Elemental di Peter Sohn

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Ogni nuova opera della Pixar, nel corso degli ultimi 30 anni, è sempre stata in grado di ritagliarsi di diritto uno spazio nel reale del nostro immaginario Presentato come film di chiusura al 76° Festival di Cannes, Elemental è l’ultima creazione del mondo Disney Pixar ed è il secondo film diretto da Peter Sohn: il regista americano, di origine coreana, aveva esordito nel 2015 con il lungometraggio Il viaggio di Arlo, dopo aver collaborato all’interno della Pixar alla realizzazione di film importanti quali Alla ricerca di Nemo, Gli Incredibili e WALL-E.

Elemental è ambientato a Element City, un luogo multiculturale dove gli elementi di Fuoco, Acqua, Terra e Aria vivono insieme. La protagonista è Ember (voce italiana di Valentina Romani), una tenace, acuta e “ardente” ragazza di Fuoco con un grande senso dell’umorismo, che a volte si infiamma facilmente e che nutre grande amore per la propria famiglia. Figlia unica di due immigrati, Ember è profondamente consapevole dei sacrifici che i genitori hanno fatto per darle una vita migliore. È determinata a dimostrare loro il proprio valore e non vede l’ora di prendere in mano le redini dell’attività di famiglia. Ma l’amicizia con un ragazzo di Acqua di nome Wade (voce di Stefano De Martino), divertente e sdolcinato, metterà alla prova le sue convinzioni e sfiderà una delle leggi su cui si regge il loro universo: “gli elementi non si mischiano”.

Non ne fa mistero Peter Sohn: la storia è estremamente personale. Proprio come Ember, che vive a Element City ma i suoi genitori sono immigrati della Terra di Fuoco, anche lui è un immigrato di seconda generazione: “La storia parla di comprendere i nostri genitori come persone. Questo ci permette di apprezzare i sacrifici che i genitori fanno per i propri figli. I miei genitori sono emigrati dalla Corea all’inizio degli anni Settanta. Io sono nato qui e sono cresciuto con le tradizioni, la lingua e la cultura coreane in una città estremamente americana come New York”.

La gratitudine e la riconoscenza verso i sacrifici fatti dai genitori non devono essere un freno alla crescita personale e alla ricerca di se stessi, in un equilibrio sempre delicato tra rispetto delle proprie radici e desiderio di diventare autonomi e di seguire il proprio percorso. Il fuoco di Amber cresce per la rabbia repressa dal dover dimostrarsi all’altezza delle aspettative dei sogni dei propri genitori: il rischio è quello di dimenticare la propria natura interiore, ma la sua ribellione adolescenziale è pronta a esplodere e a cambiare per sempre le regole del gioco.

Come nelle storie più tradizionali sarà l’amore a scardinare l’ordine delle cose e a rendere possibile quello che apparentemente sembra impossibile, il contatto tra l’acqua e il fuoco. La convivenza tra razze diverse, l’integrazione tra ricchi e poveri, la coesistenza tra elementi diversi e talora opposti è il sogno di un futuro migliore.

Elemental si rifà ai grandi classici come Romeo e Giulietta e ai tanti racconti di formazione tipici delle fiabe della Disney. Con una storia semplice e diretta, il film sembra realizzato per venire incontro alla sensibilità di un pubblico preadolescenziale: senza violenza, suspence adrenalinica e volgarità, si avvicina con bellezza e delicatezza alla possibilità di risolvere i problemi con l’amore e con la fiducia nel futuro.

Ma certo è lontana la complessità drammaturgica dei grandi film Pixar, dal rivoluzionario Toy Story del 1995, passando per gli spaventi, politicamente scorretti, a cui venivano sottoposti i bambini dalla banda di Monsters & Co, per arrivare alle meraviglie del mondo sottomarino raccontate in Alla ricerca di Nemo, ai supereroi de Gli Incredibili, all’universo delle corse di Cars, al piccolo chef di Ratatouille, fino alle riflessioni sul destino del pianeta Terra di WALL-E.  È lontana la capacità di creare storie stratificate e complesse, che sappiano parlare a tutte le fasce di pubblico, grazie all’ironia della scrittura, al ritmo incalzante e alle trovate di regia.

Resta la maestria tecnica, uno stile di animazione che continua a superarsi e che rappresenta il vero marchio di fabbrica Pixar. Se sono finiti i tempi rivoluzionari di John Lasseter, il risultato visivo è pur sempre spettacolare. Ember è letteralmente fatta di fuoco, così come Wade è fatto di acqua: i personaggi sono effetti visivi, non c’è nessuna struttura scheletrica ad ancorare i corpi, ma allo stesso tempo i protagonisti si muovono, interagiscono tra loro e sono in grado di trasmettere emozioni in modo credibile, riuscendo a instaurare un legame con il pubblico. Un progetto senza precedenti, difficile da portare a termine, che ha richiesto il coinvolgimento di circa il doppio degli artisti responsabili degli effetti visivi rispetto ai film del passato: ogni inquadratura ha visto la simulazione del fuoco e dell’acqua, con più di 50 autori coinvolti.

Ma alla Pixar sanno bene che il world-building si estende al di là della rappresentazione dei luoghi e dei personaggi: è infatti la musica l’elemento fondamentale in grado di unire tutti gli altri e regalare compattezza, profondità ed emozione al progetto.  Così Peter Sohn, per la colonna sonora, si è affidato a Thomas Newman, celebre compositore già candidato agli Oscar per il lavoro ai films Alla ricerca di Nemo e WALL-E.

Perché tecnologia e anima creativa devono sempre coesistere all’interno di un’opera. E di fronte allo spettro di un’intelligenza artificiale che ambisce a sostituirsi all’uomo anche nel suo essere creativo, saranno sempre l’empatia e lo spirito umano gli elementi imprescindibili che sapranno indirizzare arte e cinema a rappresentare l’essenza della nostra realtà.

In sala dal 21 giugno


Elemental  (Animazione) – Regia: Peter Sohn; sceneggiatura: Brenda Hsueh, John Hoberg, Kat Likkel; musiche: Thomas Newman; voci italiane: Valentina Romani, Stefano De Martino, Serra Yılmaz, Hal Yamanouchi, Francesco Bagnaia; produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures; origine: USA 2023; durata: 103 minuti; distribuzione: The Walt Disney Company Italia.

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