I migliori giorni di Massimliano Bruno e Edoardo Leo

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Dino Risi ora pro nobis, Mario Monicelli ora pro nobis, Ettore Scola ora pro nobis, Luciano Salce ora pro nobis, Ro.Go.Pa.G. ora pro nobis etc. etc.. Nel vedere I migliori giorni di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno mi sono tornati in mente le commedie all’italiana degli anni ’60, i numerosi film a episodi a cui questo film vorrebbe in qualche misura richiamarsi, soprattutto per il tentativo di collocarsi in una zona intermedia fra comicità pura, critica sociale e moralismo. Il tenue, tenuissimo Leitmotiv da cui il film di Bruno e Leo (quattro episodi, due a testa) muove, è rappresentato dalle feste comandate: vigilia di Natale, Capodanno, San Valentino, 8 marzo – e già su questa scelta ci sarebbe parecchio da ridire.

Si fa fatica a salvare davvero qualcosa da questo coacervo di luoghi comuni, di messaggi scontati, di banalità che il film è in grado di inanellare nell’arco di poco più di due ore, tanto che i quattro episodi della durata di circa mezz’ora ciascuno si trascinano stancamente e il tempo della durata appare a tratti addirittura doppio.

Se proprio qualche cosa si deve salvare, non resta che affidarsi a qualche prestazione attoriale, fra le quali metterei al primo posto Max Tortora nel ruolo di un imprenditore romano cafone (ma quanti se ne sono visti…) che per farsi un po’ di maquillage pubblico decide di trascorrere insieme alla moglie ex-escort e la figlia tossicodipendente la serata di Capodanno in un centro accoglienza per homeless, extra-comunitari e altre categorie disagiate, con tutti i prevedibili e meno prevedibili incidenti di percorso, fra cui l’incontro con un suo ex-autista, interpretato da Paolo Calabresi (il Biascica di Boris), licenziato e abbandonato alla decadenza sociale dal suo ex-padrone.

Forse l’episodio meno brutto è il primo che cerca, con un impianto marcatamente teatrale, di intercettare un lacerto di attualità: una sorella (Anna Foglietta), deputata di un partito vagamente di sinistra, invita a casa i due fratelli per la cena della vigilia, peccato che uno sia un convinto no-vax (Massimiliano Bruno) e l’altro sia appena reduce dalla terza dose (Edoardo Leo). I due si odiano e, malgrado le reiterate promesse alla sorella, finiranno per accapigliarsi durante la serata, sotto gli occhi straniti del segretario di partito, che è stato invitato alla cena perché all’improvviso divenuto vedovo e bisognoso di compagnia, ma come si sa: meglio soli…. Quanto meno in questo episodio c’è un po’ di ritmo e qualche (raro) momento di comicità, con il segretario che si traveste da Babbo Natale e la compagna del no-vax super-tascia.

Letteralmente inguardabile il terzo episodio con una specie di girotondo amoroso (Arthur Schnitzler ci perdoni) fra un uomo (Luca Argentero al culmine della sua inespressività, icona di bellezza patinata e televisiva) e tre donne, con una pseudo-modernizzazione che contempla anche relazioni omoerotiche più o meno improvvisate.

Il quarto e ultimo episodio con Claudia Gerini e Stefano Fresi è ambientato in uno studio televisivo, iperbole del male assoluto (che banalità!)  e rappresenta il culmine di una sceneggiatura abborracciata, un moralismo da quattro soldi, oltreché un’autentica umiliazione dello spettatore a cui si spiega fin nei minimi dettagli che cos’è giusto e che cos’è sbagliato.

Non credevo che sarei mai arrivato ad affermare quanto segue: viva i Cinepanettoni, che erano alla fine intellettualmente più onesti nella loro scorrettezza, nella loro rozzezza, nella loro volgarità.

In sala dal 1 gennaio 2023


I migliori giorni – regia: Massimiliano Bruno, Edoardo Leo; sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Edoardo Leo, Beatrice Campagna; fotografia: Marco Bassano; montaggio: Luciana Pandolfelli; interpreti: Edoardo Leo (Alessandro), Massimiliano Bruno (Luca), Anna Foglietta (Stefania), Max Tortora (Bruno Amenta), Paolo Calabresi (Alberto), Luca Argentero (Gianni), Valentina Lodovini (Sonia), Greta Scarano (Daniela), Claudia Gerini (Margherita), Stefano Fresi (Paolo); produzione: Italian International Film, Sky; distribuzione: Vision Distribution; origine: Italia 2023; durata: 125′

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