Autobiography – Il ragazzo e il generale di Makbul Mubarak

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Forse mi sbaglierò, ma questo è il primo film di autore indonesiano che mi è accaduto di vedere. I due splendidi film di Joshua Oppenheimer (1974), rispettivamente The Act of Killing  (2012) e The Look of Silence (2014) ci avevano introdotto all’inaudita ferocia dei massacri compiuti in quel paese duranti i lunghissimi anni del regime di Suharto ma, appunto, la prospettiva di carnefici e vittime era stata orchestrata da un punto di vista genialmente esterno dal documentarista texano. Quel che ancora mancava era il racconto dall’interno. Ed è quello che fornisce, con un’apprezzabile maturità, il giovane esordiente Makbul Mubarak in questo film dal sibillino titolo Autobiography (visto a Venezia, sezione Orizzonti nel 2022 e da allora presentato in una trentina di festival in giro per il mondo), a cui la lodevole distribuzione italiana (la Cineclub International, il cui catalogo presenta inestimabili perle) ha aggiunto un più didascalico titolo che dettaglia due protagonisti.

Il racconto dall’interno fornito dal regista non ha in apparenza a che vedere con il regime, svolgendosi nel 2017, dunque pochi anni fa (ovvero vent’anni dopo la destituzione di Suharto), ma di fatto racconta in modo estremamente sottile e allusivo quanto di quel regime, in termini di relazioni sociali e di neanche troppo strisciante violenza politica, continui a permanere nell’Indonesia di oggi. Protagonista è un generale in pensione con un nome lunghissimo come tutti i nomi indonesiani, abbreviato in Purna, che in assenza di guerre esplicite da combattere (è reduce dall’ultima guerra, quella contro gli indipendentisti di Timor Est) prova a rilanciarsi nell’agone politico candidandosi come sindaco del posto dove vive dando vita a una inquietante campagna elettorale fatta di enormi manifesti visibili ovunque e di comizi, in apparenza benevoli e rassicuranti, ma in realtà sottilmente minacciosi, tutti incentrati sulla proposta di risolvere un problema antico, ovvero l’approvvigionamento elettrico: verrà costruita una centrale idroelettrica che tuttavia comporterà l’esproprio di numerosi terreni e colture mettendo a repentaglio la sussistenza di molte famiglie. L’altro protagonista che risponde al nome di Rakib, per tutti Kib, è l’ultimo esponente di una famiglia che da sempre è stata alle dipendenze della famiglia del generale, anche se alle dipendenze non è forse l’espressione giusta, perché sarebbe più opportuno definire servaggio lo stato a cui il ragazzo, al pari dei suoi antenati, deve sottostare, fin dal primo momento in cui il generale, con fare risoluto e autoritario, rimette piede nella propria villa che il ragazzo aveva accudito in assenza del padrone.

Autobiography, di fatto, racconta la relazione fra la vittima e il carnefice, pur almeno all’apparenza ammantata di affetto e di protezione da parte del generale e di silenziosa devozione da parte del ragazzo; ma la domanda implicita che viene posta, fin da subito, allo spettatore è: fin quando reggerà Rakib, quando la violenza, tacitamente subita, riuscirà finalmente a vendicarsi? Insomma, il film di Mubarak rientra in quella categoria che si potrebbe chiamare “usque tandem”, una categoria che promuove una chiara identificazione nei confronti della vittima da parte di chi guarda il film: lo spettatore non può fare a meno di sposarne i tormenti, tanto più forti in quanto taciuti e anzi ammantati di finta amabilità, ciò che accade in almeno due scene memorabili del film, quando il generale insapona il ragazzo mentre si fa la doccia e quando vanno insieme a una agghiacciante serata di karaoke e il ragazzo è di fatto costretto a cantare.

Sul piano formale il film è qua e là un po’ faticoso, nella sua tetra claustrofobia, in un uso espressivo (a tratti eccessivo) del fuoco, nella totale assenza non dico di totali, ma anche di campi medi, nelle riprese stranianti (in primo, talora in primissimo piano) di parti del corpo. Mubarak è un regista tutt’altro che banale, non a caso coccolato dai Talent di molti festival europei, vediamo che cosa riuscirà a fare prossimamente.

In sala dal 4 aprile 2024


Autobiography – Il ragazzo e il generale (Autobiography) Regia e sceneggiatura: Makbul Mubarak; fotografia: Wojciech Staron; montaggio: Carlo Francisco Manatad; musica: Bani Haykal; interpreti: Kevin Ardilova (Rakib), Arswendy Bening Swara (Purna); produzione: KawanKawan Media (Yulia Evina Bhara), In Vivo Films, Potocol, Staron Film, Cinematografica Philippines, NiKo Film, FOCUSED equipment, Partisipasi Indonesia; origine: Indonesia/ Francia/ Germania/ Polonia/ Singapore/ Filippine/ Qatar, 2022; durata: 109 minuti; distribuzione: Cineclub International.

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