Un bel mattino di Mia Hansen-Løve

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I francesi lo fanno meglio. Tutt’altro che un’affermazione detta tanto per dire, nasconde invece un profondo significato: i francesi, in quanto a tatto, il cinema lo fanno meglio. E Un bel mattino di Mia Hansen-Løve ne è la prova. La pellicola non alza mai la voce, giusto sussurra che morte e amore sono momenti fondamentali della vita umana e che possono accadere in contemporanea, evita di affrontarli di petto e corre lungo il filo smussato della lama senza mai arrivare a ferirsi con la punta. Ne esce un lavoro delicato, con validi attori, buona gestione dei tempi e un paio di scene dolci al punto giusto che s’innestano in una luminosa, calda atmosfera generale. Lei ne è il centro e la sua presenza un vortice che in modo estremamente femminile, in tutte le sfumature, accompagna lungo la via, mano nella mano, la pellicola tutta. Una potente, umile Léa Seydoux.

Sandra Kinsler è una traduttrice. Ascolta una lingua e ne riporta un’altra. Improvvisamente le due nuove lingue che ha da apprendere sono quelle della morte e quelle dell’amore. La prima la “parla” il padre Georg: insegnante di filosofia affetto da una malattia degenerativa, trasportato da una clinica alla successiva mentre chiede alla figlia se può aiutarlo ad addormentarsi:

Ma vuoi dormire a lungo, papà?

L’altra lingua è invece parlata da Clément. Astrofisico, pardon cosmochimico, amico del marito di Sandra, deceduto ormai cinque anni prima. Sandra è infatti vedova e ha una figlia. Il loro amore a seconda vista nasce in una Parigi accogliente come un abbraccio, ma c’è un impedimento – Clément è sposato – da superare:

Prima non avevo il diritto di amarti.

Ora ce l’hai?

Me lo sono preso.

Se Sull’Isola di Bergman già si oscillava tra amori in dirittura di arrivo e amori in rampa di lancio, qui Mia Hansen-Løve gioca con i medesimi concetti e dall’isola svedese plana in una mattina parigina di prima primavera nella quale la protagonista svolazza tra due forti figure maschili, ne subisce i contraccolpi e risponde in modo sincero quanto naturale. Né grida né scenate, i sentimenti vengono riproposti in modo genuino e il tatto con cui viene trattata la materia umana è talmente attento da stupire per la delicatezza. Vita e amore vengono così a stringersi e a creare molteplici nodi, l’uno alla volta da sciogliere, Sandra con il padre Georg, Sandra con la propria figlia, Georg con Clément, a cui si aggiungono i nodi collaterali, come quello del padre Georg con la compagna Leila, e nodi mai mostrati ma presenti, come Clément con la moglie. Come dice la regista, insomma

In un modo o nell’altro, l’amore collega i personaggi del film.

Léa Seydoux è il primo mobile del film. Splendida nel suo essere naturale ed efficace, Mia Hansen-Love ha speso queste parole per lei:

Ho scritto il personaggio di Sandra pensando a Léa Seydoux. L’ho trovata fantastica nei suoi ultimi ruoli, ma volevo mostrarla sotto una nuova luce, non solo come un oggetto del desiderio. Léa incarna-in modo molto potente-un certo sexappeal, un certo glamour non convenzionale… Nei suoi film però sembra quasi finire nascosta dai troppi orpelli, dal trucco, dai vestiti… Qui invece è molto più semplice, sia nell’aspetto che nel modo di essere. Volevo spogliarla dei suoi attributi seducenti e filmarla con i capelli corti, filmarla come madre, nella sua quotidianità, anche mentre lavora. Nel film non è solo considerata una donna desiderabile, ma una donna che osserva e ascolta molto anche gli altri e noi la vediamo guardare e ascoltare… Questo capovolgimento ci ha permesso di avvicinarci ancora di più al carattere profondo di Léa, al suo mistero, a una malinconia nascosta che mi ha commosso.

Diversi aggettivi potrebbero essere utilizzati per descrivere Un bel mattino, delicato e dolce, tuttavia è luminoso l’aggettivo che meglio descrive film e poetica sinora presentata dalla regista. A spasso per una Parigi dai colori tenui, il film racconta con tempi e toni propri della vita una quotidianità bella e soleggiata, nella quale c’è tristezza e passione, sempre in attesa di scendere per strada, una mattina, e accorgersi che infondo è una bella giornata. Un bel mattino.

Dal 12 gennaio in sala


Un bel mattinoregia e sceneggiatura: Mia Hansen-Løve; fotografia: Denis Lenoir; scenografia: Mila Preli; assistente alla regia: Marie Doller; segretaria di edizione: Clémentine Schaeffer; costumi: Judith Deluze; trucco: Sabine Schumann; montaggio: Marion Monnier; suono: Vincent Vatoux, Caroline Reynaud; missaggio: Thomas Gauder; casting: Youna De Peretti; interpreti: Léa Seydoux, Pascal Greggory, Melvil Poupaud, Nicole Garcia, Camille Leban Martins; produzione: Les Films Pelleas; origine: Francia/ Germania, 2022; durata: 112’; distribuzione: Teodora Film.

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