The First Slam Dunk di Takehiko Inoue

  • Voto

Esaltante, coinvolgente, adrenalinico  inaspettato.

Che siate fan o meno di Slam Dunk  il manga di Takehiko Inoue, la trasposizione cinematografica, firmata dallo stesso autore, qui alla sua prima regia, ha la capacità di tenerti incollato alla sedia per due ore intere sbattendoti in faccia  che una “semplice”  partita di basket , può significare molto, molto, ma molto di più.
Dietro una struttura narrativa quasi perfetta  c’è infatti l’ idea di un sogno coltivato da sempre, lo spirito di una squadra combattiva che cresce – anzi lievita- nei momenti più difficili e quella sana competizione  che stuzzica, anche al pubblico comodamente seduto su una poltrona, il desiderio di non mollare, di lottare con tenacia e di crederci, sempre.
E la regia di Inoue crede al ” uo sogno” in maniera asciutta, evitando di spingere l’ accelleratore su enfasi o su facili sentimentalismi e riuscendo ad amalgamare con classe momenti malinconici all’ adrenalina senza sosta della sfida sportiva.
Il regista, a ventisei anni da quell’ultima puntata dell’anime che non ha mai concluso la serie, sceglie di raccontare la partita con l’imbattibile Sannoh esplorando la personalità e il passato di  Ryota Miyagi, il numero 7 dello Shohoku, una squadra di certo promettente, ma sfavorita rispetto all’ invincibile avversario. Si intrecciano quindi due filoni narrativi, apparentemente lontani ma ben amalgamati: da una parte esce fuori lentamente il passato di Miyagi e il suo amore per il basket, intimamente connesso con  il fratello scomparso e sull’ altro versante si gioca la partita ” della vita”, vissuta attimo per attimo, canestro su canestro.
E la squadra è certamente fatta da Myagi, alto poco meno di un metro e settanta, ma non solo: c’è Akagi, tenace, grintoso e in grado di tenere alto il morale della Shohoku; Rukava, la “stella” del quintetto; Mitsui, molto popolare alle medie e infine Sakuragi,  la vera anima della squadra.
I loro sguardi in campo si intrecciano continuamente creando strategie, schemi di gioco e una complicità di squadra in grado di fronteggiare il temibile avversario.
Si soffre, si empatizza, si corre freneticamente, sentendo sulla nostra pelle il sudore e la sofferenza del ” piccolo” Miyagi e dei suoi compagni.
Il punto di partenza di questo incredibile lavoro è il tratto deciso e definito di Inoue, capace di scalfire i volti spigolosi dei protagonisti, tagliati con l’ accetta, cosi’ come ogni gesto, ogni incrocio di sguardi, ogni canestro, ogni schema di gioco.
 Le lunghe spiagge di Okinawa, il trascorso doloroso di Miyagi, l’ abisso depressivo dopo la morte del fratello e una sottile malinconia, sempre presente,  fanno da  contraltare emotivo allo scontro adrenalinico che non concede momenti di sosta e di respiro.
Il risultato è una sfida vinta a mani basse:  the first Slam Dunk non solo riesce a trasporre sul grande schermo un anime basato su uno spokon, un racconto sportivo, ma ha il dono  di coinvolgere,  smuovere profondamente ed emozionare il suo pubblico, anche quello non ” affezionato” a ” Slam dunk ( come chi scrive) e che ora ha desiderio di approfondire, di scoprire dettagli e di saperne di più.
In tre aggettivi: inaspettato, stimolante, sorprendente.
Assolutamente consigliato.
Uscita il 10 maggio in anteprima in versione originale e poi 11-17 in versione doppiata.

The First Slam Dunk  – Regia e sceneggiatura: Takehiko Inoue; fotografia: Shunsuke Nakamura; montaggio: Ryûichi Takita; musiche: Satoshi Takebe; produzione: Toei Animation, Dandelion Animation Studio; origine: Giappone; durata: 124 minuti; distribuzione: Anime Factory di Plaion Pictures.

 

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