Zlatan di Jens Sjögren

Infanzia e prima giovinezza di un campione.  Zlatan, diretto con una certa maestria da Jens Sjögren è il secondo film che esce quest’anno su un calciatore svedese dopo  Tigers (https://close-up.info/tigers/) di Ronnie Sandhal su Martin Bengtsson , candidato dal proprio paese a rappresentarla agli Oscar 2022.

Dunque, gli svedesi il primato del cinema calcistico se lo sono conquistati sul campo, tuttavia rispetto al pur talentoso ex-interista Bengtsson, una meteora, nel film di Jens Sjögren il salto di qualità è molto notevole dato che parliamo di una vera stella, un fuoriclasse, Zlatan Ibrahimović, sei volte candidato come “FIFA World Player of the Year” e undici volte al Pallone d’oro. È stato il primo calciatore ad aver giocato in sette squadre della Champions League, ma anche il giocatore più espulso della Lega. Insomma, un talento innegabile, immenso ma anche un grande piantagrane, presuntuoso e casinista. Il suo curriculum, come si sa, è di assoluto rispetto: partito dalla nativa Svezia nelle giovanili del Malmö, la sua città natale, Ibra è approdato via via alle squadre più forti del calcio europeo, dall’Ajax alla Juventus, dall’Inter al Barcellona, dal Milan, al Psg e al Manchester United e adesso a fine carriera (o quasi) dopo l’avventura americana nel LA Galaxy è rientrato al Milan dove a 40 anni continua a giocare, di tanto in tanto.

Granit Rushiti nella parte di Ibra già grande

Ma tutto ciò qualunque sportivo o fan italiano lo sa bene, dato che tra Juve e le due milanesi, l’Italia sembra essere diventata la seconda patria di questo giocatore  disprezzato come “gipsy”. Quello che è meno noto sono forse le sue origini e un proverbiale caratteraccio che poi sono diventate il sale del film biografico di Jens Sjögren. Ben supportato da una sceneggiatura che non è stesa a tappetino sul personaggio e soprattutto grazie alla eccellente interpretazione del calciatore in momenti diversi della vita – da ragazzino piantagrane con Dominic Andersson Bajraktati e poi il professionista in erba dai 19 ai 23 anni con Granit Rushiti – Zlatan sostanzialmente racconta un’infanzia travagliata, caratterizzata da povertà, risse, furti, bullismo e soprattutto da una condizione familiare parecchio problematica e segnata dalla separazione dei genitori. Figlio di emigrati dell’ex-Jugoslavia – il padre, Šefik bosniaco mentre la madre, Jurka, era croata – Ibra vive il suo ambiente e la scuola sempre come un ribelle, talentuoso ma privo di qualunque rispetto per l’autorità – sia quella scolastica sia quella del suo allenatore a cui arriva addirittura a rubare la bicicletta per spregio.

Il film, dunque, ci descrive un cammino di lenta ma mai definitiva pacificazione sino al suo passaggio dall’Ajax alla Juventus di Luciano Moggi nel 2004, portato da Mino Raiola, con tutte le classiche tappe che segue un adolescente ribelle, nato in un sobborgo povero di Malmö e giunto sino al grande successo nel football. Come sembra abbia detto lo stesso calciatore “si può togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo”, l’opera di Jens Sjögren , però, non giudica né fa del moralismo ma descrive con una certa abilità cinematografica sia la vita privata del protagonista con le guasconate e i primi innamoramenti, i furtarelli e altre cazzate da ragazzini a scuola e in compagnia degli amici, sia la carriera calcistica nelle giovanili del Malmö BI e del FBK Balkan sino al passaggio alla prima divisione svedese e al vero professionismo.

A differenza di tanti altri film su o attorno al gioco del football, questa pellicola ha un grande pregio: le scene di calcio sono girate con grande abilità e non sembrano finte come nella stragrande maggioranza dei casi. Insomma, la storia – certo non nuova – funziona e non è raccontata in modo edificante, le sequenze spettacolari sono di qualità e la pellicola si segue con una certa passione, dall’inizio alla fine. Magari si sarebbe voluto ancora vedere ancora qualcos’altro, per esempio le tappe dell’avventura italiana di Ibra, ma questo sarebbe stato un altro film. Accontentiamoci di questo Zlatan, fatto non soltanto per i fan della palla che rotola in rete.

In sala dall’11 novembre


Zlatan (Jag Är Zlatan/I Am Zlatan)– Regia: Jens Sjögren;  sceneggiatura: Jakob Beckman, David Lagercrantz; fotografia: Gösta Reiland; montaggio: Henning Mark;  interpreti Granit Rushiti, Emmanuele Aita, Cedomir Glisovic, Håkan Bengtsson, Dominic Andersson Bajraktati, Merima Dizdarevic, Bjorn Friberg;  produzione B-Reel Films; origine: Svezia/Danimarca/Olanda, 2021; durata: 100’; distribuzione: Lucky Red.

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