The Conjuring – Per ordine del diavolo

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Ritornano i coniugi Warren nel terzo episodio delle loro avventure demoniache, collegate nel cosiddetto Warrenverse (o Universo dei Warren) ad altri cinque film che compongono una saga horror molto redditizia, inaugurata dal veterano dell’horror James Wan con L’evocazione – The Conjuring nel 2013 (https://www.closeup-archivio.it/l-evocazione-the-conjuring). In questo terzo film, Wan lascia la regia a Michael Chaves, già addentro nelle tematiche in uno dei precedenti film della saga, La Llorona – Le lacrime del male del 2019 (https://www.closeup-archivio.it/venezia-76-la-llorona).

Per chi non li conosce, i coniugi Ed e Lorraine Warren sono realmente esistiti, lui scomparso nel 2006 e lei nel 2019 dopo una carriera che si può definire più unica che rara. La coppia ha indagato per quarant’anni su casi del paranormale e sulla demonologia, conquistandosi il titolo di detective dell’incubo e costruendo nella loro casa un vero museo dell’occulto con tutti gli oggetti “posseduti” che avevano tracciato i casi risolti, per esempio il caso di Amityville, tanto per dirne uno tra i più noti.

The Conjuring – Per ordine del diavolo è liberamente ispirato alla storia vera di Arne Johnson, un ragazzo che nel 1981 uccise il suo padrone di casa dichiarando poi di averlo fatto sotto possessione demoniaca. Al processo, la difesa dell’uomo puntò sulla sua effettiva mancanza di coscienza al momento dell’omicidio, formulando il primo caso nella storia giudiziaria americana dove un avvocato ha difeso il proprio cliente basandosi su prove di una condizione di influenza sovrannaturale. Ai Warren, invece, fu chiesto di trovarne le prove.

Anche se il verdetto finale non lo sveliamo, il film ovviamente non si basa sullo svolgimento del processo, subito abbandonato anche perché non di effettivo interesse cinematografico, ma sulla ricerca di prove dell’esistenza dei demoni da parte dei Warren. Qui come in ogni film della saga finisce il based on a true story e inizia il vero motivo di interesse per cui si paga il biglietto, ovvero la discesa dei protagonisti verso i territori del male puro, tra diavolacci e messe nere. Il tutto servito in quella giostra horror che James Wan aveva perfettamente imbastito nei suoi film e per i quali aveva trovato un taglio visivo particolare e soprattutto un modo di ampliare e rielaborare i jump scare tanto cari al cinema horror degli ultimi trent’anni (basti vedere quel manuale del salto sulla sedia che è Insidious, 2010, https://www.closeup-archivio.it/insidious).

La cosiddetta apparizione o suono improvviso che risale addirittura a Il bacio della pantera, capolavoro di Jacques Tourneur del 1942, è stata eletta a cifra stilistica di questa serie di film, così come il colpo di scena che rigira la storia lo era stato per la filmografia di M. Night Shyamalan. Bisogna dire che in questo trucco facile viene però dimostrato un certo rispetto per lo spettatore che tra i vari orrori trova personaggi molto umani, nelle cui relazioni è facile entrare e per cui ci si può commuovere, provare empatia o tifare.

Sì perché i Warren vincono rispetto ad altri concorrenti grazie alla loro infinita umanità, restituita da quella coppia di attori sempre a proprio agio formata da Vera Farmiga e Patrick Wilson. Non sono solo due eroi ma due persone innamorate e questo basta per allontanare i peggiori spettri. Specialmente dal secondo film, The Conjuring – Il caso Enfield (2016), è interessante citare una scena molto toccante in cui Patrick Wilson-Ed Warren suona e canta Can’t Help Falling In Love With You di Elvis ai quattro bambini terrorizzata dai fantasmi, e questo momento intimo di momentanea pace ci ricorda che il cinema horror ci parla e non è solo scene di gente che muore.

Allo stile barocco e iperbolico di Wan, fatto spesso di primi piani esagerati, grandangoli, zoomate, repentini cambi di scena, effetti pratici, colori alla Mario Bava e vorticose discese nell’onirico, Michael Chaves preferisce uno stile più classico e compassato che trasforma ogni scena di paura in qualcosa di piuttosto prevedibile perché facente parte di un campionario già ben sperimentato, e la tensione è costruita in maniera molto accademica, eppure non per questo risulta poco divertente, d’altronde il sentimento del brivido provato in un luogo sicuro è come un giro sulle montagne russe, finito uno siamo pronti per ricominciarne un altro.

Per ordine del diavolo nel vario campionario orrorifico scopre un altro punto debole nelle scene di quotidiana umanità che avevano reso la saga così diversa da molti altri prodotti commerciali di Hollywood e nell’uso un po’ pigro degli effetti speciali. Ce n’è comunque abbastanza per uscirne appagati e spesso basta una veloce dichiarazione d’amore tra i Warren per farci sperare che i due indagatori dell’incubo continuino a scacciare mostri e diavoli nel buio di una sala cinematografica ancora per molto tempo.

In programmazione da mercoledì 2 giugno.


The Conjuring – Per ordine del diavolo Regia: Michael Chaves; sceneggiatura: David Leslie Johnson; fotografia: Michael Burgess; montaggio: Peter Gvozdas; interpreti: Vera Farmiga (Lorraine Warren), Patrick Wilson (Ed Warren), John Noble (Kastner), Ruairi O’ Connor (Arne Johnson), Eugenie Bondurant (occultista); produzione: Atomic Monster, New Line Cinema; origine: USA 2021; durata: 112’; distribuzione: Warner Bros. Italia.

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