Gigi la legge di Alessandro Comodin

  • Voto

Gigi è un angelo caduto dal cielo. Fa il vigile di provincia a San Michele al Tagliamento, piccola località di provincia, abitata da poco più di diecimila anime, tra Lignano Sabbiadoro e Portogruaro, il Friuli ed il Veneto. Gira in macchina in pattuglia, parla in dialetto, si innamora di una voce, cura una sorta di bosco selvaggio che andrebbe tagliato, litiga con i vicini, saluta tutti, racconta momenti del suo passato, si preoccupa per una serie inquietante di giovani che si suicidano.

Gigi è Pier Luigi Mecchia. Alessandro Comodin, il regista del film, è suo nipote. Le storie sono vere o false, non importa. Gigi, invece, è incredibilmente vero e noi lo vediamo abitare questo mondo sospeso tra realtà e finzione, in cui le storie sono probabilmente inventate ma le lunghe sequenze sono girate usando la forma del documentario, con pochissimi ciak ripetuti, il controcampo quasi sempre negato e senza dialoghi scritti, lasciando così spazio ad una improvvisazione che permette ai personaggi di svelarsi con maggiore sincerità, in un mondo silenzioso dominato solo dai suoni naturali. Un mondo nel quale improvvisamente, ad esaltarne l’armonia, irrompono due canzoni: Sono un pirata non sono un signore di Julio Iglesias e Amore disperato di Nada, canzoni cantate in macchina e le cui parole  riescono a dare un ulteriore sviluppo alla storia e alla costruzione del personaggio.

Il film, come Comodin ha raccontato più volte, è un film nato dai suoi ricordi di infanzia e per il quale ha lavorato cinque anni, nel quale i “non attori”, all’interno di un quadro prestabilito, sono stati lasciati completamente liberi di poter dire tutto quello che volevano. E Gigi, i suoi colleghi e le persone che incontrano, i personaggi del film, insomma, questo spazio di libertà se lo sono preso totalmente. Rinchiuso per quasi tutto il tempo dentro la sua macchina, dentro la divisa da poliziotto o dentro il suo giardino incantato, Gigi ci racconta che la possibilità e lo spazio che possiamo dare ai nostri desideri e alle nostre fantasie è immenso, e che i confini che ci vengono imposti sono confini che possiamo provare a scardinare usando la cosa più preziosa che tutti noi abbiamo: noi stessi.

Gigi la legge (Premio Speciale della Giuria nel Concorso di Locarno 75), infatti, è il racconto di un personaggio ma soprattutto di un territorio la cui identità viene data dalla gente che lo abita. Un territorio selvaggio come selvaggio è il bosco di Gigi, ma anche disperato, circondato da un fiume che non vediamo mai, il Tagliamento (il fiume che invece era stato uno dei protagonisti del film di esordio del regista veneto, L’estate di Giacomo), e da treni e binari che più che dare la possibilità di scappare, sembra che servano soprattutto per dare ai giovani la possibilità di abbandonare definitivamente la vita, mettendo fine ai propri giorni.

Fiume, binari e giovani non li vediamo mai. La telecamera si concentra infatti solo sui volti di Gigi e dei suoi colleghi. Guarda alla vita, si lascia trascinare dalle passioni, ci porta in un mondo di emozioni che esplodono nel cuore di Gigi, sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.

In sala dal  09 febbraio 2023


Gigi la legge Regia: Alessandro Comodin; fotografia: Tristan Bordmann; montaggio: João Nicolau; suono: Julien Courroye; interpreti: Pier Luigi Mecchia, Ester Vergolini, Annalisa Ferrari, Tomaso Cecotto, Massimo Piazza; produzione: Okta Film, Idéale Audience, Michigan Films in collaborazione con Rai Cinema; origine: Italia, Francia, Belgio, 2022; durata: 102’; distribuzione:  oktafilm.it

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *