Napoli milionaria di Luca Miniero

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I testi di De Filippo continuano ad essere, nonostante gli anni che passano, sempre di grande attualità.  Il 18 dicembre Rai 1, in prima serata, ha trasmesso Napoli Milionaria, trasposizione televisiva del capolavoro di Eduardo che ha tenuti incollati allo schermo quasi 4 milioni di telespettatori, suscitando un grandissimo interesse e profonda curiosità da parte del pubblico. E questo prova che l’eredita socioculturale che hanno lasciato i suoi testi, è di fatto intramontabile.  

Dopo Natale in casa Cupiello, Sabato, Domenica e lunedì (2021), lo scorso anno abbiamo visto, con grande piacere, Filumena Marturano, diretta da Francesco Amato, con Vanessa Scalera e Massimiliano GalloLa coppia artistica, molto affiatata, torna quindi a cimentarsi con uno dei testi più noti e più amati dell’autore, attore e regista partenopeo, ovvero, come detto, Napoli Milionaria, che resta forse la sua commedia più attuale, piena di riferimenti alla miseria post-bellica del nostro paese e al potere disgregante del denaro. Partendo dai vicoli di Forcella, Napoli Milionaria inquadra il volto di un’Italia in fase di transizione, tra la miseria e la speranza e fotografa un paese nell’incertezza, come sospeso nella disperata ricerca di una nuova identità, dopo i tumulti e le privazioni del conflitto mondiale. 

Il testo, scritto da De Filippo proprio nel 1945, fu un immediato successo sulla scena. Nel 1950 ne fu tratto un film, per la regia dello stesso Eduardo, e più in avanti, Napoli Milionaria divenne anche un dramma lirico in tre atti, con le musiche di Nino Rota e  debuttò il 22 giugno 1977 al Festival dei Due Mondi di Spoleto. 

L’intreccio è dai più conosciuto e ruota intorno a Gennaro (Massimiliano Gallo), Amalia Jovine (Vanessa Scalera) e ai loro tre figli, che si ritrovano a vivere le conseguenze della miseria di Napoli nel pieno del conflitto. Gennaro, fa di tutto per coprire gli affari illegali della moglie, arrivando a mettere in scena persino la propria morte. Agisce per sopravvivenza, per reale necessità di tirare avanti.  Al suo ritorno (l’ultimo anno di guerra era stato catturato dai tedeschi in ritirata), l’uomo trova inaspettatamente la sua città cambiata e la sua famiglia disgregata. Sua moglie Amalia Jovine è una donna diversa, totalmente sedotta dalla grande ricchezza accumulata grazie alla sua attività con il cinico Errico Settebellizze (Michele Venitucci), perdutamente innamorato di lei. I figli non se la passano meglio:  Amedeo (Vincenzo Nemolato),  il  più grande, è diventato un ladruncolo di pneumatici mentre Maria Rosaria (Carolina Rapillo), la figlia maggiore, è incinta di un soldato americano che l’ha abbandonata.  Sarà la malattia della figlia più piccola a costringere il nucleo a fare i conti con la propria morale.

L’adattamento di Luca Miniero, cercando di non alterare la versione originale, funziona bene senza avere la pretesa di voler innovare a tutti i costi.

La Napoli che conosceva Gennaro non è più la stessa e questo cambiamento viene reso perfettamente da una fotografia che sottolinea luci e ombre di una città moralmente allo sbando, oltre che dalle splendide interpretazioni dei due protagonisti, capaci di mostrare senza mai calcare la mano le macerie interiori accumulate dopo il conflitto, difficili da ripulire e da seppellire.

La transizione immediata da una disperazione in termini materiali a una miseria etica viene resa in modo fluido, conservando l’originale dirompenza e la forza narrativa del testo di De Filippo.

Vanessa Scalera

Lo spirito autentico viene quindi rispettato, anche se alcuni tagli al testo, in particolare il dialogo del Ragioniere Spasiano (Tony Laudadio), risultano inopportuni, proprio perché particolarmente importanti per definire l’essenza stessa dell’opera di Eduardo. Riccardo, il ragioniere, è infatti il simbolo della speranza, proprio perché, nonostante la situazione di disagio attuale per colpa della guerra e del mercato nero (per colpa, quindi,  proprio di Amalia e dello spietato socio)  non perde la sua nobiltà d’animo e decide di regalare alla donna la medicina capace di salvare la vita alla figlia piccola. Lui è il simbolo di quella parte di umanità ancora legata alla morale e ai valori saldi, che non scende a compromessi e che non si alimenta col profumo del denaro. E, cosa ben più importante, il Ragioniere è la controparte di Amalia, lo specchio della sua coscienza, l’unico capace di  mettere a nudo la sua morale in bilico. Con lui, infatti, viene fuori la sua tentennante statura etica, e forse  quella di un intero paese che tenta di ricostruire il suo nuovo volto dalle macerie.

L’opera di Luca Minero resta, comunque, ben realizzata e interpretata magistralmente dai due protagonisti, di cui è innegabile l’alchimia scenica. E poi è sempre un piacere godere di una buona trasposizione televisiva di una delle opere che ancor oggi resta tra le più moderne e significative di De Filippo.

Su RaiPlay


Napoli milionaria; Regia:  Luca Miniero; soggetto: Eduardo De Filippo; sceneggiatura: Massimo Gaudioso, Filippo Gili;  fotografia: Stefano Falivene; montaggioIan Degrassi; interpreti: Vanessa Scalera, Michele Venitucci, Vincenzo Nemolato, Carolina Rapillo, Andrea Solimena, Jacopo Cullin, Tony Laudadio, Gennaro Di Biase, Marcello Romolo, Maria Bolignano, Nunzia Schiano; produzione: Picomedia, Rai Fiction; origine: Italia, 2023; durata: 108 minuti; distribuzione: Rai

 

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