Renfield di Chris McKay

  • Voto
3.5

Io voglio turisti, coppie felici, una manciata di suore, un bus di cheerleader femminili.

Alcuni personaggi travalicano secoli e si presentano sempre uguali, sempre nuovi. Si pensi a Sherlock Holmes che ogni paio di anni si fa serie tv o pellicola, si ricordi Robin Hood o qualsivoglia personaggio shakespeariano: la sorte è la stessa. Nato dalla mente di Bram Stoker, Dracula è la rappresentazione più vicina al male assoluto, quel male romantico che è seduzione nera e ha un vocabolario di oggetti, frasi, figure secondarie che girano intorno a lui, il Conte. Se Francis Ford Coppola nel 1992 aveva presentato un Dracula di Bram Stoker in modalità artigianale – a riprodurre il cinema degli albori – e Van Helsing di Stephen Sommers del 2004 aveva dato una spinta adrenalinica al genere – giusto per citare esempi dell’interminabile cinematografia a riguardo – è ora il turno di Chris McKay alla regia e di Nicolas Cage nei panni di Dracula.

Ne esce un film frenetico in cui domina la leggerezza del sangue che chiama risate e altro sangue e risate ancora, con la violenza che diventa divertimento e un montaggio, tanto delle scene di azione tanto in generale, che è efficace e rende il tutto godibile. Si aggiunga che laddove c’è la seduzione del male qui c’è la psicologia della relazione, e allora il reale protagonista potrà dire

Io sono Renfield e sono co-dipedente.

Da chi? Dal suo datore di lavoro, Dracula. Ma Dracula (Nicolas Cage) è messo male dal suo ultimo scontro e i due riparano a New Orleans. Lì Renfield (Nicholas Hoult) – servo suo che acquisisce poteri mangiando insetti – inizia a frequentare un gruppo di supporto per gente che vive in una relazione tossica. Obiettivo: trovare potenziali vittime per rimettere in sesto il padrone. Queste devono essere pure, incorrotte. In seguito all’incontro con la poliziotta Rebecca Quincy, occupata a sgominare la famiglia criminale della città, Renfield capirà una cosa

Devo uscire da una relazione tossica.

Ma sottrarsi a un partner come Dracula non è facile. Ci vorrà tanto sangue, tante risate e…una sala delle torture ben attrezzata.

Bisogna sempre stare al passo con la moda e Dracula non può essere da meno. Chris McKay prende una sceneggiatura pirotecnica – con dei tagli e cuci qua e là per farla funzionare – e ci mette un’intensità di montaggio che rende la vicenda rapida e godibile, con delle scene di azione spettacolari. È splatter, non può che esserlo, ma lo splatter consenziente ha un suo fascino difficile da negare, soprattutto quando c’è una ricerca dell’eccesso che non si pone problemi e un’ironia a chiudere la scena, o a sottolinearla vita natural durante. Ma stare al passo con i tempi non vuol dire solo farlo cinematograficamente, ma anche nell’applicare la contemporaneità a certi temi, e così il rapporto tra Dracula e Renfield, non è soltanto tra padrone e servo, ma diventa una relazione tossica tra due persone nel quale uno è il narcisista e l’altro è il dipendente con bassa autostima. L’idea funziona – certo, a tratti troppo insistita – e il fascino del male trova una sua buona declinazione. Soprattutto se il narcisista è Nicolas Cage.

Il numero di film dell’attore statunitense – premio oscar in Via da Las Vegas nel 1995 – è da anni inversamente proporzionale alla qualità degli stessi, soprattutto dell’ultimo decennio. Escluse alcune chicche. Certamente apprezzabile è il coraggio nel volersi lanciare in un’impresa sempre diversa, tra le quali spicca quest’ultima che lo vede entrare nei panni di uno dei personaggi più ambiti. Nicolas Cage prende così a destra e a manca, cita Christopher Lee e non solo, ma fa soprattutto la cosa più importante: si adegua al tono superficiale della pellicola. E forse questo tipo di versatilità, non tanto modificare il suo modo di recitare, quanto la capacità di adattarsi al sentimento generale del progetto, è una delle sue qualità prime. Dall’altra parte gli fa da compagno Nicholas Hoult, un ottimo Renfield, capace di restituire la dipendenza e l’emancipazione, con quell’aria cupa e poi vitale, sempre opaca.

Renfield è quindi un film che mischia diversi generi – commedia e horror – e riesce nell’intento di essere credibile, nonché veramente efficace se si è consapevoli che splatter si è cercato e splatter si vuole vedere. Ben oliato nelle parti in cui deve essere oliato, a tratti frenetico per arrivare alla scena di azione che è quella che alla fin fine importa, intelligente nell’introdurre il concetto di relazione tossica a partire da un personaggio romantico e crepuscolare. Due epoche trovano così un ponte di unione, e tra sangue e risate si corre precipitosamente sul finale, con il sorriso a tutto denti di Nicolas Cage alias Dracula ad attenderci. Magari in un possibile sequel.

In sala dal 25 maggio.


RenfieldRegia: Chris McKay; sceneggiatura: Robert Kirkman, Ryan Ridley; fotografia: Mitchell Amundsen; montaggio: Ryan Folsey, Giancarlo Ganziano, Mako Kamitsuna; interpreti: Nicolas Cage, Nicholas Hoult, Jenna Kanell, Awkwafina, Shohreh Aghdashloo, Brandon Scott Jones, Ben Schwartz, Caroline Williams, William Ragsdale, Adrian Martinez, Camille Chen, Joshua Mikel, Derek Russo, Dave Davis; produzione: Skybound Entertainment, Universal Pictures; origine: USA, 2023; durata: 93’; distribuzione: Universal Pictures.

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