Race for Glory – Audi vs. Lancia di Stefano Mordini

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A partire da una decina d’anni a questa parte e più precisamente dal bel film di Ron Howard, Rush in cui l’attore tedesco Daniel Brühl interpretava il ruolo di Niki Lauda, la fantasmagoria e l’universo delle corse automobilistiche sono state ripetutamente portate sugli schermi. Ricordiamo, di recente, per lo meno un gran Le Mans ’66 – La grande sfida (2019) di James Mangold che in originale si intitolava Ford v Ferrari, oppure due opposte cine-biografie: Lamborghini – The Man Behind the Legend (2022) diretto da Bobby Moresco e quella del veterano Michael Mann, Ferrari (2023), dove Adam Driver interpretava la figura dell’omonimo ingegnere e imprenditore modenese Enzo Ferrari (1898-1988), il costruttore della celebre Rossa di Maranello – due biopic automobilistiche opposte anche nei risultati: la prima pessima senza possibilità di scampo, la seconda molto ma molto migliore anche se non priva di alcuni stereotipi tipici della narrazione americana quando si parla del nostro paese.

Le sfide e il mondo del Rally, invece, era stato sinora dimenticato, anche perché, dopo un quindicennio – diciamo dall’inizio degli anni Ottanta alla metà dei Novanta – in cui queste corse era molto popolari e seguite dalla televisione e da un numeroso pubblico, un cono d’ombra si è abbattuto, sino ad oggi, su questa tipologia di sport agonistico.

A rinverdire il ricordo di tale fenomeno soprattutto per chi non lo ha vissuto dal vivo neanche da piccolo, giunge ora un film sulla carta ambizioso come Race for Glory – Audi Vs Lancia. Diretto da Stefano Mordini fermo dai tempi del mediocre La scuola cattolica, “Fuori Concorso” a Venezia del 2021, il film rievoca le vicende dei Mondiali di Rally del 1983 con la storica rivalità che contrapponeva l’equipe tedesca dell’Audi, guidata da Roland Gumpert (anche qui ritroviamo Daniel Brühl), sino ad allora imbattibile e imbattuta, contro quella della Lancia diretta da Cesare Fiorio (Riccardo Scamarcio). All’epoca l’uomo aveva poco più di una quarantina d’anni e doveva dimostrare alla Fiat e all’Avvocato (in una comparsata troviamo Lapo Elkann) di poter raggiungere dei risultati tangibili per gli affari dell’azienda. Infatti, come si dice in un dialogo (cito a memoria) “L’unica pubblicità possibile è vincere… nessuno vuole comprare un’auto che perde”.

Pur partendo in netto svantaggio contro la superiorità della rivale tedesca che aveva sviluppato per prima la tecnologia delle quattro ruote motrici – una novità assoluta per l’epoca –, Fiorio, anche grazie ad un pizzico d’astuzia oltre che a una cocciuta e incrollabile determinazione al successo, riesce a creare una squadra all’altezza della sfida. “Perdere” era per lui quasi peggio della morte. Così al volante della storica Lancia Rally 037 verrà ingaggiato, portandolo via dalla sua amata passione di apicultore, un asso come Walter Röhrl (Volker Bruch), ancor oggi considerato – da poco ha compiuto i 77 anni – il più grande rallysta del mondo. Seguono allora gare, sconfitte, incidenti vari sino alla conclusione che tutti conosciamo, la vittoria del quinto Mondiale Costruttori da parte della Lancia nell’ottobre 1983. Era nata una stella – dalla 037 nascerà presto l’imbattibile Delta (ma questo il film non ce lo racconta).

Come si accennava, Race for Glory – Audi Vs Lancia è un progetto ambizioso, perché vuole competere con i modelli americani sul piano della grande spettacolarità, in più cavalcando, nelle pieghe del discorso, un certo orgoglio nazionale di casa nostra (oggi piuttosto di moda) nella tenzone contro i rivali crucchi.

Viceversa, il risultato complessivo ci sembra piuttosto deludente: i dialoghi si abbandonano ad una certa retorica della frase altisonante, le scene di corsa non impressionano più di tanto e, last but not least, il doppiaggio della versione italiana non aiuta certo la riuscita complessiva del film.  Forse si potevano lasciar tranquillamente parlare nella loro lingua originale i protagonisti della vicenda narrata che – siamo al cinema e non in un libro di Storia – ha ovviamente subito dei necessari ritocchi, come ci ricordano anche i titoli di coda, rispetto alla realtà dei fatti.

Riccardo Scamarcio

Ma ciò – cosa ampiamente legittima – non è in discussione nell’opera di Stefano Mordini, in discussione per noi è, invece, la presenza persino troppo esuberante di Riccardo Scamarcio che, oltre a dominare ininterrottamente, sequenza dopo sequenza, la scena del film, ne co-firma la sceneggiatura insieme a Mordini e allo scrittore Filippo Bologna, e lo produce con l’inglese Jeremy Thomas, lo storico producer di Bernardo Bertolucci e tanti altri. Anche ad essere grandi fan dell’attore pugliese, ci sembra per dirla con una battuta che “il troppo stroppia”. E così, pur al massimo dei giri e dei rombi assordanti dei motori, il film non decolla. Ma queste sono nostre considerazioni personali, ci auguriamo di essere smentiti da come reagirà, speriamo positivamente, il pubblico.

In sala dal 14 marzo 2024


Race for Glory – Audi vs. LanciaRegia: Stefano Mordini; sceneggiatura: Filippo Bologna, Stefano Mordini, Riccardo Scamarcio; fotografia: Luigi Martinucci; montaggio: Massimo Fiocchi, Davide Minotti; scenografia: Isabella Angelini; interpreti: Riccardo Scamarcio (Cesare Fiorio), Volker Bruch (Walter Röhrl), Daniel Bruhl (Roland Gumpert), Katie Clarkson-Hill (Jane McCoy), Esther Garrel (Michèle Mouton), Bruno Gouery (commissario di gara), Jacopo Rampini (annunciatore), Rebecca Busi (Fabrizia Pons) Haley Bennett (Giornalista), Enrico Oldrati (Christian Geistdorfer), Charlotte Verny (Monika Röhrl), Costantino Seghi, Gabriele Portoghese, Andrea Ascolese; produzione: Riccardo Scamarcio, Jeremy Thomas per Lebowski con Rai Cinema, Recorded Picture Company, Hanway Films, Davis Films, MAS. S.r.l.; origine: Italia/ GB/ Irlanda, 2024; durata: 109 minuti; distribuzione: Medusa.

Photo credit: Matteo Leonetti

 

 

 

 

 

 

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