The Flash  di Andy Muschietti

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“Nessun problema ha sempre una soluzione” è una battuta che si sussegue come un mantra nel tredicesimo film del DC Cinematic Universe, The Flash diretto dal regista di origine argentina Andrés Walter Muschietti, detto Andy Muschietti più noto per dei film horror: aveva debuttato con il thriller psicologico La madre dieci anni fa per poi proseguire con il dittico It (2017) e It – Capitolo due (2019), entrambi tratti dal romanzo omonimo di Stephen King.

Detto ciò, di questo passato cinematografico, nulla o quasi si ritrova nel suo ultimo lavoro dedicato al celebre personaggio DC di Barry Allen, creato nel lontano 1956 da Gardner Fox, Robert Kanigher (testi) e da Carmine Infantino (disegni) meglio noto come il super eroe Flash che possiede – com’è ben noto – l’incredibile potere di una velocità sovrumana. Si tratta dunque della figura di un eccentrico, brillante ragazzo parecchio nerd e a tratti comico il quale non ha proprio nulla di horror ma che – seguendo un topos tipico dei fumetti di supereroi – ha vissuto un trauma con cui gli è cambiato la vita.

Si accennava nell’incipit ad una battuta ricorrente nel film perché forse essa sintetizza anche le difficoltà che il progetto stesso ha subito nel corso della sua storia, con le numerose rielaborazioni avute (quattro), da quando nel marzo 2021 le riprese erano iniziate sotto la direzione appunto di Andy Muschietti. E con alle spalle una preistoria che parte già dal secolo scorso quando la Warner alla fine degli anni Ottanta aveva assunto il fumettista Jeph Loeb come sceneggiatore di una possibile pellicola; oppure durante la lunga lavorazione del film il cambio di gestione nel 2022 con l’arrivo di James Gunn e Peter Safran che hanno rivoluzionato la politica precedente nel management dei DC Studios; eccetera, eccetera, eccetera (sui particolari e sono tantissimi, si può leggere ampiamente e a piacimento sul web).

Ma veniamo finalmente a parlare a quanto si vede a partire da oggi, 15 giugno, sugli schermi di tutto mondo. In soldoni: dopo aver aiutato a Gotham City Batman/ Bruce Wayne (Ben Affleck) e Wonder Woman (Gal Gadot) coordinati da Alfred Pennyworth (Jeremy Irons) a sventare una spettacolare rapina in banca, Barry Allen (Ezra Miller) rivisita la sua casa d’infanzia.  Lì ha dei flashback dei suoi genitori Nora (Maribel Verdú) e Henry (Ron Livingston) prima che la donna venisse barbaramente uccisa, omicidio per il quale il marito era stato accusato e imprigionato in attesa di un lungo giudizio. Sopraffatto dalle sue emozioni, pur sconsigliato dal suo mentore Wayne, Barry decide di usare i suoi poteri straordinari e la sua incredibile velocità per tornare indietro nel tempo nell’intento di modificare il passato e cioè di salvare la madre morta. Il che provoca, essendosi mutata radicalmente la linea temporale, che la sua presenta nel passato altera anche il futuro. Oltre a ritrovare se stesso in una sorta di Doppelgänger più giovane e ancora più nerd di lui, il velocista scarlatto (ormai senza superpoteri) insieme al suo alter ego deve fare i conti con il Generale Zod (Michael Shannon) arrivato sulla terra a distruggerla. Per far fronte alla situazione Flash, con sua grande sorpresa, però, si imbatte in un secondo, più anziano Batman (Michael Keaton), molto diverso da quello che conosce lui e che dovrà convincere a tornare in azione per portare in salvo la bella naufraga kryptoniana Kara Zor-El (Sasha Calle), anche lei decisa a sconfiggere il suo pericolosissimo e molto agguerrito connazionale Zod. Finale ovviamente pirotecnico e ancora per l’ennesiva volta, come nel bel film d’animazione Spider-Man: Across the Spider-Verse, si batte il tasto sull’aspetto ormai diventato un cliché o un asso pigliatutto del multiverso.

Abbiamo abbondato nel cercare di riassumere la trama perché The Flash non è sempre semplice da seguire nei meandri e negli slalom delle differenti dimensioni, il che si deve forse anche alle diverse stesure e rielaborazioni che ha subito nella sua gestazione. Nel complesso, oltre che in alcune sottolineature etniche (la caratterizzazione della madre, gli spaghetti in diverse salse, anche come spiegazione pop degli incroci del multiverso), la mano “latina” di Muschietti si vede qui in un tono, a tratti riuscito, di conferire un accento umoristico al plot molto ingarbugliato, ovviamente sulla base della consueta cucina visiva del cinema supereroistico: musica a decibel altissimi, lunghe scene di battaglia ma anche qualche simpatico cameo qua e là (quelli ad esempio di Nicolas Cage e soprattutto di George Clooney che ha stappato una risata in sala).

In definitiva, tra luci e ombre, si tratta soprattutto di un film molto per fan che riusciranno a capire e apprezzare i tanti riferimenti, i repêchage di attori/personaggi storici e gli incunaboli nascosti nella storia in misura molto maggiore rispetto ad uno spettatore comune (come è chi qui scrive) e che di certo si divertiranno di più della media. Saranno loro quelli che, molto probabilmente, potranno decretare il successo di un film indubbiamente costoso, che, però, a parere di diversi altri recensori non ha un adeguato risultato visivo e in cui è d’obbligo una concentrazione assoluta per seguire le varie peripezie e gli incroci nello scambio tra vari universi paralleli. In ogni caso, per chiudere, molto deludente è l’obbligatorio, consueto finalino al termine degli interminabili titoli di coda.

In sala dal 15 giugno


The Flash  (Id.)   Regia: Andy Muschietti; sceneggiatura: Christina Hodson; fotografia: Henry Braham; montaggio: Jason Ballantine, Paul Machliss; musiche: Benjamin Wallfisch; scenografia: Paul D. Austerberry; costumi: Alexandra Byrne; interpreti: Ezra Miller, Michael Keaton, Ben Affleck, Michael Shannon, Kiersey Clemons, Ron Livingston, Sasha Calle, Antje Traue, Temuera Morrison, Saoirse-Monica Jackson, Maribel Verdú, Rudy Mancuso; produzione: DC Comics, DC Entertainment, Warner Bros.; origine: USA, 2023; durata: 144 minuti; distribuzione: Warner Bros. Pictures.

 

 

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