The Italian Banker

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Gli autori cinematografici del Triveneto a quanto pare, o meglio, da quanto si vede in questi mesi, sembrano essere particolarmente attivi nell’analizzare la realtà e soprattutto le storture del proprio territorio. Lo hanno dimostrato, ad esempio, alla recente Mostra di Venezia Andrea Segre con Welcome Venice (https://close-up.info/2854-2/ ) oppure Yuri Ancarani con Atlantide (https://close-up.info/atlantide/ ), lo conferma adesso anche Alessandro Rossetto, in maniera ancora più convincente degli altri casi, con The Italian Banker, la sua opera terza in Concorso al Bif&st di Bari e presto nelle sale.

E il cineasta padovano, trai migliori rappresentanti italiani della generazione del “cinema del reale”, lo fa riprendendo alcuni temi del suo lungometraggio di finzione precedente, Effetto domino (2019), liberamente ispirato al romanzo omonimo (Einaudi, 2015)  di Romolo Bugaro, quello stesso scrittore che qui ha firmato soggetto e sceneggiatura di The Italian Banker.

Il film si svolge tutto nei saloni di una splendida villa palladiana nei pressi di Vicenza, in cui si svolge una festa notturna sontuosa ed esclusiva con uomini in giacca scura e donne in lungo. Molta di questa “bella” e ricca gente, qui radunata, ha probabilmente perso un bel po’ di quattrini a causa del crollo della Banca Popolare del Nordest. Fra una coppa di champagne e un giro di balli, le tensioni interpersonali si intrecciano alla frustrazione collettiva di quell’evento che forse, forse no, ha cambiato la vita a molti dei presenti. Lo scopriamo via via che si procede nella storia, tra liti, rivelazioni e recriminazioni sempre più violente mentre alla metà o quasi del film compare il colpevole di tutto, il presidente della Banca fallita a esprimere il suo punto di vista e a giustificare il suo operato.

Non aggiungiamo null’altro, dato che il film di Alessandro Rossetto, costruito come un Kammerspiel di ascendenza teatrale, seguendo le tre celeberrime unità aristoteliche di tempo, di luogo e d’azione, si segue come un appassionante thriller marxista sulle storture del capitalismo nostrano e ciò anche grazie ad una efficace recitazione d’ensemble.

Nei cartelli finali, nero su bianco, leggiamo: “Tra il 2015 e il 2020 più di dieci banche italiane sono state poste in Liquidazione Coatta”; “La procedura è del tutto equivalente al fallimento. Si calcola che circa 300.000 azionisti abbiano perso il loro capitale, in maggioranza piccoli risparmiatori”; “È stata una delle crisi bancarie più gravi della storia europea”. Ma chi lo sa, a parte i malcapitati?

Utilizzando quindi antiche (oggi si direbbero obsolete? noi non lo crediamo) categorie del marxismo si potrebbe dire che The Italian Banker – cioè la via italiana bancaria a truffare la gente, forse diversa da altre nazione europee più rigorose in materia – sia un film “valore d’uso”, un film necessario per capire come e in che paese viviamo. Ma dicendo così si farebbe un torto a un’opera sostanzialmente di ispirazione brechtiana che non vale solo per il suo contenuto.

Per costruire un efficace j’accuse in ottanta densi minuti, Alessandro Rossetto non si basa solo su dei dialoghi stringenti, né tedia lo spettatore con inutili lungaggini teoriche. Il suo film è anche costruito su stranianti stacchi musicali della festa – ottimo il montaggio di Jacopo Quadri – e un bianco&nero che posiziona lo spettatore in una situazione senza tempo, astratta e metafisica. Particolarmente significativa ci sembra, poi, la location in cui si svolge completamente il film seguendo appunto le regole del Kammerspiel: il luogo è una grande e sontuosa villa veneta che sembra la sala da ballo del Titanic che presto si inabisserà drammaticamente nell’oceano – l’autore la definisce “una sorta di magnifica astronave aliena iperilluminata, atterrata nel migliore dei punti possibili e che spande luce sul circostante vasto parco selvaggio e misterioso”.

Le riprese dall’alto, oltre ovviamente agli interni, e insieme alla musica, infatti, tendono a commentare e a farci riflettere sul climax del film e le discussioni ovvero i litigi in presenza, punteggiando e spezzando così il ductus della narrazione.

La memoria di qualunque cinefilo va ovviamente alla celeberrima satira di Signore e Signori (1966, film sempre da vedere e rivedere) di Pietro Germi da un soggetto di Luciano Vincenzoni, che si era ispirato alla sua Treviso (la città del film, mai nominata ma ben riconoscibile) all’apice del boom economico – forse non a caso una location non lontana da dove è stato girato questo The Italian Banker.

Si tratta solo di una suggestione per carità, visto che i due film sono incommensurabili dal punto di vista stilistico ma resta comune, crediamo, quell’irritazione morale, quel senso di nausea sull’Italia immutabile, truffaldina e provinciale, che si respira nel film di Rossetto soprattutto nella seconda parte in cui diventa mattatore l’ex Presidente della banca fallita. E comunque, però, alla fine il nostro filmmaker non si esime dal regalare anche un piccolo segnale di speranza nel futuro.

In sala dal 7 ottobre


Cast & Credits

The Italian Banker  – Regia: Alessandro Rossetto; sceneggiatura: Romolo Bugaro e Alessandro Rossetto Alessandro da un soggetto di Romolo Bungaro; fotografia: Matteo Calore; montaggio: Jacopo Quadri; interpreti: Fabio Sartor, Sandra Toffolatti, Diego Ribon, Mirko Artuso, Valerio Mazzucato, Davide Sportelli, Riccardo Gamba, Sergio Bovo, Nicola D’Amore; produzione: Francesco Bonsembiante, Andrea Stucovitz, Lucio Scarpa per Jolefilm Partner Media Investment  Kublai ; origine: Italia 2021; durata: 80’; distribuzione: Parthénos; web info: https://www.jolefilm.com/

1 thought on “The Italian Banker

  1. Complimenti, Giovanni Spagnoletti !!! A rather fascinating analysis !!! Hoping we get to see this film around the Americas !!!! Not only inspiring, but necessary in our “fake/fiction” realities !!! Un caro saluto a Alessandro Rosseto, a Francesco Bonsembiante, Jolefilm e a Matteo Calore for impeccable and daring photography !🙏🏻🌎!!!

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