Calcinculo di Chiara Bellosi

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Nel 2020 aveva debuttato nella sezione “Generation” della Berlinale con Palazzo di giustizia, molto apprezzato per la capacità di ricostruire le atmosfere di un processo puntando lo sguardo da un lato sulla liturgia della giustizia e sul microcosmo di persone che ci vivono, e dall’altro sulle vittime “collaterali”, coinvolte loro malgrado negli eventi giudiziari, come la figlia dell’imputato e la moglie del rapinatore. Poi a febbraio del 2022, questa volta nella sezione “Panorama” della medesimo Festival, sempre la regista comasca Chiara Bellosi, diplomata in arte drammatica alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, ha presentato  la sua nuova opera intitolata Calcinculo che ora approda nelle sale italiane.

È la storia di Benedetta (interpretata dall’esordiente Gaia Di Pietro), ragazza quindicenne, introversa e timida, afflitta dal problema di essere sovrappeso e di non piacersi, e di Amanda (Andrea Carpenzano), un ragazzo magro e dall’identità non binaria, che vive in modo sregolato e apparentemente libero.

La vicenda è ambientata in una imprecisata località di provincia del sud Italia. Si apprezza lo stile minimalista con cui la regista tratteggia il milieu familiare di Benedetta, fin dalla prima sequenza che ci mostra la fanciulla in mutande sulla bilancia ed il volto preoccupato di un pediatra che consiglia sport e moderazione nel cibo. Quella di Benedetta è una famiglia semplice: la madre (Barbara Chichiarelli), perseguitata dal rimpianto di non aver coronato il sogno di diventare ballerina, è una donna insoddisfatta e non manca di farlo pesare sui figli; mentre il marito (Giandomenico Cupaiuolo), che lavora in una vetreria e coltiva la passione per le auto d’epoca, è distratto e assente, tutto preso dalla vicina di casa sexy, sua amante.

La grassezza di Benedetta è chiaramente il segnale di una “diversità” radicale, di una condizione di emarginazione in famiglia e tra gli amici. Memorabile la scena in cui la ragazza in piena notte si sveglia e dal frigo estrae una busta di petti di pollo che divora crudi uno dopo l’altro senza provare il minimo piacere. Ma fuori casa, a pochi metri di distanza, in un grande prato abbandonato, ecco comparire un universo fiabesco e attraente: c’è un mini-luna park itinerante che si è appena stabilito lì con le sue giostre e autoscontri. In una delle roulotte accampate accanto alle giostre vive Amanda, bella figura dai tratti androgini, che campa gestendo un tirassegno, prostituendosi e attendendo l’occasione per essere scritturato in uno spettacolo tv. Amanda è l’unico essere umano che mostra attenzione verso Benedetta, riconosce la bellezza dei suoi occhi, la protegge dagli insulti body shaming dei ragazzi. Tra i due si sviluppa una chimica inaspettata, un’attrazione reciproca e una complicità che li porta a intraprendere insieme viaggi e azioni di rottura rispetto alla morale comune.

La metafora del “calcinculo”, che dà il titolo al film, si riferisce ovviamente alla classica giostra da luna park, ma sta a simboleggiare una condizione esistenziale: quella di chi continua a girare ricevendo colpi e cercando ad ogni giro di decollare verso l’alto per acciuffare un traguardo. È quello che a Benedetta non riesce, se non, forse, dopo avere incontrato Amanda. E proprio la giostra volante è l’unico momento in cui Benedetta può sentirsi del tutto libera non dovendo pesare i piedi per terra.

Se lo stile della regia è delicato e capace di suscitare empatia, la sceneggiatura scorre un po’ troppo bruscamente, soprattutto nella seconda parte, quella della fuga on the road dei due protagonisti. «Il film va letto come una fiaba» – ha spiegato la regista – «ovvero come un universo che si espande e raccoglie tutto quello che trova per strada: oggetti insensati, personaggi strambi, posti pieni di fascino ma sempre un po’ inquietanti. E la fiaba, per definizione, racconta, ma non spiega. È una scoperta continua e alla fine nessuno ti dice cosa hai scoperto».

Alla fine della propria fiaba Benedetta scopre un po’ di sé stessa e di come si può vivere al di fuori degli schemi precostituiti accettandosi per quello che si è e senza dovere essere quello che gli altri vorrebbero.

In sala da giovedì 24 marzo


Cast & Credits

Calcinculo; regia: Chiara Bellosi; sceneggiatura: Maria Teresa Venditti, Luca De Bei; fotografia: Claudio Cofrancesco; montaggio: Carlotta Cristiani; musica: Giuseppe Tranquillino Minerva, Fabrizio Campanelli; costumi: Xavier Lavorel; costumi: Laura Locher; interpreti: Gaia Di Pietro (Benedetta), Andrea Carpenzano (Amanda), Barbara Chichiarelli (Anna), Giandomenico Cupaiuolo (Marco), Francesca Antonelli (Silvana), Alessio Praticò (Mario), Claudia Salerno (Claudia); produzione: Tempesta, Roma; origine: Italia, Svizzera 2022; durata: 90’; distribuzione: Vision Distribution.

 

 

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