Marcel! di Jasmine Trinca

  • Voto

Non si è resa la vita facile l’attrice Jasmine Trinca passando per la prima volta dopo vent’anni di recitazione – aveva iniziato nel 2001 con La stanza del figlio di Nanni Moretti – dietro la macchina da presa  con  Marcel! (passato al recente Festival di Cannes nelle Séances spéciales e ora in sala dal 1° giugno), opera che già dal titolo vuole essere un omaggio al grande attore e mimo francese Marcel Marceau (1923 – 2007). Perché quando in Italia si parla di mimi oppure più “nobilmente” di “artisti di strada”, il pensiero va, sempre ed automaticamente, a Federico Fellini e alcuni suoi film (ad esempio La strada e tanti altri) ed allora il confronto si fa, ovviamente, difficile, molto impegnativo.

Per fortuna per chi, come il sottoscritto, non è particolarmente un amante del cinema felliniano e più in generale di quello di ambiente circense, c’è da aggiungere subito che, piano piano, con il passare dei minuti il debutto nel lungometraggio di Jasmine Trinca riesce ad uscire da quelli che potrebbero essere delle trappole di immagini e dialoghi, insomma i cliché visivi e le scorciatoie programmatiche riconducibile ad una delle prime frasi dette come un motto nel film: “All’Arte si deve la vita” con annessi e connessi di quanto ciò possa significare. Una esclamazione che viene pronunziata dal personaggio di Alba Rohrwacher alla figlia (Maayane Conti), inizialmente assai poco amata e considerata, mentre l’adolescente, al contrario, vive una venerazione profonda nei confronti della madre. La quale invece adora il cane di famiglia, Marcel, con cui mette in scena, guadagnandosi gli spiccioli per vivere, uno spettacolino di strada dal titolo appunto di “Pour toujours Marcel!”.

Alba Rohrwacher e Maayane Conti – (c) foto di Fabio Zayed

Siamo o dovremmo essere – arguiamo, dato che non c’è mai una esplicita indicazione spazio-temporale – al quartiere della Garbatella a Roma, alla metà degli anni Ottanta o forse prima ma non è importante, dato che il basso continuo del film è quello astratto della favola dall’impianto solo a tratti realistico, con tanto di costume di scena per la mamma e di sax contralto a tracolla per la bambina. Certo non siamo dalle parti del diffuso, brutale realismo della Strada felliniana perché l’ambiente è quello piccolo-medio borghese e Alba Rohrwacher non assomiglia per niente alla Gelsomina, alias Giulietta Masina di quel celebre film. Tuttavia, pur non essendo, mutatis mutandi, più nel dopoguerra, anche qui la situazione non appare delle migliori: il frigorifero di casa è sempre disperatamente vuoto e la figlia soffre le pene dell’inferno, psicologicamente, per l’indifferenza e/o la scarsa considerazione della madre.

Poi, però, avviene, in tale condizione apparentemente senza strade di uscita, un piccolo colpo di scena che non vogliamo rivelare: le due donne  si mettono allora in viaggio, vanno nella Tuscia ad esibirsi con il loro spettacolo e a vincere un Festival di artisti di strada, incontrano una ricca parente mercante d’arte (gustosamente caratterizzata con perfidia da Valentina Cervi) e lentamente cominciano a smussare i loro contrasti. Contemporaneamente a questo climax, anche il film cambia di ritmo e vola molto più alto, acquisendo spessori e psicologie meno prevedibili e molto più interessanti di quelle statiche precedente narrate nell’incipit.

Costruito in dieci capitoli ognuno dei quali porta una massima, una scritta che ricorda gli haiku giapponesi, la fiaba di Marcel! nasce da una forte esperienza autobiografica come ha dichiarata la sua autrice: «Tutto parte da una fotografia. Ritraeva mia madre che mi teneva per mano sul ciglio di un bosco. Dietro di noi un paesaggio assolato, ma davanti? […] Tra sogno e realtà. È qui che si situa questo film. Una rielaborazione fiabesca o meglio favolistica del vissuto, cercando di comprenderlo, esorcizzarlo, renderlo universale. Panni sporchi che non si lavano in casa ma che diventano bandiere da sventolare, inni programmatici: “All’arte si deve la vita”. In fondo, tutto quel vissuto, quel bagaglio pesante impossibile da lasciare, sarà pure servito a qualcosa. A fare un film. E invece no. Nulla è più importante ed effimero che vivere. Neanche un film che resta (o forse no). Alla vita si deve dunque la vita».

Ed è quello che Jasmine Trinca, pur con qualche ingenuità di accenti o incertezza di regia, riesce a raccontarci soprattutto nella bella seconda parte di questo viaggio iniziatico verso una auspicabile maturità. Sempre relativa certo, perché, poi di artisti o figli di artisti si parla e non di altri.

Film abbastanza inconsueto (e meno male!) nel panorama dell’attuale produzione italiana, Marcel! sarà probabilmente destinato a dividere i pareri critici in maniera abbastanza netta. Noi ne abbiamo apprezzato sia il coraggio di voler mirare alto senza molti compromessi di mercato sia la recitazione dei tanti colleghi attori e attrici, a partire dalle due protagoniste, che hanno voluto aiutare la loro amica neoregista. Né possiamo dimenticare la bella fotografia cristallina di Daria D’Antonio, una delle tante donne che ha contribuito alla realizzazione di quest’opera declinata molto, moltissimo al femminile.

Insomma, al netto delle debolezze che vi si possono riscontrare, un risultato più che positivo. E potremmo concludere citando la scritta del decimo e ultimo capitolo:

“DOPO IL COMPIMENTO

Il passaggio dalla confusione all’ordine è compiuto e ogni cosa trova il suo posto”.

Nel vento si alzano e volteggiano, giocando, un nugolo di coloratissimi aquiloni – un bel segno metaforico di speranza.

In sala dal 1° giugno  


Cast & Credits

Marcel! – Regia: Jasmine Trinca; sceneggiatura: Francesca Manieri, Jasmine Trinca; fotografia: Daria D’Antonio; montaggio: Chiara Russo; musica: Matti Bye; interpreti: Alba Rohrwacher, Maayane Conti, Giovanna Ralli, Umberto Orsini, Dario Cantarelli, Valentina Cervi, Valeria Golino, Giuseppe Cederna; produzione: Cinemaundici e Totem Atelier con Rai Cinema in collaborazione con Phon Films; origine: Italia /Francia, 2022; durata: 93’; distribuzione: Vision Distribution.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *