La madre di Florian Zeller (per la regia di Marcello Cotugno)

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Prima parte della sua trilogia sulla famiglia borghese, La madre è stato scritto nel 2010 da Florian Zeller ed è uno spettacolo intenso e controverso. Il tocco del regista e sceneggiatore francese, considerato oggi uno dei più validi drammaturghi contemporanei oltre che premio Oscar con The Father per la migliore sceneggiatura non originale nel 2020, infatti, si nota in maniera evidente e sostanziale anche nella drammaturgia scelta dal regista Marcello Cotugno.

Al Teatro Quirino di Roma: gli interpreti dello spettacolo

La materia scelta è quella più antica e drammatica nonché universale, dai richiami della tragedia greca alla commedia italica contemporanea: il rapporto madre/figlio.
Partendo da un complesso antefatto in cui la mancanza d’amore in una coppia ventennale è sublimata dalla devozione della madre per il figlio (Niccolò Ferrero), si dipanano poi tutte le attitudini e i pensieri che potremmo definire patologici.
La struttura narrativa dell’opera fa da guida alla mente della madre, che vive in una sorta di multiverso, in cui tutto è sdoppiato e viene vissuto su più piani confondendone la realtà. Tutto viene scaturito dalla decisione del figlio di vivere da solo, ormai adulto e innamorato di una ragazza (Chiarastella Sorrentino): il fatto viene vissuto da Anna, interpretata da una profonda Lunetta Savino, come un vero e proprio abbandono, una sorta di tradimento del rapporto sostitutivo del già fallito matrimonio con il padre del ragazzo, dedito a un’altra storia.
Nell’indagine psicologica del testo emergono chiare le domande attraverso una storia, la cui drammaturgia indaga sulla reale situazione del rapporto tra una donna rimasta sola per via del fallimento matrimoniale o forse dell’eccessivo e ossessivo amore per il figlio maschio, non a caso Anna ha anche una figlia che più volte dichiara di non voler vedere perché non le piace molto.
Parole surreali che stonano contro qualsiasi amore materno degno di questo nome e che vanno a corroborare il concetto patologico della storia.
Lunetta Savino e Andrea Renzi (il marito) danno vita in apertura dello spettacolo a uno scambio verbale in cui la protagonista chiede ripetutamente in tono sarcastico se l’uomo fosse in riunione, alludendo al tradimento con l’amante.

Lunetta SavinoAndrea Renzi

Una situazione, un cliché di una società materialistica in cui tutto è semplice da far accadere e in cui il tradimento sembra fare parte di una nuova forma di vita, in cui invece l’allontanamento del figlio maschio diventa insopportabile e il complesso edipico inevitabile.
Anna è colpevole di avere rinunciato ai sogni, riversando tutto su un solo figlio maschio, questa decisione la fa vivere in uno stato catatonico e onirico in cui sembra essersi addormentata, rivivendo nel suo sogno ad occhi aperti più soluzioni della stessa situazione, alternando scene surreali a scene iperrealistiche, confondendo così i piani e gli accadimenti.
Anna si risveglierà totalmente? Riuscirà a sopportare il distacco.
La madre ci dona uno scenario drammatico di livello, avvicinandoci a un teatro indispensabile rispetto alla necessità di approfondire e sviscerare tematiche centrali nella sfera delle relazioni, tanto attuali quanto misteriose e viscerali rispetto ad archetipi mai sopiti.

Dopo il Teatro Quirino di Roma, prossime date della tournée:
30/03/2023 – 02/04/2023 Trieste (TS) Orazio Bobbio
03/04/2023 Bassano Del Grappa (VI) Remondini
5/04/2023 – 23/042023 Catania (CT) ABC
28/04/2023 – 30/04/2023 Faenza (RA) Masini


La madre di Florian Zeller – Regia: Marcello Cotugno; interpreti: Lunetta Savino, Andrea Renzi, Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino; produzione: Compagnia Molière in coproduzione con Teatro di Napoli Teatro Nazionale e Accademia Perduta Romagna Teatri.

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