Marilyn ha gli occhi neri

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Affiancato dalla fida sceneggiatrice Giulia Steigerwalt, Simone Godano, quarantaquattrenne regista romano, è certamente un interessante autore di commedie (del 2017 Moglie e marito con Favino e Smutniak, del 2019 Croce e delizia con Bentivoglio e Gassmann), conosce i tempi comici, sa dirigere gli attori. Siamo, per carità, nel campo di un cinema di genere e di un’onesta professionalità, ma c’è bisogno anche di questo nel cinema italiano contemporaneo.

L’ultima sua prova (la terza) s’intitola Marilyn ha gli occhi neri ed ha alle spalle come gli altri la realtà produttiva di Groenlandia, ovvero Matteo Rovere, che ormai rappresenta un plausibile marchio di fabbrica. Il film è altamente rischioso perché tratta di disabilità in chiave comica, terreno scivoloso, oggi ancor più una volta. Passato al vaglio dei cosiddetti disability studies, il film forse non supererebbe la prova, eppure a nostro avviso egualmente funziona. Non supererebbe la prova perché il gruppo di personaggi, guidati da Diego (Stefano Accorsi) e Clara (Miriam Leone) molto bravi e ottimamente affiatati, corrono costantemente il rischio di essere trasformati in macchiette.

Il film si svolge tutto o quasi all’interno di un centro di recupero psichiatrico, dove oltre a Diego (con tratti autistici è vittima di improvvisi e ingiustificati accessi d’ira che possono renderlo molto violento) e Clara, bugiarda matricolata e mitomane inguaribile ma con un tratto di genialità, vi è un gruppetto di figure di contorno, ciascuna affetta da una patologia diversa: vi è Armando detto Sosia (Mariano Pirrello), che è convinto di essere (e tutti gli altri con lui) prigioniero nel corpo un sosia, appunto, di qualcun altro non meglio identificato, i veri esseri umani trovandosi solo ed esclusivamente in Papuasia e Nuova Guinea, vi è Chip (Andrea di Casa) che si crede un agente segreto sotto copertura e comunica costantemente con la sede, mettendo due dita della mano all’orecchio a simulare un telefono come nelle barzellette di una volta, vi è Susanna (Orietta Notari), affetta da sindrome di Tourette, vi è Gina (Valentina Oteri) che gira sempre sui pattini e non parla mai. Nessuno di loro ha importanti deficit cognitivi, tutti loro hanno importanti deficit comportamentali. Li coordina un operatore sanitario che cerca di fare il possibile per barcamenarsi, ma non si può dire che abbia una strategia davvero chiara.

Ciò che verso la fine verremo ad apprendere sul suo conto non aiuterà molto a definirne i tratti della personalità. Dopo aver impiegato un po’ di tempo a circoscrivere i vari personaggi, creando una gerarchia fra i principali e i secondari (ma il film mantiene nell’insieme un gradevole spirito di coralità), Godano e Steigerwalt fanno partire il plot vero e proprio da una trovata geniale di Clara ovvero creare un ristorante à la page che a furia di clic, di accessi negati perché le prenotazioni sono esaurite per mesi e mesi, diviene il “talk of the town” e scala vertiginosamente la classifica di Tripadvisor. Peccato che il ristorante non esista proprio e si basi quasi esclusivamente su foto di pietanze che sono il frutto di fotomontaggi e relativi commenti sui social. Fin quando Clara e Diego, che di mestiere fa proprio il cuoco (il film si apre con una bellissima sequenza in ralenti con cui in preda a un attacco d’ira Diego manda una tavolata imbandita in mille pezzi, accompagnata da una versione un po’ techno dell’aria della Regina della Notte del Flauto Magico) non decidono che è forse il caso di fondarlo davvero questo ristorante. Non riveliamo che fine faccia il progetto e nemmeno che ne sarà dei due, il ritmo funziona e il film si vede volentieri e spesso si ride. Accorsi è proprio bravo, con capelli e vestiti improbabili, tic e balbuzie, ma anche Miriam Leone, forse più “normale” è bravissima. Meno convincente l’esplicitazione della morale in merito al concetto di normalità, il film sarebbe stato chiaro ugualmente.

In sala dal 14 ottobre


Cast & Credits

Marilyn ha gli occhi neriregia: Simone Godano; sceneggiatura: Giulia Steigerwalt; fotografia: Matteo Carlesimo; montaggio: Gianni Vezzosi; interpreti: Stefano Accorsi (Diego); Miriam Leone (Clara), Mariano Pirrello (Sosia),  Andrea di Casa (Chip), Orietta Notari (Susanna), Valentina Oteri (Gina), Marco Messeri (Aldo; produzione: Groenlandia, Rai Cinema; distribuzione: 01 Distribution; origine: 2021 Italia; durata: 110′

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