L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat di John Madden

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Per dirla sin da subito, sembrerebbe un war movie ma alla fine non lo è. Innanzitutto, però, di cosa tratta questa “Operazione” a cui si riferisce il titolo del film che in originale si chiama appunto, seccamente, soltanto Operation Mincemeat (cioè ” Operazione carne tritata”).

A leggere la benemerita Wikipedia si scopre, per chi non lo sapesse come il sottoscritto, che “fu un piano condotto nella primavera del 1943 dai servizi segreti britannici allo scopo di far credere all’esercito nazista che sarebbero avvenuti degli sbarchi alleati in Grecia e Sardegna, e che la Sicilia sarebbe stata utilizzata come diversivo per distrarre le forze dell’asse dai veri obiettivi principali. Ideatore del piano fu Ewen Montagu, il quale prese ispirazione da un racconto di Ian Fleming, suo collega nel servizio segreto navale britannico”.

Ora dato che sappiamo benissimo che all’alba del 10 luglio 1943 gli alleati sbarcarono in Sicilia trovando scarsa resistenza soltanto nelle già sfiancate e poco convinte forze del regio esercito italiano e che da lì iniziò la vittoriosa liberazione del nostro paese, per lo spettatore odierno, dunque, non ci può essere la minima suspense. Che invece domina nei protagonisti di questa fondamentale azione di depistaggio spionistica, osteggiata dai militari inglesi ma approvata personalmente da Winston Churchill, oggetto, più di una decina di anni fa, di un importante libro pubblicato anche nel nostro paese: L’uomo che non c’era: come il controspionaggio inglese nascose a Hitler lo sbarco in Sicilia (Oscar Mondadori, 2012) del giornalista – tra l’altro è opinionista del “Times” – e scrittore inglese Ben Macintyre. Il quale ha arricchito la conoscenza dei fatti grazie a documenti dei servizi segreti, fotografie, memoriali e diari dei protagonisti.

La vicenda, comunque, era già nota negli anni Cinquanta tanto che dal libro del principale artefice di questo intrigo che sa un po’ di fantascienza, l’avvocato prestato ai Servizi, Ewen Montagu, era stato tratto un film piuttosto apprezzato all’epoca The Man Who Never Was (L’uomo che non è mai esistito, 1956) diretto da Ronald Neame con Clifton Webb e Gloria Grahame.

Come si accennava, è stato, però, più di recente il volume di Ben Macintyre a scavare maggiormente a fondo nei fatti, in tutta la loro complessità, è da esso è nato lo script della sceneggiatrice e produttrice cinematografica americana Michelle Ashford, nota soprattutto per le serie tv The Pacific (2010, di argomento bellico) e Masters of Sex (2013–2016, tutt’altro!) su cui ha operato il noto regista inglese John Madden, quello tanto per intenderci di Shakespeare in Love (1998) decorato con una marea di oscar.

Qui siamo certo lontani dalla sottile raffinatezza di quel celebre film ma Madden un certo suo piglio alla storia riesce a darla, intrecciandola (anche qui) con una love story che investe soprattutto uno dei due protagonisti, Ewen Montagu (un ottimo, come sempre, Colin Firth) e il suo socio Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen), entrambi alle prese per conto dell’Intelligence a costruire la falsa storia che possa ingannare i nazisti e depistarli dal previsto attacco delle forze alleate in Sicilia.

Il film diventa quindi soprattutto una spy-story senza troppi melodrammi e con molti riferimenti e incunaboli psicologici personali legati ai due protagonisti e ad una donna, Jean Leslie (l’attrice scozzese Kelly Macdonald) che incrocia il loro destino mentre poi i due si troveranno, ad un certo punto, a dover fare delle scelte divisive.

Che aggiungere in conclusione? Ci sembra un film che contiene i tipici pregi e difetti di molti prodotti made in England: una direzione impeccabile ma senza veri colpi d’ala, soprattutto un’ottima interpretazione di tutto il cast, a partire dai protagonisti via via sino al numeroso gruppo dei comprimari e last but no least un’eccellente ambientazione storica. Ma, viceversa, anche un ritmo che alla fine ti porta a sbirciale a metà del film l’orologio, dato che interviene un certo filo di noia. Senza dubbio la storia narrata resta abbastanza surreale oltre a lasciare anche qualche dubbio su alcuni aspetti dei fatti che non vogliamo rivelare per mantenere la tensione intrinseca del plot. Chissà che, però, anche se con meno conoscenze storiche e meno dovizie di particolari, alla fin fine, forse era meglio il vecchio film del 1956, per altro girato in un accattivante cinemascope. Proponiamo allora l’arcano a qualche nostro lettore particolarmente cinefilo e amante dello stile british.

In sala dal 12 maggio


Cast & Credits

L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat (Operation Mincemeat) – Regia: John Madden; sceneggiatura: Michelle Ashford; fotografia: Sebastian Blenkov; montaggio: Victoria Boydell; musica: Thomas Newman; interpreti: Colin Firth, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Johnny Flynn, Paul Ritter, Tom Wilkinson, Hattie Morahan, Penelope Wilton, Mark Gatiss, Simon Russell Beale, Jason Isaacs, Lorne MacFadyen, Alex Jennings, Rufus Wright; produzione See-Saw Films, Cohen Media Group; origine: Usa/GB, 2022; durata: 128′; distribuzione: Warner Bros. Pictures.

 

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