Io e Sissi di  Frauke Finsterwalder

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Ma perché non la lasciano in pace, povera Sissi, anzi povera Sisi?

Recensendo Corsage – Il corsetto dell’imperatrice segnalavo la moda di film e serie dedicate a Elisabetta d’Austria (1837-1898) annunciando l’uscita per il 2023 di un film intitolato Sisi & Ich. Il film è arrivato ed è stato presentato  nella sezione Panorama della Berlinale 2023. In quella occasione, dopo una serie di domandine di prammatica, una giornalista austriaca in conferenza stampa aveva rivolto alla regista la domanda più delicata da porre: mi scusi, signora Frauke Finsterwalder [NdR: la regista], lei e Suo marito [NdR: Christian Kracht,  co-sceneggiatore, oltreché originalissimo scrittore tedesco) Corsage – Il corsetto dell’imperatrice lo avete visto, prima di mettervi al lavoro? L’espressione del volto della regista, a quel punto, si è oscurata e con estrema durezza ha detto che no, non ha visto nulla, non ha voluto vedere nulla e che solo quando il film passerà nelle sale (fine marzo 2023) andrà a vederselo. Sarà stato vero? E sarà vero anche per gli altri membri della troupe? Chissà. Certo è che l’aria non era di quelle esattamente rilassate.

E altrettanto certo è che Sisi & Ich, ora in uscita in sala anche da noi con il titolo Io e Sissi, parte da alcuni presupposti molto simili a quelli di Corsage – Il corsetto dell’imperatrice . Il primo e più evidente è l’intenzione di scoronare e di smitizzare la leggenda Sissi, qui evidenziato anche dal nome proprio, dal fatto che la protagonista perde una “s”. Un altro presupposto (o scelta che dir si voglia) riguarda le modalità tramite le quali avviene lo scoronamento, che sono, nel film di Finsterwalder, più o meno lo stesse: Sisi si è allontanata dalla Corte, si è allontanata da Francesco Giuseppe, è andata a vivere in un paese straniero (qui, rispetto a Corsage, siamo in una fase successiva, perché Sisi è già al Sud, in Grecia, nell’Achilleion di Corfù (opportunamente rifatto dagli scenografi del film). L’allontanamento dalla corte significa, in entrambi i film, l’allontanamento dall’etichetta, l’assunzione di un comportamento e di un linguaggio piuttosto stravagante, oltreché, anche qua in entrambi i film, una serie di ossessioni legate alla corporeità, nell’abbigliamento e nella dieta – quando lo spettatore di Sisi & Ich vede l’inquadratura ravvicinata del corsetto che si stringe quasi non crede ai suoi occhi, e lo stesso succede quando vede Sisi fare il bagno nella vasca. Vi è un altro aspetto comune ai due film, volto anch’esso allo scoronamento, ossia l’uso della musica contemporanea, pop, rock che dir si voglia, entrambi i film ne fanno abbondante uso, ed è in entrambi in casi si tratta di una musica di una certa qualità. Persino in una serie di personaggi minori i film presentano delle somiglianze: quello che nel film di Marie Kreutzer era Ludwig di Baviera, qui è l’arciduca Viktor von Österreich, fratello minore di Francesco Giuseppe, stravagante e molto queer, o anche la puntata in Inghilterra con l’ambiguità erotica che ne deriva. Per finire ancora due cose da segnalare: 1) sia in Corsage che qua si allude, in relazione alle poche volte in cui l’imperatrice non può esimersi dal presentarsi a corte, al fatto che essa preferiva ricorrere a sosia; 2) entrambe le registe si inventano una morte controfattuale di Sissi.

Fine delle somiglianze, ma in realtà si potrebbe continuare…

La principale differenza fra i due film è nelle due parole che fanno seguito a “Sisi”, ovvero “& ich”. Lo “ich” è – personaggio storicamente attestato – la contessa Irma von Sztáray, nobile ungherese che si candida per diventare dama di compagnia di Sissi/Sisi. L’operazione di scoronamento attuata nei confronti dell’imperatrice viene compiuta anche sulla nobildonna che viene, fin dall’inizio, presentata come una ragazza imbranata ma che fa di tutto per ottenere quel posto, non foss’altro che per sfuggire alla madre, al matrimonio o al convento. Fra le due donne, pur in una relazione gerarchica molto netta, ciò che tecnicamente si chiama grooming (la regista ha raccontato che una delle fonti di ispirazione è stata la biografia di Michael Jackson, scritta dal suo assistente Frank Cascio, Michael e Sissi, due popstar di due secoli diversi) viene a crearsi una complicità che traligna a tratti nell’ambiguità – se vogliamo, la queerness finisce così per essere il coronamento dello scoronamento.

Le attrici scelte da Finsterwalder sono eccellenti e pur entrambe tedesche internazionalmente note, ovvero Susanne Wolff (Styx) che interpreta Sisi e Sandra Hüller (che dopo Requiem, Vi presento Toni Erdmann, Valzer fra gli scaffali nell’anno appena trascorso è stata definitivamente consacrata con Anatomia di una caduta e La zona di interesse), divenuta essa stessa nel frattempo a sua volta una popstar (ha da non molto pubblicato un disco) canta pure. La chimica fra le due interpreti funziona alla perfezione. Ottimo anche Georg Friedrich che interpreta il fratello di Franz Josef. In un cameo, a interpretare la vecchia madre di Sissi, anche Angela Winkler.

Il film presenta diverse lungaggini oltre a un marcato tentativo di voler a tutti i costi divertire senza riuscirci granché. E con ciò speriamo che per un po’ di tempo la povera Sissi o Sisi che dir si voglia possa riposare in pace.

In sala dal 4 luglio 2024


Io e Sissi  (Sisi & Ich) – Regia: Frauke Finsterwalder; sceneggiatura: Frauke Finsterwalder, Christian Kracht; fotografia: Thomas W. Kienast; montaggio: Andreas Menn; interpreti: Susanne Wolff (Elisabetta d’Austria-Ungheria), Sandra Hüller (contessa Irma von Sztáray), Georg Friedrich (arciduca Viktor d’Austria), Anthony Calf, Tom Rhys Harries; produzione: Walker & Worm (Monaco di Baviera); origine: Germania/Svizzera/Austria, 2023; durata: 132 minuti; distribuzione: Movie Inspired.

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