Festa del Cinema di Roma: Astolfo di Gianni di Gregorio (Grand Public)

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Delicato, poco convenzionale e carico di umanità,  il cinema di Gianni Di Gregorio ha la non semplice qualità di raccontare storie ordinarie con sensibilità e dolcezza rendendole originali e poco scontate, pur nella loro evidente semplicità .
Il suo è uno sguardo approfondito e al tempo stesso ironico che da sempre ha saputo cogliere e dipingere sfaccettature e diverse prospettive della non più giovane età.
Dopo il malinconico Lontano Lontano (2019) vincitore del David di Donatello per la miglior sceneggiatura non originale, Di Gregorio torna sul grande schermo presentando un film delicato, che parla di amore e di tenerezza senile con garbo, classe e un pizzico di ironia.
Innamorarsi a settant’anni sembra difficile, quasi impossibile perché ci si abitua a convivere con le proprie abitudini e a sopportare, magari malvolentieri e in silenzio, la propria solitudine.
Rimettersi in gioco non è mai semplice, ma a settant’anni può essere ancora più complicato, specialmente se si parla di un coinvolgimento diverso e più profondo, in grado di scombussolare i piani di una vita da sempre programmata in solitudine.
È quello che succede, improvvisamente, ad Astolfo, ex professore in pensione sfrattato dal suo appartamento di Roma e costretto a trasferirsi nella vecchia casa di famiglia, un tempo un palazzo nobiliare, oggi un vecchio rudere che conserva solo l’eco dello sfarzo del passato.
Il nostro protagonista dall’animo nobile, perché è questa la caratteristica che in assoluto lo contraddistingue, si arrangia nella nuova vita vivacchiando giorno per giorno e ospitando in casa, se così si può chiamare, tre scapestrati come lui, che si arrabattano a cucinare, giocano a carte e bevacchiano tutto il giorno.
Astolfo trascorre con loro le sue giornate, discute con il prete della chiesa del paese, si azzuffa con il sindaco per questioni legate alla proprietà della casa, e incontra, quasi casualmente, Stefania, di cui si innamora quasi subito.

Ma l’età, la solitudine e la mancanza di compagnia femminile lo rendono impacciato e poco credibile negli approcci con la lei di turno (una dolcissima Stefania Sandrelli).
Astolfo, proprio come un ” cavaliere d’ altri tempi” è goffo e tenero al tempo stesso, quasi stupito ed emozionato davanti al nuovo sentimento che lo coinvolge.
E allora anche inviare un messaggio alla donna del cuore o azzardare un invito fuori diventa complicato, per non parlare del tentativo di un candido approccio fisico. Difficile, complicato ma entusiasmante e dolcissimo.
La solarità e la bellezza genuina di Stefania, una sua coetanea entusiasta e piena di vita, lo stregano completamente, regalandogli sensazioni ormai- forse- sepolte.
L’uomo, vivendo delicatamente la sua nuova passione, rinasce a nuova vita, più travagliata e complicata certamente, ma sicuramente degna di essere vissuta con slancio e senza timore, nonostante la non più giovane età.
Gianni de Gregorio ci consegna un film pieno di vitalità e di passione, con piccoli momenti di naturale malinconia e di grande libertà, quella, di poter ricominciare a vivere con slancio l’ amore sempre e a qualunque età.
Il suo occhio attento alle sfaccettature intime è realistico e profondo, sottile e ironico al tempo stesso.
Un film che lascia addosso una profonda voglia di vivere.

“Credo che Astolfo sia il film più allegro e spensierato che ho fatto. Sicuramente il lungo isolamento dovuto alla pandemia e un acciacco di salute hanno scatenato una reazione straordinaria e incontrollata, considerando il fatto che mi sono messo a parlare d’amore alla mia età”.

In sala dal 20 ottobre


Titolo: Astolfo; Regia: Gianni Di Gregorio; sceneggiatura: Gianni Di Gregorio; fotografia: Maurizio Calvesi; scenografia: Luigi Conte; interpreti: Gianni Di Gregorio, Stefania Sandrelli, Alfonso Santagata, Alberto Testone, Mauro Lamantia, Agnese Nano, Simone Colombari, Andrea Cosentino; produzione: Bibi Film, Rai Cinema, Le Pacte; distribuzione: Lucky Red; origine: Italia,Francia 2022; durata: 97’

 

 

 

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