Chiara di Susanna Nicchiarelli

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Chiara è ribelle, anticonformista e carismatica.

Susanna Nicchiarelli presenta l’ultimo capitolo di una trilogia dedicata ai ritratti femminili, raccontando il respiro di una nuova Chiesa vista dallo sguardo giovane eppure potente di Santa Chiara. Nel 2017 con Nico, 1988 la regista  romana ci aveva presentato gli ultimi anni di vita della cantante ed ex-modella tedesca Christa Päffgen, meglio conosciuta come Nico guadagnandosi a Venezia il Premio Orizzonti  come miglior film mentre nel 2020, proseguendo sulla scia dei suoi ritratti, in Miss Marx aveva approfondito l’affascinante figura della figlia più piccola di Karl Marx, Eleonor, riletta in un’interessante chiave punk rock.

Questa volta siamo ad Assisi nel 1211. Chiara, che ha il volto innocente e angelico di Margherita Mazzucco, nota per aver interpretato il personaggio di “Lenù” nella prima e terza stagione della nota serie Amica geniale,  è figlia del conte Favarone di Assisi e ha solo  18 anni quando decide di lasciare tutto – anche agi e comodità per seguire una vita fatta di povertà e sacrifici. Affascinata  dalle sue idee “rivoluzionarie” si avvicina a Francesco per poi allontanarsene e ottenere , a 2 anni dalla morte di lui, il riconoscimento di un ordine al femminile, una comunità di sole donne in cui dominano un senso profondo di sorellanza e di libertà, a loro modo.

E’ una rivoluzione estrema, che ci parla sì di rinuncia al cibo e ai beni materiali, ma anche di misticismo, di sogno e di lotta per ottenere una sorta di indipendenza appunto, un ordine fatto solo di donne.

Margherita Mazzucco

“Quella di Chiara e di Francesco è una scelta politica, radicale e di critica a una società ingiusta, com’era quella di allora e com’è quella di oggi dove, la differenza tra chi ha tutto e chi non ha niente era ed è enorme. Loro si mettono dalla parte degli ultimi e scelgono la povertà, scelgono di costruire una comunità che non ha rapporti gerarchici, di potere”, quindi il messaggio è profondamente rivoluzionario e potente, soprattutto per l’epoca.

E Chiara, ottiene uguaglianza e un respiro nuovo proprio grazie alla sua tenacia, fatta anche di entusiasmo e di lungimiranza. Potente e assolutamente radicale, è anche il messaggio femminista trasmesso dalla sua storia di vita proprio perché “Chiara voleva fare le stesse cose di Francesco, come il voto di povertà e l’apostolato attivo, che alle donne non era permesso. Chiara d’Assisi fu la prima donna a scrivere una regola originale per le donne, rifiutandosi di declinare al femminile una preesistente regola maschile: la sua è una specie di lotta per i diritti delle donne”.

Il nuovo film della Nicchiarelli  – che era passato in Concorso alla scorsa Mostra di Venezia – lascia un messaggio e trova una sua dimensione soprattutto nel suo quadro d’insieme, fatto di costumi molto rifiniti e di cura per il dettaglio e per le atmosfere, sognanti e solari quelle esterne, mentre più misteriose, inquietanti e ricche di una sorta di naturale fascinazione, le scene girate nei monasteri e negli spazi chiusi. La luce fioca di una candela, i silenzi e lo scambio di sguardi delle scene negli spazi chiusi si contrappongono e al tempo stesso completano la solarità, l’allegria e la gioia, sostenuta dal filo conduttore della musica, degli spazi esterni.

E’ una sorta di cammino quello di Chiara costruito per quadri, in cui la protagonista, inizialmente di soli 18 anni, cresce e matura una dimensione spirituale e un magnetismo interiore tutto suo.

E il segreto del suo carisma  sta nell’assenza di eccessiva retorica o enfasi. In alcuni momenti il personaggio della protagonista, bisogna dirlo,  manca di approfondimento psicologico e di spessore spirituale. C’è la maturazione della giovane donna, ma si intuisce, non si coglie pienamente – o almeno non subito – il suo percorso e la sua crescita nel tempo. Manca di luce spirituale interiore. C’è, d’altra parte, una naturalezza apprezzabile nell’interpretazione dei giovani, soprattutto in quella della Mazzucco.

Chiara e  Francesco (Andrea Carpenzano),  in questo film una figura più marginale rispetto a quella della donna, risultano infatti spontanei, poco artefatti, rifiniti e ampollosi: i due protagonisti sono in fondo giovani ragazzi e il cuore del  loro messaggio tocca trasversalmente proprio perché trasmesso con viva autenticità e naturalezza. Un messaggio radicale, nuovo e rivoluzionario, dunque, trasmesso con l’arma vincente della semplicità. Ma, forse, una maggiore drammatizzazione della narrazione e degli eventi avrebbe aiutato di più a costruire un film avvincente come lo era il precedente Nico, 1988.

In sala dal 7 dicembre


Chiara – Regia e sceneggiatura: Susanna Nicchiarelli; fotografia: Crystel Fournier; musiche: Anonima Frottolisti costumi: Massimo Cantini Parrini; interpreti: Margherita Mazzucco; Andrea Carpenzano, Mattia Napoli, Carlotta Natoli, Luigi Lo Cascio; produzione: Vivo Film con Rai Cinema e Tarantula; origine: Italia, Belgio, 2022; durata: 106; distribuzione: 01 Distribution

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