The First 54 Years. An Abbreviated Manual for Military Occupation

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Un prezioso ed emozionante documentario è quello scritto e diretto da Avi Mograbi, presentato nella storica sezione “Forum” del Festival berlinese, quella che per tradizione ospita i film più innovativi e sperimentali. La pellicola di quasi due ore racconta gli ormai 54 anni di occupazione israeliana dei territori palestinesi della Cisgiordania e della Striscia di Gaza, un dramma storico che ha sparso fiumi di sangue e che non sembra destinato a cessare, anche se spesso, per viltà o menefreghismo, tendiamo a ignorarlo. Il film è costruito con un perfetto marchingegno che alterna interviste a testimoni oculari (soldati israeliani in servizio e combattenti palestinesi) e immagini di repertorio, con la voce di Avi Mograbi che, seduto sulla poltrona di casa, commenta con sarcasmo e ostentato distacco la svolgersi dei fatti. Le sue considerazioni strategiche si propongono come riflessioni teoriche generali su come occupare con successo un territorio straniero rendendo l’occupazione permanente ovvero, per usare le parole del regista «un approfondimento su come funziona un’occupazione colonialista e sulla logica all’opera dietro quelle pratiche».

Naturalmente il discorso non è affatto teorico o astratto. Riguarda invece una precisa realtà storica e documenta come nel corso degli anni, a partire dal 1967, generazione dopo generazione, lo stato di Israele ha utilizzato i suoi soldati come ingranaggi inconsapevoli di un lucido piano di occupazione colonialista capace di diventare irreversibile e definitiva, smascherando le dinamiche violente e le strategie raffinate che hanno presieduto a tale operazione. Senz’altro l’impresa più complessa e più riuscita che lo Stato di Israele abbia intrapreso nei suoi 73 anni di esistenza. Al momento sono circa 5 milioni i palestinesi che vivono nei territori occupati sotto il dominio militare israeliano. Di questi 2 milioni vivono nella Striscia di Gaza, dove sono sotto assedio totale da 13 anni. Originario di Tel Aviv, dove ha studiato arte e filosofia, Avi Mograbi ha alle spalle una cospicua produzione cinematografica ed è uno dei più importanti registi israeliani, conosciuto per il suo impegno a favore della giustizia sociale, culturale e politica in Medio Oriente, così come per il suo sperimentalismo e il suo contributo innovativo al linguaggio cinematografico. È anche stato più volte ospite della Berlinale: l’ultima fu nel 2016, sempre nella sezione “Forum”, quando presentò Bein gderot (Between Fences) sul dramma dei rifugiati incarcerati in Israele. Un aspetto essenziale del suo impegno è la partecipazione a “Breaking the Silence”, un’organizzazione fondata nel 2004 e dedicata a raccogliere le testimonianze dei soldati veterani d’Israele che hanno servito nei territori palestinesi occupati. Gran parte del materiale confluito in The First 54 Years… deriva proprio dagli archivi di tale organizzazione.

Quello che rende superbamente toccante la pellicola è il tono sobrio, senza mai un eccesso d’indignazione o una sbavatura retorica. Praticamente nessuna delle testimonianze che vengono presentate contiene interpretazioni politiche degli eventi o riflessioni sul loro significato. Il focus è puntato sui metodi, sulle procedure, sui meccanismi, sulle pratiche e sugli approcci utilizzati; si concentra sulle operazioni quotidiane, sulla routine dell’occupazione. Ne esce una ricostruzione precisa delle tappe che hanno segnato l’occupazione, le strettezze e le crudeltà della vita quotidiana. Attraverso le rievocazioni sofferte delle vittime e dei carnefici il film va oltre il caso specifico dei palestinesi e degli israeliani tramutandosi in un universale atto d’accusa contro i soprusi inumani che la segregazione può produrre. Lo sguardo del regista, via via che scorrono le immagini e passano i minuti, da tagliente e ironico si fa sempre più perplesso e pieno di tristezza. È un film che fa capire quanto il cinema possa avere una funzione fondamentale per documentare gli orrori della storia; ed è un vero peccato che in questa edizione online del Festival non sia stato possibile incontrare il regista in conferenza stampa e sentire dalla sua viva voce il racconto di come ha pensato e costruito la sua opera.


The First 54 Years. An Abbreviated Manual for Military Occupation ; Regia: Avi Mograbi; sceneggiatura: Avi Mograbi; fotografia: Philippe Bellaiche, Tulik Gallon; montaggio: Avi Mograbi; interpreti: Avi Mograbi, Zvi Barel, Shlomo Gazit; produzione: Les Films d’Ici (Parigi); distribuzione: The Party Film Sales (Parigi); origine: Francia, Finlandia, Israele, Germania 2021; durata: 110’.

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