Ma nuit di Antoinette Boulat

  • Voto

Una nuca dai capelli biondi. Un brusio cittadino caotico imperante. Iniziale spaesamento. Si pensa ai fratelli Dardenne, per venire poi subito sconfessati. Il quadro non è intero, ma tagliato ai lati in un formato intermedio tra i sedici noni e i quattro terzi televisivi. La belle noiseuse è inquieta, scattante, entra in casa e si butta sul letto, osserva dettagli della stanza, si spoglia con veemenza. Ha un rapporto aggressivo con la madre. In cucina trova una torta con su scritto Alice, ma lei si chiama Marion (Lou Lampros): non è il suo compleanno. Si cambia. Veste in nero, jeans e canottiera, sandali piatti. Con sé una minuscola borsina a tracolla che contiene una macchina fotografica digitale vecchio stile. Fugge dalla casa, dalla famiglia, da una festa che tale non può essere. Sull’uscio l’ennesimo scontro con la madre che le dice: “non sei obbligata a tornare a casa”. Marion, infatti, passerà la notte fuori.

Con queste premesse lo spettatore si accinge a condividere in Ma nuit (passato agli “Orizzonti” veneziani del 2021) una notte estiva con una diciottenne scontrosa parigina: rimarrà spiazzato, coinvolto, ammaliato da ore sospese come accade di rado, forse solo nella giovane età quando le notti bianche, come le chiamava Dostoevskij, sono le prime, sembrano non finire mai, assumono la valenza simbolica di una vita intera. Il buio fa paura, così come i barboni sulla metropolitana, i rivenditori notturni che per un nonnulla ingaggiano una stupida rissa, il rumore di uno scoppio, l’urlo di un’ambulanza, il rumore di passi che corrono, che siano veri o immaginati. Ma la paura a diciott’anni va vinta, “la libertà è il sentimento di non avere paura”, canta Nina Simone, la paura di morire va soppiantata dalla gioia di vivere nonostante, attorno, il mondo si stia sempre più degradando.

Lou Lampros

Marion è bella, giovane, con la testa sulle spalle: scrive versi, fotografa nature morte, non parla con gli sconosciuti, conosce sé stessa al punto da rispettare i suoi limiti. Il muro – che la ragazza ha eretto per cause effettive degli eventi della personale vita familiare – viene eroso dalla dolcezza sensibile di un giovane incontrato per caso, Alex (Tom Mercier), protettivo e curioso sin da subito: “Cos’è questa voglia di stare con la gente che hai?” cerca di scoraggiarlo lei. “Non è quello che si dovrebbe fare?” controbatte lui col candore di un personaggio da favola. Le due personalità si riveleranno estremamente affini, passeranno la notte insieme a parlare della vita e della morte, di fisica e di geologia, di disastri ambientali (“In futuro voglio aiutare la natura a sopravvivere alla stupidità degli uomini”), fumeranno una canna lungo la Senna, finiranno al pronto soccorso dove una dottoressa speciale – interpretata con adesione perfetta dall’italiana, perfettamente bilingue, Maya Sansa – rassicurerà Marion sulla possibilità di ricorrere a lei per bisogno di sostegno, semplicemente: “La cosa più importante sono le persone che ti vogliono bene”).

Con un uso dosato di commedia e dramma, giocando sapientemente con musica diegetica e extra-diegetica (Alex fa sentire in cuffia a Marion una registrazione audio di un ambiente naturale che finisce in acquazzone e poi torna a essere un pacificante cinguettio di uccelli), la sceneggiatura – ben scritta, ben recitata, ben calibrata – conduce al finale dell’opera prima di Antoinette Boulat senza rompere l’equilibrio delicato creato dai due personaggi principali: nel sole di un mattino leggero, dopo una notte insonne, la diciottenne pattina nella città e guarda il cielo: alzando una mano verso l’alto acchiappa una nuvola e diventa libera come l’aria (“Sono riuscita ad attraversare la notte”).

In sala dal 12 gennaio


Ma nuit  – Regia: Antoinette Boulat; sceneggiatura: Antoinette Boulat, Anne-Louise Trividic, François Choquet; fotografia: Laetitia de Montalambert; montaggio: Maxime Mathis; musica: Nicolas Errera; interpreti: Lou Lampros, Tom Mercier, Carmen Kassovitz, Emmanuelle Bercot, Maya Sansa; produzione: Macassar Productions, Sombrero Films, Prod Lab, Les Films du Fleuve, Wheelhouse Productions, Thornhill Films, Arte/Cofinova 16; origine: Francia, Belgio, 2021; durata: 87’; distribuzione: No. Mad Entertainment.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *