Lala di Ludovica Fales

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Cosa sappiamo dei rom? In che modo la nostra esperienza ci aiuta a capire e ad interpretare una cultura di cui vediamo solo le manifestazioni esterne e le pratiche disperate volte alla necessità ed alla sopravvivenza? 

Una delle protagoniste di Lala spiega chiaramente la condizione ed il dramma di tale condizione “I pochi rom che vivono nei campi si sono rassegnati, accettano di essere inscatolati e di vivere con un’etichetta che non fa parte della nostra etnia, non c’entra nulla con la nostra etnia, quello fa parte del degrado, e questi campi non rappresentano altro che un’apartheid, è segregazione razziale. Su quale base culturale risiede la volontà di vivere in un container? 

Lala di Ludovica Fales è un documento preziosissimo, che dà voce a personaggi le cui voci non vogliamo sentire, o decidiamo di non sentire, proprio perché esistono all’interno del nostro tessuto sociale. E, si sa, per coltivare l’ostilità, è molto meglio non conoscere. 

Per stessa ammissione dei protagonisti, l’ignoranza attorno alla storia ed alla cultura rom è enorme. Ma le voci che sentiamo appartengono ad una realtà nuova, quella dei giovani immigrati di seconda generazione, che non si è ancora rassegnata, che reclama il diritto di essere cittadina là dove è nata, e che non vuole più ricorrere ad espedienti che, in un’atmosfera di autocommiserazione, vengono considerati necessari ed inseriti erroneamente nel bagaglio culturale di un popolo: il furto sistematico, lo sfruttamento, l’illegalità. 

In conformità con altri esperimenti di docu-fiction dalla forte valenza sociale, (citiamo il recente Princess di Roberto de Paolis e ricordiamo lo straordinario Cesare deve morire dei fratelli Taviani), Ludovica Fales intraprende un’impresa notevole. Raccoglie le preziose testimonianze dei ragazzi rom, e, attraverso il teatro, la recitazione e la performance, ne trae un dramma che fa interpretare dagli stessi giovani. Essi diventano così protagonisti di un racconto immaginato eppure profondamente intimo. Strutturato in maniera molto intelligente, Lala alterna testimonianze a drammatizzazioni; ed attraverso la rottura della quarta parete, permette alle prime di confluire nelle ultime. Ci ritroviamo quindi, ad assistere a cut in cui una voce grida “Stop” ma la camera continua a riprendere, e la regista comincia a fare domande all’attore su ciò che ha appena interpretato, e su come questo si sovrapponga all’esperienza reale che il soggetto ha vissuto sulla sua pelle. 

Sicuramente questi momenti, assieme alle testimonianze e ai racconti, soprattutto quello di Zaga (Zaga Jovanovic), la ragazza da cui parte l’ispirazione primaria del film, sono appassionanti, mostrati con delicatezza e giusta sensibilità. Tutta la parte “fiction” risulta meno riuscita, con dialoghi posticci, espressioni rigide e poco colloquiali, che mettono in difficoltà attori non professionisti come quelli con cui abbiamo a che fare qui. Una dimensione sviluppata attraverso una rielaborazione linguistica ed espressiva più libera e meno impostata avrebbe probabilmente messo maggiormente a proprio agio il cast. 

Stride, dunque, l’estrema naturalezza esibita dai ragazzi durante le interviste, con la scarsa credibilità di alcuni momenti sceneggiati, come stridono alcune immagini che tendono alla ricerca di un’emotività troppo infantile.  

Ludovica Fales però, porta in scena in questa sua opera-prima anche e soprattutto il processo creativo, ossia la raccolta del materiale emotivo necessario a dare vita al racconto. E ci vede giusto: una volta conosciuta la persona che sta dietro al personaggio, si perdonano tranquillamente le ingenuità e si assiste con partecipazione allo sviluppo della vicenda della ragazza. Nata e cresciuta in un campo nomadi a Roma, Lala ha 17 anni, e vive da sola con suo figlio Totò in un appartamento occupato. A pochi giorni dal compiere 18 anni, i servizi sociali le portano via il figlio. Lala non ha documenti: i suoi genitori, migranti rom provenienti dalla guerra in Jugoslavia, ne sono anch’essi sprovvisti. Se non li riesce a ottenere entro il suo 18esimo compleanno, il bimbo verrà dato in adozione. 

Presentato in anteprima in Concorso alla 41esima edizione del Bellaria Film Festival del 2023, si è aggiudicato il premio Mymovies, assegnato dal pubblico che lo ha guardato e valutato dal omonima piattaforma.

In sala dal 25 gennaio 2024

 


Lala Regia e sceneggiatura: Ludovica Fales; fotografia: Valentina Summa; montaggio: Adelina Bichis, Asher Tlalim; musica: Edoardo De Angelis, Bruno Franceschini, Assalti Frontali, Radio Zastava; interpreti: Zaga Jovanovic, Samanta Paunkovic, Ivana Nicolic, Fiorello Miguel Lebbiati, Francesca Carducci, Daniel Fota, Rasid Nikolic, Francesca Da Angelis, Elia Notarrigo Tulli, Djonela Jovanovic, Francea Carruba, Antonio di Tolla, Fabrizio Carbone; produzione: Igor Princic per Transmedia production, Staragara;  origine: Italia/Slovenia, 2023; durata: 83 minuti; distribuzione: Transmedia production.

 

 

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