Il giorno e la notte

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Con un eccellente tempismo Daniele Vicari – che ormai non ha certo bisogno di presentazioni, essendo figura di riferimento del cinema italiano a tutto campo ma non solo (di recente ha anche esordito in letteratura) – ha dato vita fin dal primo lockdown (marzo 2020) a un progetto cinematografico intitolato Il giorno e la notte, minimalista e ambiziosissimo ad un tempo. Ossia quello di creare un plot, che partendo dalla realtà fattuale (la pandemia) ha inteso elevarla a scenario distopico, secondo cui su Roma si starebbe per abbattere una catastrofe chimica di imprecisate ma comunque spaventose proporzioni. Ciò produce, tramite un abile mistura di frammenti tratti dai discorsi dell’ex-premier Giuseppe Conte e lacerti fictional, di fatto il medesimo messaggio a reti unificate a cui ci siamo, nel corso dell’anno e mezzo trascorso, tristemente abituati, ovvero: restate a casa!

E i personaggi al centro della vicenda questo fanno, dando vita – ma qui stiamo passando dai personaggi agli attori – a micro-unità produttive in cui ciascun attore/attrice o ciascuna coppia di attori viene – grazie a una sobria dotazione tecnologica, a un rapidissimo corso di formazione da parte del regista e dei suoi assistenti e avvalendosi al massimo delle proprie in alcuni casi notevolissime competenze attoriali – di fatto messa in condizione di auto-produrre le sequenze di propria spettanza. La “confusione” fra personaggi e attori è del resto voluta, se si tiene conto del fatto che dei nove personaggi al centro del film ben sei (se non andiamo errati) costituiscono anche nella realtà tre coppie, costrette nella vita vera a convivere in ambienti chiusi.

Anche per dare loro il rilievo che meritano in un film che è davvero in primo luogo un film di attori diciamo già qui di chi stiamo parlando: Vinicio Marchioni e Milena Mancini, Dario Aita ed Elena Gigliotti, Barbara Esposito e Francesco Acquaroli, ad essi vengono ad aggiungersi altri tre attori/attrici che invece recitano da soli e da soli amministrano il proprio set: Giordano de Plano, Matteo Martari e Isabella Ragonese, nettamente la più brava di tutti. Le tre coppie hanno allestito il set e recitato proprio a casa loro, anche se – lo immaginiamo bene – le vicende raccontate non necessariamente corrispondono alle dinamiche “reali” delle relative coppie, per quanto ciò possa interessare lo spettatore comune. L’organizzazione dei set presenta, anzi esibisce tutte le ingenuità del caso, molto spesso, ad esempio, vediamo striature, spesso di colore blu, riflesse e si capisce che a livello di post-produzione il regista non si è, giustamente, preoccupato di cancellare queste tracce in nome di una presunta perfezione formale.

Il film rende molto bene il senso di claustrofobia che ciascun cittadino italiano  ha provato negli ultimi anni, l’unità di luogo come condanna, l’unità di tempo come sospensione. Forse l’unica riserva che vorremmo esprimere su questo film certamente importante riguarda la sceneggiatura: grazie anche all’affiatamento non solo professionale, ma anche personale, affettivo, fra i vari attori, si intuisce che Vicari in più di un’occasione ha lasciato, diciamo così, il “guinzaglio” lungo, insomma ha lasciato che qua e là i suoi attori e le sue attrici improvvisassero. Ecco, questa improvvisazione un po’ si sente, talvolta le vicende, tutte rigorosamente di stampo sentimentale, rischiano qua e là di incistarsi.

Bellissime e liberatorie le inquadrature finali di Roma deserta, con cui il regista ricorda a sé stesso e a noi, la sua vocazione documentaria – l’ultima delle quali è un semaforo rosso che diventa verde, scena d’auspicio e speranza, se mai ve ne furono.

Dal 17 giugno su Raiplay


Il giorno e la notte. Regia: Daniele Vicari; sceneggiatura: Daniele Vicari; fotografia: Gherardo Gossi; montaggio: Andrea Campajola; interpreti: Dario Aita, Elena Gigliotti, Barbara Esposito, Francesco Acquaroli, Isabella Ragonese, Matteo Martari, Milena Mancini, Vincenzo Marchioni, Giordano de Plano; produzione: Kon Tiki Film; origine: Italia 2021; durata: 99′; distribuzione:  Raiplay.

1 thought on “Il giorno e la notte

  1. appena finito di vedere; che dire: …belle scene e buone “introspezioni” in soggettività altrimenti camuffate; nascoste, celate o non dette. Il bello di questo lavoro sta nella differenza che si nota tra il giorno – con tutte le sue contraddizioni sociali – e la notte che dovrebbe portare “consigli e certezze” oltre a improvvisi blackout. Un lavoro che ha il suo pregio poichè coinvolge tutti gli attori nella gestione materiale e concreta del film; dalle riprese, alle inquadrature scenografiche (le case private degli stessi attori) fino alla tecnica utilizzata questa sì molto postmoderna e tecnologica; che potrebbe voler dire: ognuno può realizzare la sua …”opera”. Bravi e sopratutto bravò Daniele che ha avuto questa ..intuizione.

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