Una famiglia mostruosa di Volfango De Biasi

  • Voto
2.5

Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se trasportassimo la famiglia Addams in un soleggiato podere romano? Se i protagonisti di Twilight fossero due banalissimi (si fa per dire!) universitari fuorisede? Se il buon Salem, l’irriverente amico felino di Sabrina vita da strega, parlasse come Gigi Proietti nella pubblicità del caffè in cialde? Se la Regina di Biancaneve, interrogando lo specchio, avesse ricevuto come unica risposta l’enigmatica filastrocca “prego, inserire password”? Se i protagonisti di Hotel Transilvania venissero per sbaglio scaraventati in un cinepanettone all’italiana? No? Beh, cominciate a domandarvelo.

Si, avete capito bene: al regista Volfango De Biasi piace rimescolare le carte in tavola, come una strega che si diverta a riversare nel suo enorme paiolo cinematografico gli ingredienti più assurdi e stravaganti. Coda di lucertola: e improvvisamente veniamo catapultati in un tranquillo quartiere di periferia, nel bel mezzo della notte di Halloween. Occhi di rospo: un gruppo di ragazzini suona alla porta di Lillo. Zampe di mosca: Lillo non elargisce dolcetti, in compenso racconta allegre storie dell’orrore. E così possiamo iniziare.

C’era una volta, in un tempo lontano lontano (diciamo nel remoto 2019 o giù di lì, prima della pandemia), fra i meandri di un vasto e oscuro reame (Roma), un giovane di bell’aspetto e di buone maniere – insomma, il classico studente di giurisprudenza o di economia (qui interpretato da Cristiano Caccamo). Adalberto era il suo nome, tristi erano le sue giornate, modesto l’appartamentino a Tor Vergata finanziato, secondo giustizia, dai genitori rimasti in provincia. In una serena mattinata estiva, il nostro principe incontra finalmente la propria principessa: si tratta di Luna (Emanuela Rei), una dolce, gentile e biondissima laureanda dal futuro promettente che, come ogni principessa, studia sodo e ha la media del trenta e lode. I due si innamorano, vanno a convivere e – colpo di scena! – lei rimane incinta. Urge una rimpatriata familiare per suggellare l’unione: orrore. Riuscirà l’impavida eroina a sfidare la sorte e a superare indenne l’esame della suocera? Riuscirà l’ardimentoso cavaliere a non morire di vergogna di fronte all’atroce svelamento del quadretto parentale? Chi lo sa.

Sta di fatto che qualcosa bolle in pentola. Ad esempio, la vera identità di Adalberto, il quale più che principe è licantropo – ma ormai, dopo la saga firmata da Stephenie Meyer, siamo pronti a tutto. Fra parentesi, chi giudicasse mediocre la sceneggiatura di De Biasi, evidentemente non ha mai avuto a che fare con il fotoromanzo preadolescenziale targato Edward Cullen e Bella Swan, dai toni decisamente più comici rispetto a quelli evocati da Lillo. Ma torniamo a noi. Penetriamo dunque una densa cortina di nebbia e in men che non si dica ci ritroviamo nella residenza estiva del Conte Dracula. Qui vivono gli inquietanti consanguinei del nostro mannaro senza macchia e senza paura, nell’ordine: la diabolica e gelosissima madre-fattucchiera (Lucia Ocone), il remissivo padre-vampiro (Massimo Ghini), lo zio tonto (e chi se non Paolo Calabresi?), la saggia ma invisibile nonna-fantasma (Barbara Bouchet) e – reggetevi – una Mercoledì Addams dai capelli viola (Sara Ciocca) destinata ad indossare le vesti di ribelle teenager per l’eternità: orrore. Luna fugge spaventata. Ma non sa che il vero incubo si nasconde al di fuori del castello fatato.

In fondo, chi ha ancora paura del buio? Chi si spaventa più di fronte a case infestate, oggetti magici e bare animate? Chi trasalirebbe alla vista di un fantasma? I nuovi mostri preferiscono esibirsi alla luce del sole, magari guidando una macchina blindata color giallo canarino, litigando in dialetto e urlando improperi dal loro smartphone satellitare ultima generazione. Insomma, le chimere del ventunesimo secolo si comportano esattamente come i genitori della nostra nobile e raffinata principessa (che, a proposito, si chiama Luana): il padre (guarda caso, Lillo) irrompe sulla scena sbraitando in romanesco, elargendo robuste pacche sulle spalle agli sventurati presenti e sporgendosi a più non posso verso i propri interlocutori. La madre (Ilaria Spada) sfodera bigiotteria di gran lusso, unghie finte e un master in psicologia spiccia ottenuto presso l’università della vita. Il nonno (Pippo Franco) è senile, ma di buon cuore. La banda non fa in tempo a giungere nei pressi del maniero che inizia uno scatenato samba a chi la spara più grossa. Tutti si nutrono di aglio (fa bene al sistema immunitario) e gesticolano come ultras allo stadio: orrore.

Se pensate – come la sottoscritta – di essere personcine troppo schizzinose per la risata spiccia e gustosamente ignorante di Una famiglia mostruosa, beh vi sbagliate: non si sa come, non si sa perché, ma il siparietto comico in pieno stile Il principe e il povero (anche se travestito da cinepanettone di Halloween) in qualche modo funziona sempre. E siate, per una volta, sinceri: non avete mai trascorso le vacanze con uno zio un po’ svanito? Non siete mai stati oggetto d’ingiustificato bullismo da parte della sorellina rompiscatole? Non conoscete nessun genero il cui discreto savoir faire ricordi quello di un ippopotamo in una cristalleria? Fortunati voi. Ma noi, che lo siamo un po’ meno, di certo non ci copriamo il volto davanti a questa storia di ordinario terrore.

In sala dal 25 novembre

 


Cast & Credits

Una famiglia mostruosa  – Regia: Volfango De Biasi; sceneggiatura: Volfango De Biasi, Tiziana Martini, Filippo Bologna, Alessandro Bencivenni; fotografia: Roberto Forza; montaggio: Stefano Chierchiè; interpreti: Cristiano Caccamo (Adalberto), Emanuela Rei (Luana), Massimo Ghini (Vladimiro), Lillo (Nando), Lucia Ocone (Brunilde), Ilaria Spada (Stella), Sara Ciocca (Salmetta), Paolo Calabresi (Zio Nanni), Barbara Bouchet (Crisilde), Pippo Franco (Nonno Paride); produzione: Italian International Film con Rai Cinema; origine: Italia 2021; durata: 95’; distribuzione: 01. Distribution.

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