Stray Bodies – Corpi Erranti di Elina Psikou (Vincitore del premio “Manifesto” al Biografilm 2024)

Ti dico delle parole e tu mi dici la prima cosa che ti viene in mente, ok?

Sì.

Ok, iniziamo. Prima parola: Aborto.

Omicidio.

La giovane poi fa una smorfia e scuote la testa, lo ammette: non pensa realmente che l’aborto sia un omicidio, ma la società gli ha inculcato questo pensiero fin da quando è piccola. In particolare, la società maltese. A Malta l’aborto è illegale e Robin dovrà andare in Italia per abortire, eppure

Se vai in Sicilia stai attenta a non essere truffata.

Ma l’Italia rimane comunque la sua salvezza e prende il primo aereo. Per chi arriva, c’è chi va: Caterina e Gaia vogliono avere un figlio/a, ma nel Bel Paese la fecondazione assistita non è disponibile e le due devono prendere un aereo direzione Grecia. Kiki è invece francese, è affetta da una malattia incurabile e vorrebbe solo morire, ma in Francia l’eutanasia non è permessa. Anche lei dovrà andarsene, per decidere della propria vita.

Corpi erranti, corpi randagi in viaggio per l’Europa tutta per trovare diritti di vita e di morte che nei loro Paesi non sono riconosciuti. In sottofondo un ragionamento continuo e persistente sull’Unione Europea: è la terra dei diritti o quella della sola economia?

Con Stray Bodies, la regista Elina Psikou (vedi la nostra intervista) produce un interessante documentario che ha dalla sua la forza di non prendere una direzione univoca bensì di mettere in gioco ogni ideale perché i pro e i contra possano esprimere i loro pareri a riguardo:

Via i vostri rosari dalle mie ovaie!

Ma anche…

L’aborto a Malta non in mio nome!

E quindi non sorprende che Mario Adinolfi compaia nel documentario a difesa della famiglia, come non sorprende che di eutanasia ne parli un religioso che in nome del proprio credo è pronto a soffrire perché

Maggiore è il dolore, maggiore è la resurrezione.

Allo stesso modo una dottoressa per il suicidio assistito racconta il suo lavoro, schierandosi pro eutanasia ma contro l’aborto:

È come se fossi un’ostetrica, un’ostetrica del fine vita.

Oltre alla pluralità di punti di vista, il documentario si rende capace di scendere dall’ideale al pratico: aborto, eutanasia, fecondazione assistita sono descritti se non mostrati nei dettagli, perché un’idea e un diritto non sono soltanto qualcosa che vive nell’iperuranio bensì respira e muore nel concreto. Ciò permette alla regista di alternare momenti di leggerezza a momenti di profondità pratica, nel quale la vita compare o sparisce davanti ai nostri occhi da spettatore.

Stray Bodies è un buon prodotto. Dalle tante storie e con molteplici visioni proposte, il punto forte è il discorso politico che tesse: dove è l’Unione Europea? Cosa ci rende cittadini europei: i diritti o l’euro? Corpi erranti che vagano su sfondi fissi di edifici, chiese e immagini sacre, a vagare a suon di musica (Papa don’t preach) o trascinati da scale mobili e mezzi vari. Le persone paiono acquarelli nella fissità europea, pronta a garantire i diritti i ricchi, altrettanto pronta a far sudare chi soldi non ne ha. Anche morire, come nascere, ha un prezzo, salato.

In sala e in tour in Italia dal 13 giugno 2024. 


Stray BodiesCorpi Erranti (Adéspota kormiá) – Regia e sceneggiatura: Elina Psikou; fotografia: Nikolas Karanikolas; montaggio: Nikos Vavouris; produzione: Jungle Films, Contrast Film, Doclab, Red Carpet; origine: Grecia/Svizzera/Italia/ Bulgaria, 2024; durata: 109 minuti; distribuzione: DOCLAB.

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