Mickey 17 di Bong Joon Ho

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A pochi giorni dalla affollatissima presentazione alla 75° Berlinale, il 6 marzo arriva in sala finalmente – è proprio il caso di dire, dato che il film è stato girato nel lontano 2022 – l’ultimo film diretto dal cineasta (definirlo regista è riduttivo) più rock and roll dei nostri tempi: il maestro coreano Bong Joon-Ho, che ha ormai definitivamente traslocato in America, diventando sempre più mainstream: qui è prodotto dalla Plan B Entertainment di mister Brad Pitt e distribuito da una storica major come la Warner Bros.

Non solo: a rendere il menù ancora più sapido, al consueto mix speziato e piccante tipico della cucina coreana, si somma il glamour di una stella hollywoodiana con la esse maiuscola come Robert Pattinson, che dopo essere transitato sui set di David Cronenberg, Brady Corbet e Robert Eggers non può più esser solo ridotto alla pur iconica silhouette del vampiro adolescente della saga di Twilight. Al suo fianco, troneggiano altri divi dell’anglosfera come Mark Ruffalo e Toni Colette, che danno vita a due personaggi a un passo dalla caricatura senza mai sfiorarla: un leader politico dai tratti dittatoriali, fatuo e vanesio, che pare essere stato ricalcato sulla falsariga di Donald Trump, lui; una Lady Macbeth perfida e imbecille, lei: una delle migliori cose del film, per chi qui scrive.

Robert Pattinson

Del resto Bong Joon-Ho – che come dicevamo non è solo il regista delle sue pellicole, ma anche il produttore e lo sceneggiatore, in questo caso con un soggetto tratto dal romanzo quasi omonimo di Edward Ashton – lo ha detto chiaro e tondo nelle note di regia apparse sul pressbook del Festival di Berlino: il tema del film è: la stupidità del mondo e dei suoi abitanti.
Ed ecco allora che, ancora una volta, anche stavolta, il cinema del coreano è sì una formidabile macchina spettacolare capace come pochi di miscelare i più diversi più diversi umori e i più diversi generi cinematografici (l’action, la commedia, l’avventura, il racconto morale, e pure la fantascienza), ma è qui anche e soprattutto una storia che può essere letta in filigrana in chiave politica: alzi la mano chi non pensi che sia la stupidità a reggere le sorti sempre più periclitanti del nostro pianeta, guidato da leader che non paiono poi tanto distanti dai grotteschi personaggi del film?
E poi, Mickey 17 può definirsi politico perché narra la storia di un “everyman” appartenente alla working class – per l’appunto il Mickey del titolo, ma anche la sua compagna di battaglia, interpretata da un’energica Naomi Ackie, non è da meno – che si trova catapultato in un’avventura intergalattica suo malgrado, divenendo il più classico eroe per caso. Un impiegato “expendable” (ovvero sacrificabile, per definizione: e qui la metafora politica si fa quasi sindacale), mandato in avanscoperta sul pianeta ghiacciato, Niflheim, per la sua futura colonizzazione. Talmente sacrificabile che ogni volta che muore, viene clonato attraverso una sorta di stampante 3D che contiene i suoi ricordi intatti. Questo espediente narrativo dona al regista di Parasite la possibilità di variare sui temi cari alla fantascienza perturbante di Cronenberg, e a Pattinson quella di sciorinare tutte le sue corde d’attore; tanto che l’ex Edward Cullen riesce qui a obliterare la sua consueta fissità facciale un po’ catatonica,  producendosi pure in certi scarti umoristici non del tutto scontati.

Oltre agli attori in carne ossa sin qui citati, val la pena di menzionare certe creature aliene ricreate in VFX, qui chiamate “creepers”, che costituiscono paradossalmente – ma forse neanche tanto – il lato più umano della storia. E chi vuol capir, capisca… Insomma Bong Joon-ho rimesta nella sua consueta cassetta degli attrezzi (a ben vedere, Mickey 17 può essere considerato una sintesi iper-spettacolare tra la fantascienza distopica di Snowpiercer e la satira animalista di Okja) ripercorrendo vecchi temi e già rodati stilemi, senza che però i miliardi spesi e ostentati lo aiutino a sorreggere la sua vena ispiratrice.

In sala dal 6 marzo 2025.


Mickey 17 Regia: Bong Joon-ho; soggetto: tratto dal romanzo Mickey 7 di Edward Ashton; sceneggiatura: Bong Joon-ho; fotografia: Darius Khondji; montaggio: Yang Jin-mo; scenografia: Fiona Crombie, Alice Felton; costumi: Catherine George; musiche: Jung Jae-il; interpreti: Robert Pattinson, Naomi Ackie, Toni Collette, Steven Yeun, Mark Ruffalo, Angus Imrie, Thomas Turgoose, Patsy Ferran, Daniel Henshall, Cameron Britton, Lloyd Hutchinson, Samuel Blenkin, Ian Hanmore, Tim Key; produzione: Kate Street Picture Company, Offscreen, Plan B Entertainment, Warner Bros; origine: USA/Gb, 2025; durata: 137′; distribuzione: Warner Bros.

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