Lazarus (per la regia di Valter Malosti)

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Lazarus, titolo di uno dei più toccanti e ultimi capolavori di David Bowie all’interno del suo ultimo album Blackstar, era stato programmato dal Duca Bianco, poco prima di lasciare questo mondo, per essere anche il titolo della straordinaria opera rock, che l’artista aveva scritto assieme al drammaturgo inglese Enda Walsh. In Italia il progetto è stato recepito grazie all’adattamento e alla regia di Valter Malosti, che come tutti coloro che amano Bowie, non poteva non venerarlo e comprenderlo in tutte le più rare sfumature, sia umane che musicali, di  performer poliedrico, geniale ma soprattutto unico.

A interpretare il protagonista Newton, troviamo Manuel Agnelli, ormai personaggio molto popolare grazie alla trasmissione X Factor, ma che noi ricordiamo invece per essere il frontman degli Afterhours, storica rock band milanese, che nel panorama nazionale e non solo ha significato molto.

È proprio l’anima rock che avvicina Agnelli a Bowie, – di cui conosce molto, moltissimo -, nelle tipologie fisiche e di attitudine, i due non hanno quasi nulla in comune tranne appunto la percezione della musica.

La storia è modificata e intersecata da diversi interventi soprattutto del personaggio di Marley, una ragazza misteriosa e tenera, che sembra anche lei essere spuntata dall’etere; si introduce nella vita “dell’uomo caduto sulla terra” per aiutarlo a superare la sua solitudine.

Lazarus è un’immersione nel Bowie-pensiero, nella manifestazione più immediata e toccante, delle molteplici sfaccettature che caratterizzavano tutta la scrittura dei testi e la loro interpretazione, che in verità si trasformava in dei veri e proprio momenti “cult” per il divo inglese.

La struttura narrativa somiglia in modo evidente al flusso di pensiero che proviene dalla mente del protagonista, un uomo che ha rinunciato a tutto a causa delle proprie fobie, dell’ipocondria, dell’incapacità di vivere la vita, a causa della perdita. Un mondo in cui la musica di Bowie funge da cornice, contenitore di molto materiale umano: le storie delle coppie, l’assistente che si innamora di Newton e cerca di sostituirsi all’amata e persa Marylou.

Schermi che proiettano una vita che potrebbe non essere mai avvenuta, perché frutto della mente ossessiva di Newton, uomo venuto da un altro pianeta, tema già centrale nella discografia bowiana, attraverso la figura di Ziggy Stardust.

L’alieno Agnelli, la vincitrice della XIV° edizione di X-Factor Italia Casadilego e la coreografa e danzatrice Michela Lucenti danno vita a uno spettacolo musicale che si può non amare se si è dei puristi di Bowie, ma vi cogliamo tutta la volontà di omaggiare con amore e dedizione uno dei più grandi artisti vissuti negli ultimi decenni di storia della musica.

La colonna sonora dell’opera composta di diciassette brani, che sono collegati da un fil rouge forte e persistente, il quale riesce con eleganza a motivare, seppur a volte a fatica, le scelte estetiche dei personaggi in scena.

The man who sold the war, Heroes, Life on Mars, sono assieme all’introduzione di Lazarus solo alcune delle meraviglie eseguite.

Lazarus è come avrebbe voluto il Duca Bianco un omaggio alla vita attraverso la morte, superandola,  nella comprensione dell’altro, del diverso, dell’alieno, che vorrebbe tornare nello spazio, tra le stelle, dopo avere visitato una terra ostile, luogo in cui non c’è posto per coloro che ascoltano le stesse note e musica di Newton/Bowie.

In scena:
sino al 23 aprile 2023, Teatro Argentina di Roma
Teatro Arena del Sole – Bologna (dal 26 al 30 aprile),
Teatro Mercadante – Napoli (dal 3 al 14 maggio),
LAC Lugano Arte e Cultura – Lugano (dal 18 al 20 maggio),
Piccolo Teatro Strehler – Milano (dal 23 al 28 maggio),
Teatro Comunale – Ferrara (dall’1 al 3 giugno)
Teatro Carignano a Torino (dal 6 al 18 giugno)


LAZARUS di DAVID BOWIE e ENDA WALSH ispirato a The man who fell to earth (L’uomo che cadde sulla terra) di Walter Tevis (versione italiana Valter Malosti ) – Regia: Valter Malosti; interpreti: Manuel Agnelli, Casadilego, Michela Lucenti, Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini, Roberta Lanave (in video) e la band: Laura Agnusdei (sax tenore e sax baritono), Jacopo Battaglia (batteria), Ramon Moro (tromba e flicorno), Amedeo Perri (tastiere e synth), Giacomo “ROST” Rossetti (basso), Stefano Pilia (chitarra), Paolo Spaccamonti chitarra; progetto sonoro: GUP Alcaro; scene: Nicolas Bovey; costumi: Gianluca Sbicca; luci: Cesare Accetta; video: Luca Brinchi, Daniele Spanò; cura del movimento: Marco Angelilli; coreografie: Michela Lucenti;  produzione: Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura.

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