Una anima in pace – malgrado il titolo – non la può certo avere Dora, la protagonista molto ben resa da Livia Antonelli, nel nuovo film del regista napoletano Ciro Formisano. E a ragione purtroppo, dato che la ragazza venticinquenne si dibatte e ha da risolvere da sola ad un mucchio di problemi familiari. In condizioni parecchio disagiate, vive in una brutta e anonima periferia romana insieme alla madre (Donatella Finocchiaro), a casa della zia che le aiuta ospitandole. La madre è da poco uscita di prigione per aver sparato al marito violento, ci sta poco con la testa e si comporta spesso da squinternata con sé e con gli altri. In più i due fratellini gemelli piccoli di Dora, Massimo e Nunzio, sono stati dati in affidamento temporaneo ad una famiglia estranea, in attesa che la mamma sia in grado di dimostrare al giudice di potersi rioccupare dei minori.
Siamo ancora in epoca di pieno Covid e per mantenersi la ragazza si sbatte come un frullino, compiendo consegne a domicilio per un supermarket, ma i soldi non bastano mai pur dopo turni massacranti di lavoro e, in più, incontri con clienti o colleghi spesso poco gradevoli. Così per arrotondare le entrate, cede alle lusinghe (anche erotiche) di un aitante pusher di quartiere, Yuri e lo aiuta nello spaccio, sognando così di risolvere i difficili problemi familiari. Primo fra tutti guadagnare tanto da poter cambiare vita lei stessa (sogna di avere un suo negozio di parrucchiera) e soprattutto riportare i suoi fratellini a casa. La situazione sembra immutabile e abbastanza disperata – un giorno, però, incontra casualmente Andrea (Lorenzo Adorni), un giovane studente di medicina, ricco e idealista, figlio di una ex ballerina parecchio snob (Daniela Poggi) con casa nel centro storico e piena di preziosi oggetti artistici. Il ragazzo piano piano riesce ad entrare, anche se difficoltosamente date le palesi differenze di classe e di cultura tra i due, nella vita di Dora, facendola in parte mutare. Cosa che non piacerà per nulla a Yuri con tutte le conseguenze e gli intrighi che ne conseguono.
Giunto alla sua seconda opera di fiction, Ciro Formisano sembra proseguire sul cammino di storie di sopravvivenza e di povertà, già iniziato con il film di debutto, L’esodo (2017). Lì si raccontava di una Francesca “esodata” (dove Daniela Poggi era la protagonista), una umile donna di sessanta anni che senza lavoro e disprezzata dalla nipote sedicenne Mary, finiva col mendicare in Piazza della Repubblica a Roma, tenendolo nascosto alla ragazza. Se nel primo caso, la storia era tratta da un caso vero ambientato nel 2012, nell’era Monti e della riforma Fornero, con L’anima in pace abbiamo invece a che fare con eventi di fantasia ma altamente probabili e, in parte, poi, tratti dall’autobiografica del regista (anche Formisano sembra abbia fatto l’esperienza del “rider” durante il periodo della pandemia).
Il film ha dunque un attento e convincente impianto realistico oltre ad essere molto ben interpretato da tutto il cast a partire, come già si accennava, dalla prova maiuscolo della protagonista Livia Antonelli che riesce a conferire grande spessore e credibilità alla sua interpretazione di una “burina” di quartiere ma del grande cuore d’oro e sano senso comune in quanto è giusto fare. Quello che convince di meno è, invece, la parte conclusiva del plot meno secca e più melodrammatica dove forse si va a sfociare in un certo romanzesco da fiction pura che contrasta invece con il flusso realista del resto della narrazione.
Pur con questo limite, ci sentiamo in pieno di consigliare la visione di questo piccolo ma sincero e simpatico film che ha già avuto giustamente una serie di riconoscimenti in alcune manifestazioni festivaliere minori in Italia, nelle quali è stato presentato in anteprima. E aggiungiamo che sarebbe bello che ci fossero di più di opere come queste che non si adeguano ai vieti canoni e alla mediocrità standard a cui troppo ci ha abituato la produzione audiovisiva del nostro paese.
In sala dal 18 gennaio 2024
L’anima in pace – Regia e sceneggiatura: Ciro Formisano; fotografia: Davide Curatolo; montaggio: Giacomo Villa; musica: Massimiliano Lazzaretti; interpreti: Livia Antonelli, Lorenzo Adorni, Antonio Digirolamo, Donatella Finocchiaro, Federico Mancini, Daniela Poggi, Cinzia Susino; produzione: Roma Piazza di Spagna Production, TVM Digital Media; origine: Italia, 2023; durata: 88 minuti; distribuzione: Farocinema.