Teatro: Mettici la mano di Maurizio De Giovanni per la regia di Alessandro D’Alatri

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Dopo il successo della serie televisiva Il Commissario Ricciardi, Maurizio De Giovanni, scrittore, sceneggiatore e drammaturgo napoletano, propone un nuova versione teatrale, Mettici la mano, una costola drammaturgica della famosa saga televisiva, firmata dall’ultima regia di Alessandro D’Alatri.

Ospitato di recente a Roma al Teatro Parioli, si tratta di uno spettacolo coinvolgente in cui i protagonisti, due noti personaggi della serie, sono andati in scena con grande complicità e sintonia, tra scambi di registri drammatici e di comicità.

Una scenografia perfettamente ricostruita, uno scantinato messo sottosopra dalle conseguenze nefaste del nazifascismo, ci racconta della Napoli nella primavera del 1943, oppressa dai bombardamenti; la scena nell’immediatezza, coinvolge, cattura, fa innamorare.  Si ricrea quell’intimità, dove i personaggi trovano rifugio per ripararsi dal rumore assordante delle bombe aeree, ripiegati in se stessi per sottrarsi da qualcosa che inesorabile assorda, come il rumore della guerra.

Il clima di tensione è smorzato dalle battute esilaranti di “Bambinella”,  interpretata da Adriano Falivene, strepitoso in ogni suo gesto e movimento. Questo personaggio è il primo, grazie alle sue doti interpretative e caricaturali, a trasmettere fiducia allo spettatore, credibile e vicino alla cultura partenopea del “femminiello”. Esso ha una connotazione salvifica, qui, come scelta autoriale, ma è, al tempo stesso, anche incardinato ad un retaggio di solidi principi legati alle tradizioni, dove il mito Mariano, la fede rivolta ad un’immagine femminile, libera le anime dalla sofferenza.

Una leggenda medioevale narra, che il 2 febbraio, giorno della Candelora, una vergine nera soccorse due amanti omosessuali, lasciati morire legati ad un albero tra lastre di ghiaccio, la Mamma è diventata protettrice dei “femminielli” e delle persone omosessuali – noto è, infatti, il pellegrinaggio al Santuario della Madonna di Monte vergine anche chiamata Mamma Schiavona.

A sinistra della scena, infatti, è onnipresente la statua della Madonna, dove il nostro protagonista Bambinella, si rivolge per chiederle continue grazie ed approvazioni, inginocchiata, in preghiera, nascosta sotto una veste che ricorda quella di una suora.

Arrivano quasi per svelarne l’identità, una giovane ragazza di nome Milena (Elisabetta Mirra) arrestata dal Brigadiere Maione (Antonio Milo), perché colpevole di aver commesso un crimine e averne confessato il reato senza rimorso alcuno: spinta a raccontare del tragico omicidio, grazie all’abilità di Bambinella, curiosa e fedele amica, nonché, prezioso contributo per il brigadiere, conoscendo fatti e misfatti della città. A Napoli il “femminiello” rappresenta una figura tollerata in tutti in quartieri: così come viene qui rappresentata, è riconosciuta e rispettata di una valenza importante, se pur con i suoi aspetti popolari, saggia, acuta. Quindi tra sacro e profano trova la sua completezza identitaria di uomo, donna e si dispone con benevolenza materna.

Il Brigadiere, invece, immagine di uomo impeccabile, cerca di domare gli istinti della ragazzina ribelle, perché dietro quel gesto efferato si nasconde un grande dolore, accusata di aver sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, presso il quale prestava servizio.

Antonio Milo, severo, rigoroso, perfettamente immerso nel ruolo, incarna la serietà dell’uomo ligio al dovere, ma anche tanto umano e sorpreso nonostante sia abituato a conoscere le sfaccettature che cela la mente umana – quasi paterno, si rivolge alla giovane Milena, complice, protettivo, scagionando la sua colpevolezza. Elisabetta Mirra, talentuosa giovane attrice, indossa le vesti della ragazza, troppo giovane per essere provata dalla vita, carica di livore, rabbia e freddezza perché ferita da un trascorso difficile e imperdonabile. Adriano Favilene interpreta, con grande umanità, una Bambinella dalla vita triste e dolorosa, cresciuta orfana e costretta alla prostituzione, ma che non smette di credere ad un riscatto, tanto che, grazie alla sua umanità, convince la giovane Milena a confidare nella fede mariana.

Superstizione, umanità, valori, tradizioni popolari, storia, così una Napoli che non si cela dietro false ipocrisie, viene raccontata egregiamente grazie alla simbiosi dello strepitoso cast di attori e alla sagace penna di Maurizio De Giovanni.

In Tournée dal 21/10/2021 al 14/04/2024


Mettici la mano di Maurizio De Giovanni; regia: Alessandro D’Alatri; scene: Toni di Pace; costumi: Alessandra Torella;  luci: Davide Sondelli; musiche: Marco Zurzolo; interpreti: Adriano Favilene, Antonio Milo, Elisabetta Mirra; produzione: Giampiero Mirra per Diana Or.I.S.; durata: 80 minuti.

 

 

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