Das Lehrerzimmer di Ilker Çatak (Vincitore Europa Cinemas Label a Berlino)

  • 3
3

Ci sono momenti nella storia della cultura in cui la scuola ben si presta a essere specchio della società. Prendiamo il periodo a cavallo fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900. Nell’arco di un ristretto numero di anni la letteratura di lingua tedesca racconta con inaudita precisione, ma al tempo stesso con grande capacità inventiva la crisi di una generazione che non si riconosce nel mondo dei padri e che vive in uno stato di smarrimento, ora ribellandosi ora schiantando sotto il peso dell’autorità. Penso a libri come Sotto la ruota  (1906) di Hermann Hesse, I turbamenti del giovane Törless  (1906) di Robert Musil, Tonio Kröger  (1903) o il capitolo finale dei Buddenbrook (1901) di Thomas Mann, o Risveglio di primavera (1891, ma messo in scena nel 1906) di Frank Wedekind.
Anche gli ultimi anni sembrano rientrare in un periodo del genere, almeno a giudicare dal cinema, con la differenza che la concentrazione è più sugli insegnanti che sugli studenti. Penso al primo film di Maren Ade (l’autrice di Vi presento Toni Erdmann) intitolato Der Wald vor lauter Bäumen (2003, Il bosco in mezzo a tanti alberi, mai arrivato in Italia), al documentario Zwischen den Stühlen (Fra le sedie), diretto da Jakob Schmidt nel 2016 (anche questo questo mai arrivato), a Die Welle (L’onda, 2008) di Dennis Gansel, questo sì arrivato e molto diffuso anche in Italia.
Ed è arrivato in Italia un altro film dedicato a un docente, uno dei film più importanti dell’edizione online della Berlinale (quella del 2021) ossia Herr Bachmann und seine Klasse di Maria Speth, il film è stato distribuito un anno e mezzo dopo in Italia da Wanted con il titolo Mr. Bachmann e la sua classe. Si trattava in quel caso di un lungo documentario, una osservazione prolungata, incentrata sulla figura di un insegnante, un uomo dotato di straordinaria umanità e di grande civismo che riesce a trasmettere a un gruppo di ragazze e ragazzi alcuni valori fondamentali, e riesce a farlo con grandissima leggerezza.
Due anni dopo la sezione Panorama presenta un altro film scolastico, intitolato Das Lehrerzimmer (La sala insegnanti) che pur essendo un film di finzione presenta molti elementi che potrebbero almeno in parte farlo sembrare un documentario. Del resto quanto affermano regista (il berlinese Ilker Catak, figlio di emigranti turchi) e il co-sceneggiatore (Johannes Duncker), il film richiama da vicino esperienze che loro hanno vissuto insieme in prima persona, essendo stati compagni di scuola ad Amburgo. Il film è stato premiato come miglior film dalla CICAE (la Confederazione internazionale dei cinema d’essai) e verrà con certezza distribuito anche in Italia.
Quanto, pur fra mille conflitti, la classe di Herr Bachmann configurava un universo fondamentalmente illuminato e illuminista, tanto questo film delinea un universo concentrazionario e distopico.
In primo luogo per la scelta programmatica di regista e sceneggiatore di non uscire mai dalla scuola: nessuno, né all’interno del corpo insegnante né fra gli studenti, è mai visto fuori dalle pareti scolastiche, fatta eccezione per i cortili esterni; ciò finisce per comunicare appunto la sensazione che la scuola sia un carcere, un universo in cui, dietro la facciata democratica e rispettosa, regnano ipocrisia, diffidenza, insofferenza, discriminazione.
La protagonista è Carla Nowak, una insegnante relativamente giovane (l’attrice che la interpreta Leonie Benesch ha 31 anni, lo spettatore italiano la conosce per la parte della domestica del presidente della polizia in Babylon Berlin) che è appena arrivata nella nuova scuola, insegna matematica ed educazione fisica (in Germania si insegnano due materie) e all’inizio ci viene presentata come persona un po’ rigida ma oltremodo corretta garantista, ché il film parte con la (falsa) attribuzione di un furto a un ragazzo di origine turca. Ma i furti continuano e ne resta vittima anche Carla che per scoprire di chi si tratta installa una telecamera sul suo PC e crede di scoprire di chi si tratta. Poiché la persona incriminata nega, viene a scatenarsi una autentica reazione a catena che non racconteremo, ma che vede coinvolti: alunni, corpo insegnante, la preside, personale non docente, insomma tutte le componenti scolastiche. Il film, a tratti davvero teatrale, fa capire che la democrazia e il rispetto erano solo una facciata (ma lo si era capito, forse, fin dall’inizio). A tratti sembra proprio che dietro l’impianto sostanzialmente realistico dell’insieme, il film intenda nascondere un intento allegorico, in cui la scuola diviene lo specchio di una società in cui tutti sono pronti a sbranarsi senza esclusione di colpi – ed è proprio questo impianto allegorico (e una certa ripetitività delle situazioni condita di questioni politiche in Germania sempre scabrose: l’ossessione per la correttezza, studenti migranti, la stessa insegnante proviene da una famiglia originaria della Polonia) che non convince fino in fondo.
La protagonista è molto brava ed è bravo anche il ragazzino che è di fatto il suo deuteragonista. Ma forse, nel cinema europeo, qui a Berlino, c’era di meglio.


Cast & Credits

Das Lehrerzimmer – regia: Ilker Çatak; sceneggiatura: Ilker Çatak, Johannes Duncker; fotografia: Judith Kaufmann; montaggio: Gesa Jäger; interpreti: Leonie Benesch (Carla Nowak), Leonard Stettnisch (Oskar), Eva Löbau (Friederike Kuhn); produzione: if…Productions; origine: Germania 2023; durata: 94’.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *