Alessio Del Mastro, Sofia Ferrari, Irene Giancontieri, Andreea Giuglea, Ilaria Martinelli, Gabriele Pizzurro, Gianluca Scaccia; foto di scena: Claudia Pajewski; produzione: Teatro di Roma – Teatro Nazionale in collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.

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