Hellhole di Bartosz M. Kowalski

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L’horror satanico è un sottogenere intrigante, adatto però solo ai più “coraggiosi” tra gli spettatori. Il punto di riferimento è sempre lo stesso da cinquanta anni, L’esorcista (1973) di William Friedkin, durante le cui proiezioni al cinema molte persone non riuscirono a sostenere le immagini, svenendo o scappando terrorizzate dalla sala. Questi episodi attrassero ancora più pubblico e il film ebbe grandissimo successo e ancora oggi continua ad averlo, dimostrando non solo di essere un bel film che è andato oltre il genere ma anche di aver creato una suspense che nessuno è più riuscito a eguagliare.

E’ doveroso scrivere che Dio e Satana in questi comunque attraenti film non esprimono le loro potenzialità, quando invece uno è onnipotente e l’altro molto pauroso e per ciò gli sceneggiatori e i registi dovrebbero tenerne conto: possibile che la malignità e il potere di Satana si riducano a contorsioni e lingue occulte, possibile che Dio, capace di nascondersi in un bicchiere di acqua e di rivelarsi nell’infinità dell’universo, venga ridotto a un po’ di acqua santa e all’imposizione dubitante di un vecchio polveroso crocifisso?

In effetti è possibile, perché su questo si basa anche L’esorcista, ma evidentemente il segreto del film risiede, come dicevamo, nell’attesa del mostro, nelle tracce diaboliche che lascia, che lo spettatore segue trepidante fino a incontrarlo, a costo di una paura vera. Gli horror satanici cercano più o meno tutti di creare l’atmosfera agghiacciante e malefica del capostipite, ma raramente ci riescono o solo a tratti, e questo, secondo noi, ha contribuito a rendere leggendario il film di Friedkin, tanto da suscitare la ricerca di dettagli realmente diabolici presenti durante le riprese e direttamente nella pellicola. Il regista americano, ai critici che lo accusavano di aver ricattato il pubblico con pessime intenzioni, rispose che mentre loro parlavano e scrivevano lui avrebbe guardato gonfiarsi il suo conto in banca. Forse questo era veramente diabolico, ma il tempo ha invece confermato che L’esorcista non invecchia, anzi, mantiene tutto il suo mefistofelico fascino.

Il nuovo horror satanico prodotto da Netflix, Hellhole (2022) di Bartosz M. Kowalski, racconta di un monastero isolato dal resto nel mondo, in cui entra per la prima volta il frate Marek (Piotr Żurawski), in realtà un miliziano sotto copertura, mandato lì per indagare sulla scomparsa di alcune ragazze avvenuta in quella zona, apparentemente abbandonata da Dio, nonostante lo zelo nella preghiera dei monaci. Anche in questo interessante film polacco dell’autore di Non dormire nel bosco stanotte (2020), anch’esso distribuito in esclusiva sulla stessa Netflix, si inseguono quelle atmosfere di cui abbiamo scritto, ma si catturano solo in parte, e grazie soprattutto all’efferatezza delle scene più che alla suspense.

Le scenografia sono buona, il racconto è gustoso, come sempre lo è quando dietro a tristi monaci si nascondono adoratori del Diavolo, ma la paura nasce solo al pensiero che queste sorte di monaci esistano davvero, e non siano il parto delle azioni dei personaggi sullo schermo.

La parte finale del film rivela, invece, a nostro giudizio delle buone intuizioni visive e narrative, ma lasciamo agli spettatori la curiosità di vederle e la possibilità di giudicare questo Hellhole. Un horror satanico cruento per spettatori coraggiosi, in cui Dio lascia molto spazio di manovra al suo impotente vecchio amico di un tempo, che nei film sembra continuare a prendersi delle belle rivincite. Contro l’idea che il male sia più attraente del bene, vorremmo poterci ergere a dei paladini del bene o ad autori di cinema, ma  più modestamente, continuiamo anche noi a guardare dei simpatici horror satanici e a farci corrompere da quella idea subdola ma attraente.

Su Netflix


Hellhole – Regia: Bartosz M. Kowalski; sceneggiatura: Bartosz M. Kowalski, Mirella Zaradkiewicz; fotografia: Cezary Stolecki; montaggio Jakub Kopec; musica: Carl-Johan Sevedag; interpreti:  Piotr Zurawski, Olaf Lubaszenko, Sebastian Stankiewicz; produzione: Malgorzata Fogel-Gabrys, Jan Kwiecinski; origine: Polonia 2022; durata: 91’; distribuzione: Netflix.

 

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