La sindrome degli amori passati di Ann Sirot e Raphaël Balboni

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Prologo: Sandra (interpretata da Lucie Debay) e Rémy (interpretato da Lazare Gousseau) non riescono ad avere figli. Un luminare a cui si sono rivolti riferisce di uno studio all’avanguardia in America compiuto su coppie infertili. Pensa che anche loro due possano soffrire della sindrome degli amori passati: per guarire bisogna ritrovare tutti i partner sessuali avuti e riuscire a copulare nuovamente con ognuno. Una volta portato a termine il percorso sessuale di rottura del trauma l’infertilità della coppia avrà termine. La teoria suona strampalata, i due sono confusi. A letto la sera si confrontano arrivando a considerare possibile l’attuazione di questa pratica dall’apparenza sconsiderata come ultima opportunità per riprodursi: si confessano reciprocamente venendo a scoprire che Rémy è stato a letto solo con tre donne, di cui una è la sorellastra Céline (Florence Janas) acquisita dal matrimonio di suo padre con un’altra donna. Sandra si scandalizza: “Ma è tua sorella!”. Lui si giustifica: “è successo la prima estate in cui abbiamo fatto le vacanze insieme, mio padre e sua madre erano all’inizio della loro relazione, ancora tra loro non si consideravano, né chiamavano, fratello e sorella. Sandra, di contro, stila una lunga lista di amanti, di cui non aveva fatto parola. Su due mura limitrofe del loro appartamento attaccano le foto dei rispettivi ex e sotto, col pennarello, segnano i passi compiuti nella ricerca. Molto presto Sandra conclude con successo un paio di incontri e Rémy comincia a ingelosirsi, a starci male. Racconta alla sorellastra Céline del medico e della sindrome provando a proporre la scappatella: la donna reagisce male e gli dice che non accadrà mai, non ha nessuna intenzione di tradire il marito, men che mai per un rapporto quasi incestuoso. Qualcuno suggerisce a Rémy di iscriversi a una app di incontri sebbene di carattere sia schivo, timido e un po’ impacciato: all’inizio si imbarazza solo a mettersi in posa per una foto seducente, poi incontra Marion (Florence Loiret-Caille), una donna più grande che si muove a suo agio nel disguido di aver dato appuntamento per un amplesso a due uomini contemporaneamente: lei lo aiuterà a trarre dalle avventure nell’era digitale i maggiori vantaggi possibili.

Le infedeltà si moltiplicano in uno specchio buffo e dissacrante – le scene di sesso sono sempre raccontate in maniera simbolica attraverso danze, musica, oggetti, dettagli, de-erotizzando l’erotismo, annullando il voyeurismo, spostando la prospettiva di amore e desiderio – il concetto di coppia tradizionale viene smontato a rischio di farlo saltare in aria, le posizioni di potere non sono più evidenti e chiare come sembravano all’inizio.

Con giocosità leggera i due registi Sirot e Balboni ironizzano sugli stilemi della genitorialità e della coppia, sul concetto di tradimento e quello di amore libero, portano a sorridere e a ridere lo spettatore che non sa più che cosa pensare e con chi identificarsi, destabilizzato in allegria. Senza voler dare risposte, punteggiando la vicenda con musiche a contrasto, spesso elettroniche, volteggiando tra una narrazione realista a momenti buffi, spinti verso un umorismo agrodolce sopra le righe, che potrebbe virare al surreale ma si ferma un passo prima, il film affronta con intelligenza e umanità l’intricata mescolanza di amore, passione e voglia di fare famiglia.

Con un finale inatteso, sulle note di Limmensità del cantautore torinese Andrea Laszlo De Simone, La sindrome degli amori passati lascia in bocca un sapore salato, indecifrabile, un senso di instabilità per non aver capito che acrobatica capriola sapiente hanno compiuto i protagonisti di una commedia eccentrica che colpisce l’immaginazione di chi la vede (chi, uscendo dalla visione, non si è messo a contare i suoi ex amanti con l’idea astrusa di ricercarli in giro per il mondo?). Attenzione, sconsiglio su tutta la linea, trattasi di pratica autolesionista che, come minimo, nella vita reale, porta solo guai).

In sala dal 5 settembre


La sindrome degli amori passati  (Le syndrome des amours passées) – Regia: Ann Sirot, Raphaël Balboni; sceneggiatura: Ann Sirot, Raphaël Balboni; fotografia: Jorge Piquer Rodriguez; musica: Julie Roué; interpreti: Lucie Debay, Lazare Gousseau, Florence Loiret-Caille, Ninon Borsei, Florence Janas, Hervé Piron, Andrea Romano, Audrey Muller, Vincent Lecuyer, Tarek Halaby; produzione: Hélicotronc, Tripode Productions; origine: Francia/ Belgio, 2023; durata: 90 minuti; distribuzione: Wanted Cinema.

 

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